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Visualizzazione dei post da settembre, 2010
leggiamo spesso titoli di articoli, su Repubblica, firmati da un certo Schiavone, ma non leggiamo questi articoli discutenti temi di civiltà democratica e istituzionale, dal momento che sappiamo che l'autore è sotto prossimo processo, a Firenze, per aver partecipato, come unico concorrente, ad un concorso universitario la cui commissione (incaricata di attuare il trasferimento di un docente da un'altra università a quella fiorentina) lo vedeva tra i commissari. E' una figura alla Escher, questa invenzione del "concorso universitario perfetto". Ecco perché non leggiamo i seriosi articoli dello Schiavone, il quale naturalmente, in merito alla sua vicenda giudiziaria, si dichiara, intervistato nelle pagine fiorentine di Repubblica, "sereno"...Come facciamo a sapere che gli articoli di questo signore sono seriosi, dal momento che non li leggiamo? Non importa bere tutto quanto il mare per scoprire che è salato.
Dando per assodato che gli insegnanti siano frustrati e avviliti, mentre potrebbe pensarsi che, almeno i non precari, godano invece di un minimo di certezza stipendiale, oggi rarissima, Repubblica (9 IX) apre una pagina sul tema. Lodoli, scrittore ed insegnante, cinquantatré anni, così lui, parte dalla constatazione della incomunicabilità tra lui e per esempio una studentessa x quindicenne...Lasciamo stare...questa incomunicabilità secondo Lodoli (lo do lì) dipenderebbe dalla settorializzazione operata nel tempo recente dal "marketing" per cui i vari "target" sono incomunicanti tra loro. E' un'idea divertente, e noi, che per fortuna non siamo insegnanti nella scuola dell'obbligo, la accogliamo con interesse. Solo che un insegnante non deve comunicare, crediamo noi, deve insegnare, ed è tipico l'abisso (in decenni) che si accumula tra l'insegnante e i suoi allievi, che hanno sempre le stesse età, mentre lui invece...Da molto, la scuola essendo sta
abbiamo visto che un tredicenne è morto durante una gara motociclistica a Indianapolis (Usa), beninteso: il defunto, stando alla foto pure piccolino, pilotava una moto, non era lì a guardare...nessuno ci toglierà dalla testa che i suoi genitori e tutti coloro che hanno consentito al bambino di bruciare le tappe, magari per trarne vantaggi in soldi, siano responsabili di questa morte...non sappiamo niente delle regole che disciplinano il mototociclismo agonistico, né in Usa né qui...siamo però sicuri che in diversi si sentiranno, dopo questa morte stupida e iniqua, delle merde...