Parlare del Diavolo

Ho visto ieri sera una parte del film "La ladra di libri", storia ambientata in Germania - epoca: fine anni trenta. Curiosamente diverse parole leggibili durante la visione del film, quelle di una lettera, quelle su una lavagna, e quelle inerenti il titolo di un romanzo, erano in inglese. Ciò mi ha suscitato il ricordo di un altro film afflitto dalla stessa oscenità: "The reader" (!), narrante la storia di una donna tedesca analfabeta, già operatrice inquadrata non so più in quale organizzazione "nazista" e, dopo la fine della guerra (1945), incarcerata per crimini gravi ai danni di ebrei.

Per altro ho spesso fatto una riflessione circa i modi che i vincitori della seconda guerra mondiale hanno di rappresentare il nemico sconfitto. Essa si appoggia sul ricordo di un antico fenomeno: autori "eretici" in campo religioso cristiano, le cui opere erano state distrutte, furono criticati e "confutati" da autori diciamo ortodossi, per cui le idee di quegli "eretici" sono conoscibili solo dagli scritti dei loro critici e "confutatori". 

A parte che disponiamo di documentazione diretta sul e del nazional socialismo, o "nazismo" che dir si voglia, di filmati eccetera: la miriade di film che i vincitori hanno prodotto su quel periodo (1933-1945, a dir poco) martella il "nazismo" e involontariamente lo fa parlare. Lo documenta, lo lascia intravvedere a chi magari non ne sapeva nulla. Né legge alcun libro.

Nel filmetto cretinetto di cui sopra si tocca anche il tema del bruciare i libri, pratica come appena ora ho ricordato non inventata dai "nazisti".

Oggi i libri, in Europa almeno, non si bruciano, o meglio non si mettono al rogo, anzi si sfornano migliaia di titoli, in compenso moltissimi europei non leggono nemmeno i giornali.

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