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Visualizzazione dei post da agosto, 2014
Mi è stato raccontato da persona di fiducia che durante un programma radiofonico della terza rete Rai un parlante (italiano) ha usato il termine garage* , francese (vedi gare , stazione), pronunciandolo come se si trattasse di una parola inglese. E' la rete colta della radio, la terza, ma gli asini che si comportano come se l'unica lingua fosse l'inglese crescono di minuto in minuto. *Significa (auto)rimessa .

Challenge

Un articolo ieri 23 agosto sul Corriere trattava della "sfida", argomento di moda che qui non voglio neppure sfiorare, usando la sua traduzione in inglese, che è "challenge". Ebbene, in 4 casi su 4 l'autore usa la forma "challange". Sbagliata.

"Ho fatto un casino"

Se tu fai cadere un vaso pieno di terriccio dal balcone giù in strada, o dimentichi di tirare il freno a mano dell'auto in sosta e quella se ne va, se fai bruciare l'arrosto che ti ha affidato tua moglie, eccetera, allora puoi mandarle un sms con scritto "ho fatto un casino". Ma se tu hai ucciso a coltellate tua figlia di un anno e mezzo e mandi a tua moglie un sms con scritto "ho fatto un casino", bene, allora significa che scrivi male perché parli male, e chi parla male pensa male, e chi pensa male vive male. Così un personaggio di Nanni Moretti.

Nuovissimi cani urbani

Un giovane di mia frequentazione ignora l'esistenza di un grosso ed importante ufficio postale sito ad un paio di km da casa sua. Non è strano, se si considera che il giovane non si occupa di molte cose pratiche come sono quelle che implicano la conoscenza dell'indirizzo di un ufficio postale dove si ritirano pacchi e lettere "inesitate". Costui mi narra tuttavia che i ragazzini (tra i quali lui non è più compreso da un bel pezzo) non conoscerebbero i nomi delle strade, che indicherebbero altresì facendo riferimento a certi esercizi commerciali secondo loro caratterizzanti. In effetti una conoscenza canina  * del territorio urbano non mi è nuova, ma qui siamo all'effimero. Gli esercizi commerciali chiudono, talvolta. Se il fenomeno di cui il mio giovane conoscente mi ha informato fosse vero, sarebbe da guardare come assenza di interesse per una conoscenza rigorosa della topografia. Per una conoscenza rigorosa in genere. E' la cultura dei "boh" e dei

Paria

Da molto tempo i professori che non hanno voglia di, o non sanno, far lezione, oppure, più di recente, non capiscono come far lezione a chi, in aula, s'occupa d'altro, invitano "esperti" a parlare, a raccontare, a "testimoniare", meglio se si tratta di personaggi noti. L'invito, o, se non l'invito, l'accesso parlante di Schettino della Concordia ad un seminario collaterale di "psicopatologia forense" tenuto nell'ambito della cosiddetta Sapienza, a Roma, rientra in tale andazzo. In un suo vecchio film, Nanni Moretti dette luogo ad una scenetta del genere: all'esame di maturità uno studente, richiesto dalla commissione su quale poeta "porti", fa il nome d'uno sconosciuto presente lì alle sue spalle, poeta. Lo stesso fanno, per le ragioni che ho sfiorato, i docenti universitari, molti dei quali, oggi, sono dilettanti "a contratto". Il docente divenuto famoso (ecco!) in questi giorni per aver dato la parola a

Carriera come scienza

Quei professori che si stracciano le vesti perché prima o poi (poi) dovranno mollare la cattedra o cattedrina e non più potranno tenerla stretta fino alla loro morte, mi fanno pena per due motivi: intanto perché scambiano la scienza con la loro carriera e viceversa. Poi perché fingono di preoccuparsi del turn over accademico che secondo loro non ci sarà, mentre invece sono terrorizzati di perdere i loro privilegi medievali.

Feeling of Power

In un racconto di fantascienza degli anni cinquanta, Feeling of Power*, un modesto impiegato d'una corporation dimostra di saper fare ancora i calcoli senza aiuto dei computer; deve dimostrarlo, infatti non gli si crede. Calcolano tutto le macchine. Oggi siamo già in quel futuro, all'incirca, e un tipo che sappia trovare una località (poniamo Buronzo) nell'atlante geografico cercandone prima il nome nell'elenco alfabetico posto nelle ultime pagine, dov'è indicata la pagina con la carta d'Italia, e le coordinate, per trovare il nome desiderato, con una lettera dell'alfabeto ed un numero - avete presente la "Battaglia navale"? Un tipo così suscita fastidio e sospetto nel giovincello che usa la tavoletta magica per tutto, e soprattutto, ebbene sì, non sa l'alfabeto. *Autore I.Asimov, tradotto con il titolo "Nove volte sette" nell'antologia Einaudi  Le meraviglie del possibile .