Post

Visualizzazione dei post da 2018

Arrigo Benedetti

Di recente ho letto tre libri di Arrigo Benedetti, lucchese vissuto nel secolo scorso, fondatore de L'Espresso eccetera, insomma giornalista, ma eccellente scrittore. Segnalo Le donne fantastiche , una raccolta di testi entro cui brilla una passeggiata lucchese tra la sera e la notte, oltre, è ovvio, al racconto dove due ragazze lavorano d'immaginazione e di parola. Segnalo Rosso al vento , viaggio di un diciottenne da Roma fino a Milano negli ultimissimi giorni della guerra, 1945. Da Piazza del popolo, faccio per dire, a Piazzale Loreto. Segnalo infine Gli occhi : un ministro democristiano dimissionario (causa figlio scavezzacollo) torna a Lucca a finire i suoi giorni ... Non conoscevo Benedetti, per fortuna non so quasi nulla delle sue imprese giornalistiche. E' stata una scoperta gradevole, direi che nelle sue pagine, certo scritte non da "primitivo", c'è una soggettività immaginale che ricorda Federigo Tozzi ... Nel non raccontare, nella reticenza, nel

Antonio Pizzuto

Stamane ho scoperto che uno dei miei librai, quello colto, non conosce il nome di Antonio Pizzuto. Non gliene faccio una colpa.  Pizzuto, vissuto nel secolo scorso, palermitano, funzionario dell'Interpol, ha lavorato di cesello letterario a varie opere, alcune delle quali di non facile lettura per il seguente motivo: l'obbiettivo (è una metafora) dello scrittore essendo molto o moltissimo ravvicinato all'oggetto del "racconto", non se ne riconoscono i tratti, dell'oggetto, e ci si perde nell'infinitamente piccolo, diciamo.  V. qui un mio post intitolato " Forma e sostanza in A.Pizzuto" (settembre 2020). Segnalo alla rinfusa Ravenna, Signorina Rosina, Il ponte d'Avignone, Si riparano bambole (sublime!). Non credo (biblioteche serie a parte) che siano difficili da reperire.

Bernardo Bertolucci

Dei molti film realizzati da Bernardo Bertolucci segnalo "Ultimo tango a Parigi", della prima metà degli anni settanta, e "L'ultimo imperatore", dei primi anni ottanta. "Ultimo tango" è interessante perché mette in scena la perdita di controllo che investe un uomo non più giovane eroticamente alle prese con una ragazza. Dapprima l'uomo intende limitare il rapporto a incontri straordinari tra amanti senza altro legame che quegli incontri, nel segno dell'abolizione della "storia"; in seguito l'uomo entra in uno stato di dipendenza dalla ragazza e chiede, chiede sempre di più: vuole la "storia". Che lei rifiuta. E' una caduta che costa all'uomo la vita. "L'ultimo imperatore" racconta la vicenda dell'ultimo sovrano cinese, bambino prigioniero della sua condizione di assurdo privilegio. Cresciuto, diventa in Manciuria il fantoccio dell'imperialismo giapponese durante il secondo conflitto mondial

Giuseppe Berto

La sera del 22 ottobre scorso Rai 5 ha trasmesso un documentario su Giuseppe Berto, prima del film "Anonimo veneziano" (1976), la cui sceneggiatura fu scritta dallo stesso Berto per la regia di E.M. Salerno - interpreti principali Florinda Bolkan e Tony Musante. Il film merita di essere visto per le ottime immagini veneziane che offre e perché ci ricorda che si può morire (come Berto) anche prematuramente, ma non è buono. Florinda in particolare mi pare molto sflorinda . Al documentario su Berto, di cui segnalo, letti,  Il male oscuro, Il cielo è rosso , e l'eccellente Guerra in camicia nera , mentre non segnalo Oh, Serafina! né la raccolta di racconti, "completa", pubblicata qualche anno fa da Marsilio, partecipavano Cesare De Michelis, Emanuele Trevi, la figlia di Berto ed una giornalista di cui non ricordo il nome. A proposito de Il male oscuro , capolavoro assoluto di scrittura ed insieme valido testo di competenza psicanalitica (freudiana), De Michelis, p

Biopolitica?

La nuova prefetta di Firenze ha disposto che i "centri" ospitanti immigrati chiudano già alle otto di sera e che i "pacchi" che gli immigrati alloggiati in tali "centri" ricevono per posta siano aperti, dai destinatari, alla presenza del personale dei "centri". La nuova prefetta di Firenze porta un nome pesante, infatti si chiama Lega. Non è una colpa. A me sembra che le otto di sera siano un limite temporale eccessivo e che l'apertura dei "pacchi" davanti al personale dei "centri" sia persecutoria, ma certo io non ragiono come un prefetto o come un poliziotto - del resto un prefetto o un poliziotto potrebbero dire che non ragionano come me! Il presidente della regione toscana, Enrico Rossi, membro di quel raggruppamento politico  "democratico e progressista" che è fuoriuscito dal Pd ed ha partecipato con scarsa fortuna alle elezioni politiche del marzo scorso sotto la sigla Liberi e Uguali, forte forse di qua

Il "convitato di pietra"

L'immagine del cosiddetto convitato di pietra viene usata non di rado dai giornalisti in riferimento a "presenze fantasmatiche" di un personaggio, in genere politico, in certe circostanze sgradito ad altri personaggi.  Che è lì anche se fisicamente manca, insomma.  L'immagine risulta da un'opera teatrale spagnola di Tirso de Molina, vissuto tra il sedicesimo ed il diciassettesimo secolo, intitolata L'ingannatore di Siviglia  ( El burlador de Sevilla) . Costui è il celebre Don Giovanni,  Don Juan Tenorio, assai incline alle femmine, alle cui irresistibili grazie egli perviene, direi per ossessione trasgressiva, anche tramite inganni, travestimenti, coperture. Beninteso quando in questione sono le dame, infatti se si tratta di popolane da "conquistare" Don Juan usa solo la parola. Nel testo teatrale un personaggio altolocato che Don Juan ha ucciso dopo avergli "conquistato" la dama torna in forma di statua cimiteriale a rovinare la cena d

P.A. Quarantotti Gambini

Consiglio la lettura dell'opera di P.A. Quarantotti Gambini, scrittore del novecento venuto a mancare troppo presto; in particolare consiglio Le redini bianche; I giochi di Norma; Il cavallo Tripoli; ed anche L'onda dell'incrociatore , credo tutti editi da Einaudi. Meno valido mi sembra La rosa rossa ,  mentre sto ultimando La calda vita , che soffre di gravi errori di composizione e sicuramente è troppo lungo in rapporto al suo valore. I primi tre titoli tra quelli ricordati segnalano una competenza ed una sensibilità straordinarie di P.A. Quarantotti Gambini al mondo dell'infanzia e della adolescenza, tanto che non si vorrebbe smettere di giovarsene, sia dal punto di vista estetico che da quello psicologico. Veri capolavori. Terminato La calda vita , un romanzo di oltre 800 pagine stampate in caratteri piccoli e fitti, confermo quanto anticipato: la storia dei tre giovani, due ragazzi e una ragazza, che passano qualche giorno su un'isoletta prossima alla costa

Guido Ceronetti

Guido Ceronetti è morto in questi giorni a causa di una malattia che forse la sua età avanzata non ha sopportato. Ricordo alcuni suoi libri: Silenzio del corpo; Viaggio in Italia; Albergo Italia; La pazienza dell'arrostito: dal primo di questi titoli si può intuire lo scarto di Ceronetti rispetto alla retorica (si pensi agli anni ottanta) sul "linguaggio del corpo"; si tratta di una raccolta di testi brevi e meno brevi inerenti un sapere aristocratico e prezioso, sapienziale, ma non da "guru". Negli altri tre titoli troviamo le tracce dei viaggi dell'autore in giro per questo Paese, che lui vedeva con occhi troppo aristocratici e preziosi per tollerarne lo "sviluppo". G.C. è stato poeta finissimo (non del genere "sfogo", per intenderci) e traduttore da lingue dai più ignorate, penso all'Ecclesiaste. Di C.G. burattinaio e "artista di strada" so niente; negli anni, avendo smesso di leggere i suoi "nuovi" libri, ho ta