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Visualizzazione dei post da luglio, 2017

"Ratisbona"

La città che i media italiani chiamano "Ratisbona" è Regensburg e si trova in Baviera, cioè nel sud della Germania. Capisco che "Ratisbona" che fa pensare a una "bona gratis", sia appagante, ma un accenno al nome vero sarebbe utile. L'italianizzazione (eredità secolare) dei nomi stranieri dovrebbe arrestarsi davanti al loro stravolgimento, tipo "Magonza" per Mainz.  Dice: lo fanno anche gli altri, in tedesco Venezia diventa Venedig. E' vero lo fanno anche gli altri. Ma con "Ratisbona" si esagera.

"Investimento"

Ogni investimento comporta una spesa, ma non tutte le spese sono investimenti, per esempio è difficile dimostrare che un'auto comprata (usata o nuova) che, dopo l'acquisto, immediatamente inizia a valere, in termini di soldi , meno di quanto l'abbiamo pagata, sia, economicamente, un investimento*. Ho notato da molto tempo che gli amministratori pubblici, invece, denominano investimento ogni spesa che gli enti da loro amministrati sostengono. Si tratta di una mistificazione.  * Un investimento che non rende in soldi è una spesa. Si dirà che potrebbe rendere in altri termini, di tempo, o magari di piacere, di prestigio eccetera. 

"Formazione"

Quello che leggo stamattina a proposito di "formazione di 20 ore" di personale destinato a collaborare, in un comune del Friuli, con polizia e carabinieri, è solo un piccolo esempio del destino infame che ha da anni e anni colpito il concetto e la parola "formazione". In 20 ore non si forma nessuno, si danno istruzioni, si avvia una pratica. La formazione è un processo lungo che è fatto di esperienze e riflessioni sulle esperienze, con o senza la "supervisione" di persone che, appunto nella formazione, sono più avanti.

Tofu

Sto leggendo due libri di Vittorio G. Rossi, uno scrittore del secolo scorso specializzato in resoconti di viaggio in terre allora più lontane ed estranee che non oggi. Uno, del 1941, è intitolato Cobra (Bompiani) e tratta d'India. L'altro è intitolato La festa delle lanterne (Garzanti, 1960) e tratta di cose giapponesi, cinesi, malesi. Il Rossi, e sia pure con qualche differenza tra la prima raccolta di scritti e la seconda, separate dalla faglia della seconda guerra mondiale, è tranquillamente eurocentrico e, se erroneamente valutato con il metro di oggi, politicamente scorretto. Sa scrivere, diciamo che mescola benino un certo provincialismo (piccineria) con la grandezza del viaggiare in terre incognite con mezzi di trasporto lenti e faticosi. Non sa del resto privarsi di spiritosaggini, in assoluto, di patata. Comunque mette in scena l'attrito della differenza tra l'essere europei e l'essere indiani, cinesi eccetera. Notevole, nel secondo dei due libri, la descr

Merlo parlante

Nel termine inglese astratto "leadership" (comando, guida) è contenuta soltanto operando un gioco di parole la parola "ship" (nave), come nel termine astratto "abbondanza" o "gravidanza" è contenuta solo per scherzo la parola "danza". La sera del primo luglio 2017 nella vetrina dei tacchi a spillo di Lilli Gruber il giornalista F.Merlo, invitato in quanto autore di un libro sui malintesi (appunto), si è invece prodotto (si parlava di comando, guida, direzione) seriamente nell'etimologismo acrobatico di cui sopra. Nessuno lo ha rimbeccato, forse perché egli fa parte di una cerchia di firme importanti. Nemmeno quando, poco dopo, ha attribuito l'opera di Ludovico Ariosto Orlando furioso , un celebrato poema, a Torquato Tasso. Gli altri invitati erano B. Severgnini, in quanto direttore di un settimanale abbinato il giovedì al Corriere della sera, conoscitore della lingua inglese, che ha preso, udendo la prima delle due asinerie segn