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Visualizzazione dei post da novembre, 2011
Consultando le "statistiche" inerenti la fruizione di questo blog noto che ci sono state, dall'inizio a oggi, più di 350 "visualizzazioni" negli Usa. E non poche in Germania. Bene: garantisco che, almeno in questi due casi, come nel singolo croato o lettone, non si tratta di "autoerotismo" blogale.
Abbiamo saputo dai nostri corrispondenti da Siena che in quell'antica città si è ieri celebrata l'apertura del 771esimo anno accademico, tra squilli di tromba ed altre curiosità kitsch. L'università senese presenta un buco di duecento milioni di euro, un buco, non un deficit: significa imbrogli. Il vecchio rettore è guardato dalla magistratura con interesse per l'ipotesi di peculato: significa approfittare della custodia delle pecore (pecus è in latino la pecora)per fregarsele. Quello nuovo, di rettore, pare che sia stato eletto secondo modalità dubbie, quanto alle regole. Non pare che gli squilli di tromba siano di rigore, mentre i costumi da clown sì.
La stampa nazionale dà rilievo al processo di analisi e valutazione delle pubblicazioni accademiche degli ultimi sette anni, appena agli inizi. La stampa tuttavia non informa i lettori che le pubblicazioni realizzate dai docenti universitari sono state costrette, pena l'esclusione, ad incasellarsi in un catalogo ("U-Gov")astruso e difficile da gestire, almeno da parte di chi, come lo scrivente, non è affatto "nativo" informatico internettico eccetera. Molti docenti anziani non sanno neppure gestire la loro posta elettronica, è vero, in compenso hanno schiavi che sbrigano al posto loro tali incombenze. Chi scrive queste note non ha schiavi.
La nostra corrispondente da Firenze c'informa che in una scuola superiore di quella città il preside ha comunicato epistolarmente agl'interessati (pischelli dai quattordici ai diciotto anni circa) la nomina a "rappresentante di classe" rivolgendosi loro con la formula "Signoria Vostra" (S.V.). Il che, oltre che ridicolo ed anacronistico, avrebbe ingenerato in qualcuno di quei nesci l'idea che il preside stesse sul serio complimentandosi con loro. Il che da un certo punto di vista non è del tutto falso, essendo la detta formula alquanto complimentosa. Sì, ma in senso generico, impersonale.
L'ultima domenica di ottobre, sono otto giorni, il Corriere della sera ha pubblicato un testo circa il padre di un ragazzo che anni or sono, in California, ha ucciso dei compagni di scuola e ferito altri malcapitati finendo condannato a cinquanta anni di prigione. Il padre dell'assassino racconta che il figlio in altri Paesi sarebbe stato condannato in modo meno tombale: verissimo. Racconta che suo figlio era frustrato e tormentato a scuola: capita. Che in casa il ragazzo aveva la possibilità di accedere al cosiddetto armadio dei fucili e che l'arma del delitto apparteneva al padre medesimo dell'assassino: qui casca l'asino. La presenza di armi suggerisce di per sé soluzioni armate dei problemi, non è neutra: detta la linea. Il padre dell'assassino dichiara che, quando seppe la cosa, non si arrabbiò con il figlio eccetera: questo è, almeno senza altre informazioni, un esempio di "falso sé". Dice, questo Mr Jeff, di amare il figlio, e questo lo capiamo.