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Visualizzazione dei post da maggio, 2012
"sai quello che si occupa di diritto del lavoro?" "che cos'è?" "è lo studio su come rendere più servi i lavoratori e più padroni i padroni" "sul lavoro?" "sul lavoro" "allora quello chi?" "è famoso, un professore universitario, un parlamentare, un sindacalista, fa un sacco di cose" "e come fa?" "lavora, lui, mica come te" "ah ecco, insomma, che cosa mi volevi dire?" "giusto, mi ero distratto, dunque, questo pierinone vuole che i risultati della valutazione della qualità della ricerca universitaria siano pubblici non solo a livello di dipartimento, ma a livello di singoli" "sì, e allora?" "dice che così gli utenti saprebbero dove studiare e dove non studiare" "e non ha ragione, il pierinone? A me sembra di sì" "ma no, i risultati della valutazione della ricerca sono una merda fatta con metodi di merda, farne un riferimento ad personam, come

Colonna infame

"Di' la verità ..." "Non è una proposta oscena?" "No, di' la verità ..." "Proviamo" "Che ne pensi della trasparenza nell'università?" "Che fa rima con verità" "No, della trasparenza che certi presidi intendono come colonna infame ..." "Manzoni, Storia della colonna infame ..." "Il tuo preside pubblica la lista di chi segue molte tesi e di chi, come te, non ne segue che pochissime ..." "Quasi zero, se è per questo" "Di' la verità ..." "Vacuologia, la mia facoltà, coltiva quadrupedi di campagna e li trasforma in dottori, dunque chi presenta meno tesi è più in gamba di chi ne presenta molte ..." "E questa sarebbe la verità?" "No" "E allora?" "La verità è che ho sbagliato tutto, nella mia vita cosiddetta professionale, ciao..."
Che cosa pensa, caro amico, di quei corsi di laurea italiani che escludono la lingua italiana dalle pratiche didattiche - lezioni, esercitazioni, esami, eccetera? E quale lingua si dovrebbe adoperare, in quei corsi di laurea? L'inglese? L'inglese, yes, of course! Che cosa ne pensa, caro amico? Bisognerebbe sapere di quali corsi di laurea si tratta... Ingegneria, per esempio, Economia ... A parte l'incostituzionalità dell'esclusione della lingua italiana, cioè di chi non è capace di parlare e comprendere l'inglese, penso che obbligare all'inglese sia male come escluderlo... Lei farebbe lezione in inglese, caro amico? Dovrei lavorarci molto, e mi verrebbe fuori un pensare molto diverso da quello che produco adesso in italiano, se facessi lezione in inglese, ma io insegno Arte dei giardini mentali, non Ingegneria o Economia, you know it ... Comunque, vede, caro collega, è l'obbligo dell'inglese e l'esclusione dell'italiano che io trovo
In Repubblica, ieri 3 maggio 2012, si leggeva un articolo sui problemi che sta incontrando l'operazione definita "Valutazione della qualità della ricerca" universitaria italiana. In effetti i lavori da "valutare" sono decine di migliaia, se non centinaia di migliaia, quindi si tenterà, pare, di semplificare l'operazione risalendo ai luoghi (riviste, case editrici) dove sono pubblicati i lavori, come dire che, invece di fare l'unica cosa sensata, leggere, si valuterà il livello della rivista o casa editrice ospitante il testo o il materiale in questione. In altri termini: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. Ovviamente qui interessa il settore in cui è la scrittura che conta, e di ciò ci occupiamo. Nessuno nega che pubblicare su "Paragone" sia più prestigioso che pubblicare su "La Musa del Mugello", tuttavia può darsi che, leggendo il saggio pubblicato dalla prima rivista si sia influenzati positivamente(effetto placebo), mentre leggen