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Visualizzazione dei post da dicembre, 2011
Visto il ministro Profumo, nuovo responsabile dell'Istruzione. Dopo la Peppina che sappiamo, il Profumo fa un figurone, dalla Lilli Gruber ieri sera. Pensa, lui. Ma quando accenna ai "saperi" dei giovani allievi ( in pratica si tratta del coinvogimento adolescenziale con le varie trappole internettiche ) cui i docenti dovrebbero attingere, senza "frontalità" della didattica, le braccia ci cadono. Costui crede di essere nel ventesimo secolo? Siamo nella melma del ventunesimo e della scuola resta solo il guscio.
Durante una riunione a Vacuologia (Civitarotta University) in merito alla cosiddetta valutazione della qualità della ricerca, un collega ha definito "spazzatura" le pubblicazioni a pagamento realizzate con piccoli editori locali, in confronto alle pubblicazioni internazionali con grandi editori o riviste di "chiara fama". Chi scrive non ha mai pagato una lira o un euro per le sue pubblicazioni, ma anche se lo avesse fatto affermerebbe, come ora fa, che il collega è un presuntuoso, perchè presume di giudicare un contenuto senza averlo saggiato, soltanto in base al contenitore. Leggere, bisogna, o tacere.
E' al via una verifica nazionale della "qualità" della "ricerca" universitaria. I professori di ogni livello sono tenuti a presentare ad apposite commissioni di "esperti" tre o due ( dipende dall'anzianità) loro lavori "scientifici" (le virgolette sono obbligatorie per i lavori che esulano dalle scienze vere e proprie, come quelli di chi scrive queste note, studioso di arte dei giardini mentali e scrittore tutt'altro che "scientifico"). Dove sta il verme? Nella prospettiva tecnologica obbligatoria, per coloro che parteciperanno, costretti a una serie di adempimenti che non hanno nulla a che vedere con la scienza, con il pensiero, con lo spirito e così via. Per cui, come ha osservato una nostra intelligente collega, la valutazione verterà in definitiva sulla capacità tecnico-informatica dei professori, il contenuto dei loro lavori essendo spinto ai margini, subissato da abstracts, "metabibliografie", PDF.... Spiego
Con un colpo di mano lo Stato ci ha imprigionato per alcuni mesi in più, rispetto al previsto, come "premio" per non avere noi ceduto alla tentazione di andare in pensione anticipatamente. Poco male, a certuni è andata peggio: anni di carcere in più. E mica di "lavoro" accademico. Potremmo andarcene lo stesso, è chiaro, un bel "ciao, statemi bene in salute", ma abbiamo bisogno dei soldi della pensione, che speriamo di poter riscuotere per molti anni: infatti non siamo ricchi. Interessante è notare che negli ultimi anni c'è stato un impegno costantemente crescente contro i futuri pensionati nella forma di modifiche molteplici alle regole. Unilaterali. Lo Stato è un imbroglione impenitente.