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Visualizzazione dei post da giugno, 2012
Quando in giugno la scuola chiude si hanno vari effetti, tra i quali questi due: il traffico dei motori cala, e i genitori dei più piccoli si disperano, perché non sanno dove piazzarli durante le ore del loro lavoro e, diciamo, dei loro affari di vario genere. Così suppliscono alla depositeria minorile chiusa (la scuola) i cosiddetti centri estivi. Può avvenire che i vostri figli siano concentrati in un'area afosa a far giochi più o meno coatti, oppure che li si porti a scarpinare in campagna, magari sotto un sole che trapana il cranio e astringe i polmoni. Qualcuno può sentirsi male, perché scarpinare, molto semplicemente, non è cosa per tutti. Molto male: un bambino nei dintorni di Prato nei giorni scorsi è morto, su una collina brulla che si chiama appunto Calvana, soccorso in ritardo, forse. Forse. Piango per lui.
Coraggiosamente, i responsabili delle 5 bocciature a Pontremoli le hanno ribadite, per quanto le pressioni su di loro siano state forti. Stanno restituendo  energia alla scuola, mi rifererisco al significato di quel che accade a Pontremoli, non ai dettagli reali, che ignoro. A proposito però di handicap comunicativi, e di ignoranza dell'italiano, genericamente indicati come cause delle bocciature pontremolesi, ricordo di aver dovuto esaminare, all'università, soggetti ignari della lingua italiana (che già gl'italiani sbertucciano), e soggetti afflitti da infermità che erano loro di gravissimo impedimento comunicativo. I primi avrebbero dovuto essere esaminati, forse, in una lingua meno marginale dell'italiano, l'inglese? Ma col cavolo, che sapevano l'inglese. O il francese. I secondi avrebbero dovuto essere esaminati secondo modalità certo diverse dal colloquio (per altro devastantemente obsoleto - anche se usato con non handicappati quasi tutti spiattellan
Noi non conosciamo le circostanze della bocciatura dei bambini di prima a Pontremoli, cogliamo l'occasione soltanto per discutere delle promozioni ! Se gl'insegnanti lì hanno fatto una sciocchezza o una ingiustizia, bocciando, le promozioni regalate sono anch'esse una sciocchezza e un'ingiustizia, e sono migliaia, e consentono, dalle elementari alle medie, di far pervenire alle superiori allievi selvaggiamente impreparati, alcuni dei quali, sembra impossibile, s'iscrivono all'università; di quest'ultima crema rimane una quantità consistente che riesce a strappare una laurea, magari a Vacuologia, presso l'università di Civitarotta.
Probabilmente a causa della concomitanza di faccende più serie, oppure più "appassionanti", quest'anno l'esame cosiddetto di maturità è iniziato senza avere addosso l'alito collettivo dei media, il quale puzza. E' un fatto positivo, perché l'enfasi sulla maturità, in quanto incubo collettivo, aveva rotto veramente. Tornando alle bocciature dei piccini, leggo che i respinti di Pontremoli (bel titolo!) saranno riesaminati, dal momento che l'ispezione avrebbe riscontrato "anomalie e irregolarità". Queste ultime, tuttavia, sono la regola di gran parte delle promozioni, ma com'è naturale nessuno fa ricorso contro una promozione. Come all'università: se non vuoi avere problemi con gli studenti, promuovili. Promoveatur ut amoveatur , si diceva un tempo. Lo promuovi e te lo togli dai piedi. Che sia un direttore, un questore, un prefetto o uno studente, è uguale.
Ancora intorno alla bocciatura dei piccini di prima elementare: ieri su un quotidiano nazionale, pagina delle lettere al direttore, se ne trovavano due, entrambe favorevoli alla bocciatura, entrambe portanti l'argomento della educatività dello stop, in quanto segnale di avvenuta trasgressione, da parte del giovanissimo soggetto, delle regole: per esempio grammaticali, ortografiche. In effetti anche noi, in una di queste note, abbiamo sostenuto anni fa che l'educazione alla legalità a sé stante è sciocca, perché il rispetto per le leggi s'impara se ci fanno notare se e quando le abbiamo violate, per esempio scrivendo "hai bambini piacciono il gelato". Tuttavia quanto precedentemente riferito a partire dalle due lettere al quotidiano forse è un po' troppo pesante rispetto all'età degli iscritti alla prima elementare, sei anni.Ed il rispetto delle leggi è da discutere, come le leggi. Non serve imbastire un viaggio di pedagogia sociale tanto serio, su dei
Fa notizia che in una scuola elementare toscana siano stati "non ammessi all'anno successivo" alcuni bambini di classe prima. Si tratta dei sussulti di un corpo morente, la scuola, o della sua ripresa di vita normale? Il responsabile della scuola ha detto in una intervista che i bambini di cui si tratta non hanno saputo, durante una verifica, scrivere una semplice frase, e senza paura si è assunto la responsabilità della loro "non ammissione". Proteste dei genitori direttamente interessati e di altri, diremmo platonicamente interessati. Ispezione del Provveditorato, del Ministero, del Papa, dell'ONU e così via.
Non sono uno studioso specializzato nelle istituzioni scolastiche o universitarie, sono stato per decenni uno studioso di Arte dei Giardini Mentali nell'università di Civitarotta, ciò significa che le mie opinioni sulla scuola e sull'università derivano dalla mia riflessione spontanea conseguente alle mie esperienze dirette o indirette (riferitemi da persone che hanno competenza privilegiata, ad esempio come genitori). Ho iniziato a sentire che l'università cambiava, non perché avessi letto le diatribe sulla stampa in merito all'introduzione delle lauree triennali, ma perché ho visto con i miei occhi che gli studenti con cui stavo iniziando ad avere a che fare, dal 2001 più o meno, non avevano gli studi universitari al centro della loro vita, ma li tenevano alla pari tra le numerose loro attività (o passività). Ho poi capito che la situazione era deteriorata quando, incredibilmente per me, mi sono trovato durante le mie lezioni a dover imporre agli studenti una condot
Sulle pagine fiorentine di un quotidiano nazionale scorriamo il risultato di un'indagine su quanto e che cosa leggono, in fatto di libri non scolastici, gli adolescenti della provincia. Leggono poco, pochissimo o nulla, le signorine leggono più dei signorini, i titoli sono a me, sessantacinquenne, sconosciuti, e ciò porta al punto meno scontato della ricerca: vi sarebbe una barriera, tra gli adolescenti e gli adulti, formata da due correnti contrapposte, da parte degli adulti quella dell'arroganza del lettore nei confronti del non lettore, da parte degli adolescenti (detti "nativi digitali")quella della diffidenza e dell'estraneità che costoro proverebbero nei confronti di chi non sguazza tra sms, cinguettii vari e social network. Intanto cominciamo a stabilire che anche tra gli adulti si legge poco, pochissimo o nulla, e che i titoli preferiti, stando alle classifiche di vendita pubblicate dai media, sono sconfortanti. Una persona competente mi suggerisce inoltre