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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

Gli zelatori non ebrei dell'ebraismo

Di recente Ernesto Galli della Loggia ha pubblicato sul Corriere un articolo sull'antisemitismo, argomento che deve stargli a cuore.  GDL scrive prima una serie di cose molto opinabili sugli europei che sarebbero divorati dal senso di colpa nei confronti degli ebrei, ciò che avrebbe trasformato l'antisemitismo, vecchio come il cucco, in qualcosa di impraticabile.  Shoah, shoah, shoah!  Io conosco almeno un europeo che non è affatto divorato da sensi di colpa nei confronti degli ebrei in quanto ai tempi della Shoah non era nato, e che comunque considera l'antisemitismo solo uno dei tanti errori di cui tutti quanti ci pasciamo. Credo che di europei così ce ne siano parecchi. Dopo aver opinato tanto alla stracca GDL scrive in fondo all'articolo l'unica cosa giusta. Molti, gli zelatori non ebrei dell'ebraismo, son sempre in erezione (questa immagine non appartiene a GDL) anti antisemita e non solo   danno il vomito (anche questa immagine è mia), ma fomentano con i

Cinefilia, è un male curabile?

Di recente ho visto un film western di qualche anno fa intitolato "The salvation". Poiché lo avevo seguito con interesse in primo luogo per la bellezza dei costumi e poi per la serie di spunti interessanti che mi pare vi si trovino, sono andato a vedere se c'era qualcosa da leggere. Ho scorso un paio di recensioni tutte filmologiche . Significa che esse non coglievano gli spunti che il film dà, ma si curavano dei suoi ipotetici rimandi ad altri film.  Ora, guardare un film, leggere un romanzo, un saggio, guardare una foto, un quadro o anche un paesaggio senza tener conto che si tratta di "oggetti" inseribili tutti nella loro storia settoriale - sì, anche ad un paesaggio guardiamo con occhi privi di verginità - è ingenuo.  Tuttavia limitarsi ad una serie di rimandi filmologici, se si tratta di un film, senza tenere conto di che cosa "dice" e "rappresenta" il film, è da cinefili viziosi e un po'scemi. Il cinema non parla solo di sé stes

Guerra nel deserto

Ho acquistato per 5 euro su una bancarella Guerra nel deserto , di Emil Krieg, un ex militare Usa decorato con la Legion d'onore - il suo cognome in tedesco significa "guerra", è uno storico noto per aver scritto in particolare su Rommel, la "volpe del deserto". Defunto se non erro nel 2001.  Tre volumi di cui ho letto i primi due.  Nonostante che il nostro stia evidentemente dalla parte degli amici dell'oro e contro gli amici della svastica - quindi non neutrale ma favorevole al cosiddetto mondo libero - il libro è piacevole e piuttosto utile. E' il quarto che leggo sulla fenomenale guerra in Africa settentrionale ("41-"43; bellissimo quello di Paolo Caccia Dominioni) di cui ho incontrato negli anni giovanili tre partecipanti finiti nelle grinfie degli inglesi o degli americani - comunque sempre meglio che morire, ciò che avvenne a moltissime migliaia di uomini di entrambe le parti.  Krieg sottolinea la particolarità della guerra nel deser