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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

"Mi piaccion le sbarbine"

  Vanessavirus è un breve testo di Gabriel Matzneff, scrittore francese di origine russa che fin qui io non avevo mai né letto né sentito nominare nonostante che, a quanto pare, si tratti di un autore di successo. Il libretto, che per il tono mi ha ricordato più Paul Léautaud (in  Amours ) che Céline (in  Bagatelles pour un massacre , diciamo), è rivolto a tutti, sì, ma in particolare a una donna, Vanessa Springora, che a sua volta aveva scritto un libro intitolato Consentement . Consenso. Ho letto Matzneff, non Springora, la quale credo che abbia segnalato la storia amorosa avuta con Gabriel negli anni ottanta, quando lei aveva sui quattordici/quindici anni e lui una cinquantina, come qualcosa di altamente negativo. In pratica Vanessa ha accusato Gabriel, un po' in ritardo ma bisogna capirla, di averla tolta dalla sua dimensione di adolescente. Consensuale, ma adolescente. Essendo Vanessa ai tempi minorenne, Gabriel ora è sotto accusa davanti alla legge, in Francia. Non so come a

Quattro libri

 Leggendo Addio a Recanati,  di Giorgio M.Bergamo, ho trovato che il narratore da bambino ebbe Le veglie di Neri , di Renato Fucini, e subito l'ho cercato tra i miei libri. Il rilegatore a me ignoto di questo volume, uscito in versione scolastica verso la fine degli anni venti del secolo scorso e piuttosto rovinato - con ogni probabilità da mia madre, allora una bambina sugli otto anni, e dal tempo   trascorso, dai vari lettori - nel fare il lavoro sembra aver staccato dalle pagine certe strisce di "carta" trasparente che, ancora negli anni cinquanta, inumidite con acqua servivano a rappezzare fogli strappati e magari libri, prima che entrasse in uso il cosiddetto scotch . Sfortunatamente non ricordo come si chiamava tale "carta", usata da mia nonna e da me vista diverse volte. Ne restano tracce color caffè. Il libro di Fucini è oggi pressoché illeggibile, a meno di non essere studiosi di forme dialettali toscane, e piuttosto cupo*, squallido, tanto che ritengo

Corpo e linguaggio

  Il "linguaggio non verbale" gestuale umano non è la stessa cosa del "linguaggio del corpo", infatti quest'ultimo è relativamente opaco nei suoi significati*, mentre il l.n.v. gestuale umano è relativamente trasparente. Chiamare l.d.c. il l.n.v. è comunque scorretto: l o fanno i commentatori degli incontri di calcio, diffondendo l'errore. * Ricordo il titolo di un libro pubblicato da G.Ceronetti molti anni fa: Il silenzio del corpo . Appunto i segni che il corpo dà sono, come il silenzio, da interpretare. 

Stato e sindacati

 Sabino Cassese nel Corsera (19 VII) tra le altre sue critiche allo Stato italiano durante la "pandemia" tocca l'istruzione, a quanto pare peggiorata dalla "didattica a distanza". Afferma poi che ai sindacati della scuola non importerebbe l'istruzione, ma l'inclusione in ruolo di nuovi insegnanti. Ora, i sindacati della scuola organizzano i lavoratori loro iscritti - e paganti quote. Ne difendono gli interessi. Fanno il loro mestiere di sindacati? Non lo so, ma certo il personale della scuola (dai bidelli ai "presidi") fa parte dei lavoratori. I sindacati invece non fanno parte dello Stato. Il discorso di Cassese mi ricorda le chiacchiere che da sempre incolpano i sindacati.  I sindacati però non difendono abbastanza efficacemente i diritti dei lavoratori - scuola, fabbrica, pubblico, privato. Prova ne sia, tornando alla scuola, che gli insegnanti sono pagati poco. Lo Stato è la controparte, il padrone. Con la controparte non si collabora. Se s

Arbeit macht frei

 Vi sono nella lingua tedesca una miriade di verbi composti, per esempio "freimachen" (frei/machen), "frei/geben", " weg/gehen",che nella frase però si scompongono, per cui il verbo portante (machen, geben, gehen) anticipa, anche a distanza di numerose altre parole, il preposto avverbio o la preposizione, che finisce in fondo alla frase. É come se in italiano il verbo comprendere (è un esempio) si trasformasse in: io prendo le tue parole con. Ora, lo slogan "Arbeit macht frei", che di solito viene tradotto "il lavoro rende liberi", rimanda al suddetto verbo composto "freimachen", che significa " emancipare". Per cui la traduzione corretta è "il lavoro emancipa" , senza contare che Arbeit significa anche "fatica".

La presa della pastiglia

 Il 14 Luglio, festa nazionale francese, ricorda la rivoluzionaria "presa della Bastiglia" ... Invece Macron ha dato ieri l'altro un pastiglione da inghiottire ai francesi, consistente nel ricatto vaccinale liberticida: servirà una carta certificante il vaccino per andare in molti teatri, cinema, ristoranti. 

Sì, viaggiare ...

Dal film "Il corvo bianco", visto solo ieri 9 VII 2021 in tv, ho tratto qualche interrogativo in merito alle difficoltà, a dir poco, opposte dal governo dell'Urss, ma anche di altri Paesi socialisti (Patto di Varsavia), alla emigrazione dei cittadini, celebri o ignoti che fossero. Il caso esposto dal film è quello del danzatore Rudolf Nureiev, che al momento di scegliere il "mondo libero" aveva circa ventitré anni. Non credo che ogni persona desiderosa di uscire dall'Urss fosse un "caso" come quello rappresentato da Nureiev, comunque non m'interessa la dimensione individuale o di gruppo (infatti qualche volta anche intere "squadre" formate da sportivi o da artisti o che so io riuscirono a chiedere e ottenere "asilo politico" in "occidente"): mi interesserebbe capire perché i governi dei Paesi dell'est Europa non lasciavano liberi quei cittadini di emigrare. Del resto non ne so abbastanza: bisognerebbe studiare

SQUOLA versus scuola

 A scuola si dovrebbe imparare, via via,  ciò che è elementare e poi ciò che è complesso, per cui all'inizio abbiamo lo scrivere/leggere e il far di conto, su su fino alla matematica, la chimica, la fisica, la filosofia, la letteratura. Storia e geografia sono fondamentali. Lo è almeno una lingua straniera. Lo sono le scienze naturali. A scuola non si fa propaganda, non si indottrina. * Nella scuola odierna si fa invece propaganda e si tenta di indottrinare i minori, che nel frattempo non imparano quanto sopra è sommariamente** ricordato. Nella scuola odierna, specie alle elementari e medie, si effettua specialmente del "contenimento" dei minori, e i docenti garantiscono tale funzione, un tempo affidata alle famiglie.  I docenti odierni del resto sono cresciuti in tale tipo di scuola pervertita, e non saprebbero insegnare ciò che ignorano.  *... è altresì inevitabile che l' ideologia dei docenti di certe discipline colori, seppur sbiaditamente, magari inconsapevole,

Paolo Beldì

 Aldo Grasso oggi nel Corsera coccodrilleggia sullo scomparso Paolo Beldì, regista tv, e gli attribuisce l'inno viola ( iniziante con le parole "o Fiorentina, di ogni squadra ti vogliam regina") , che il defunto diffuse soltanto, credo dalla  rai.  L'autore fu Narciso Parigi. Ogni volta che un giornale scrive di qualcosa a te vicino e noto, capisci che cacciaballe sono i giornalisti.

Luogo comune?

 Un luogo comune  come il rimpianto del passato ha la caratteristica di essere vecchio come il mondo (o tempora, o mores!) e di passare da una generazione all'altra; però potrebbe essere bonificato domandandosi se il rimpianto del passato non dipenda semplicemente dal continuo peggiorare della vita e del mondo. Ciò è rispecchiato dalla crescita della popolazione. Naturalmente il luogo comune in questione ha a che vedere anche con la perdita - rimpianta -  dell'ingenuità dei primi anni di ciascuno.