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Visualizzazione dei post da ottobre, 2008

Lezione in piazza, ancora.

Visto al tg locale un collega con megafono in piazza a "far lezione", balzato in piedi non appena la telecamera l'ha inquadrato. Invece di produrci in simili dimostrazioni potremmo bloccare, per protesta contro l'ingiusto trattamento dell'università da parte del governo, esami e discussioni di tesi di laurea. Auguri.

Illusi.

Se la scuola funzionasse molti studenti arriverebbero all'università in vena di studio, o resterebbero altrove a fare altro. Ma la scuola illude, promuovendo asini che approdano poi all'università totalmente privi di barlumi.

Ben altro.

Ha studiato poco e male, una studentessa mi ha detto, perché aveva "ben altro" da fare: un bambino da partorire. Parto? Vai pure.

Si sentiva svenire.

Oggi agli esami uno studente sui quaranta grande e grosso m'ha detto di non aver risposto all'appello perché era andato in un bar per far colazione. Mi sentivo svenire, ha spiegato. Due piccioni conoscitivi della mentalità degli studenti di Vacuologia con una fava di giustificazione.

Alla stracciona.

Il costo annuo massimo d'iscrizione all'università, qui a Civitarotta, è inferiore ai duemila euro annui, che significa poco più di centotrenta euro al mese. Considerando che iscriversi all'università non è obbligatorio, valutando certo le altre spese (libri, materiali vari, soggiorno per i non residenti, trasporti eccetera), ho l'impressione che quando ci si lamenta del costo dello studio si commetta un errore. Probabilmente far pagare di più agli abbienti consentirebbe un funzionamento migliore dell'università, e l'apertura di forme di sostegno ai non abbienti (borse di studio, convenzioni per alloggio e vitto, trasporti, biblioteche eccetera). Così, alla stracciona, certo anche a causa di errori commessi dai capi dell'università nel decennio scorso, non si va da nessuna parte.

Lezioni "in piazza".

Non so che genere di lezioni siano quelle che potrebbero esser tenute "in piazza", secondo l'indicazione "anni sessanta" di alcuni studenti che protestano contro le decisioni del governo in fatto di università e, spero, contro la disgraziata gestione dell'università di Civitarotta: certo non sono le mie, che esigono un setting certo e curato, ma soprattutto chiuso, porte chiuse, intensità. Non scherziamo, per favore.