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Visualizzazione dei post da 2019

"E' per il giardino"

E' morta Lolita.  Aveva 73 anni e mezzo ed era entrata nella storia del cinema grazie a Kubrick, che ai tempi la scelse come interprete dell'oggetto del desiderio di Humbert Humbert, il protagonista della storia. Si chiamava Sue Lyon.  Sue Lyon, allora quattordicenne, non era la ninfetta immaginata da Nabokov, autore del romanzo tradotto in film da Kubrick: troppo grande.  Non importa. Ce la ricordiamo in bianco e nero appoggiata su un gomito,  stesa nel prato del suo giardino, ci ripetiamo quel che risponde Humbert Humbert (James Mason) quando la padrona di casa, madre di Lolita, gli domanda che cosa lo abbia infine deciso ad affittare una stanza e il resto in quella casa. "E' per il giardino". (Ho scoperto leggendo qualche riga sull'argomento che Kubrick girò in Inghilterra "Lolita", tutto. Ottimo Stanley!)

Dagli all'antisemita!

Il ministro della scuola e dell'università Fioramonti ha dato le dimissioni - aveva promesso di darle se il governo non avesse destinato due (o tre?) miliardi di euro alla scuola e all'università. Il governo non ha destinato quella consistente cifra alla scuola e all'università, quindi non vedo che cosa ci sia da ridire su Fioramonti.  Oggi 27 xii sul Corriere si dedica un certo spazio critico al ministro dimissionario non solo perché tempo fa egli aveva chiesto di giustificare l'assenza da scuola degli studenti "scioperanti" per il clima, non solo perché sarebbe moroso in fatto di versamento al "partito" (M5S) di quote del suo stipendio di parlamentare, ma anche sulla base di certe sue dichiarazioni fatte tempo fa in merito alla giustezza di non so quale boicottaggio ai danni di Israele.  Dagli all' antisemita !

La grande bellezza

Ho visto la versione intera de "La grande bellezza" di Sorrentino, non quella tagliata che in molti hanno apprezzato al cinema e in dvd. Non sono un sostenitore di Sorrentino, che ha fatto film brutti, se non anche stupidi, ma qualche buon film lo ha pure tirato fuori.  Guardando la versione intera de "La grande bellezza" si conferma il sospetto che con la "bellezza" non sia tanto in questione Roma, come molti (giornalisti romani) hanno fatto credere, quanto l'età giovanile del protagonista, divenuto un giornalista dandy che sembra aver portato a compimento la perdita di sé intrapresa  da Marcello, ne "La dolce vita" di Fellini.  Un personaggio del film racconta al protagonista, Gambardella, del primo semaforo installato a Milano negli anni venti, e della folla accorsa a guardarlo, ed accenna alla "grande bellezza" dell'evento. E' vero, Gambardella parla verso la fine del film di "grande bellezza" accennando al

Bellocchio

Pare che Marco Bellocchio, in gara a Berlino con "Il traditore", abbia detto: "non sono più un anarchico".  L'avevamo da anni capito. Auguri!

Mondializzazione della narrativa in Murakami

Negli ultimi tempi ho letto due romanzi del famoso scrittore giapponese Murakami, A sud del confine  (1992) e L'incolore  (2013) e smesso di leggere, poco dopo la sua metà,  Kafka sulla spiaggia (2002). Il primo dei tre, il cui titolo è un poco più lungo rispetto alla presente versione, sa di poco quanto alla vicenda: in definitiva si tratta di un tizio che da sposato ritrova una vecchia fiamma, ci va a letto e poi la perde di nuovo. Il secondo è meno insulso, difatti narra dell'ostracismo cui un gruppo di giovani condannano ingiustamente e misteriosamente un amico, il quale verso i quarant'anni riesce ad interrogare gl'interessati ed a sapere perché mai lo abbiano sbattuto fuori dal gruppo. Kafka sulla spiaggia ho dovuto smettere di leggerlo per una questione di dignità. Si tratta di un pastone che mi ricorda a tratti Stephen King, ciò che non è motivo per me di apprezzamento dato che King è uno scrittore all'ingrosso per di più malato di mente; mi ricorda per la

Rigare dritto o finire fritto

Un professore dell'università di Siena che insegna se non erro filosofia, Emanuele Castrucci, è sotto tiro a causa di alcuni suoi post non conformistici in merito a Hitler e dintorni. Certi suoi autorevoli colleghi minacciano di togliergli la cattedra "per indegnità". Il professore se non sbaglio ha 67 anni, quindi in teoria potrebbe insegnare ancora per 3 anni.  Mi auguro che si procuri avvocati bravi e riesca come minimo ad evitare i danni morali e materiali che sembrano incombere su di lui. Vi è libertà di opinione o siamo in una dittatura mascherata da democrazia? La risposta buona è: siamo nella dittatura mediatica del politicamente corretto mascherata da democrazia. (13 Dicembre) Intanto i colleghi di Castrucci lo hanno sospeso dalla sessione di esami straordinaria di dicembre e lavorano per togliergli il corso che dovrebbe iniziare all'inizio del 2020.  (21 Dicembre) Castrucci ha chiesto e ottenuto il prepensionamento. Così ci rimette circa tre anni di

Gli zelatori non ebrei dell'ebraismo

Di recente Ernesto Galli della Loggia ha pubblicato sul Corriere un articolo sull'antisemitismo, argomento che deve stargli a cuore.  GDL scrive prima una serie di cose molto opinabili sugli europei che sarebbero divorati dal senso di colpa nei confronti degli ebrei, ciò che avrebbe trasformato l'antisemitismo, vecchio come il cucco, in qualcosa di impraticabile.  Shoah, shoah, shoah!  Io conosco almeno un europeo che non è affatto divorato da sensi di colpa nei confronti degli ebrei in quanto ai tempi della Shoah non era nato, e che comunque considera l'antisemitismo solo uno dei tanti errori di cui tutti quanti ci pasciamo. Credo che di europei così ce ne siano parecchi. Dopo aver opinato tanto alla stracca GDL scrive in fondo all'articolo l'unica cosa giusta. Molti, gli zelatori non ebrei dell'ebraismo, son sempre in erezione (questa immagine non appartiene a GDL) anti antisemita e non solo   danno il vomito (anche questa immagine è mia), ma fomentano con i

Cinefilia, è un male curabile?

Di recente ho visto un film western di qualche anno fa intitolato "The salvation". Poiché lo avevo seguito con interesse in primo luogo per la bellezza dei costumi e poi per la serie di spunti interessanti che mi pare vi si trovino, sono andato a vedere se c'era qualcosa da leggere. Ho scorso un paio di recensioni tutte filmologiche . Significa che esse non coglievano gli spunti che il film dà, ma si curavano dei suoi ipotetici rimandi ad altri film.  Ora, guardare un film, leggere un romanzo, un saggio, guardare una foto, un quadro o anche un paesaggio senza tener conto che si tratta di "oggetti" inseribili tutti nella loro storia settoriale - sì, anche ad un paesaggio guardiamo con occhi privi di verginità - è ingenuo.  Tuttavia limitarsi ad una serie di rimandi filmologici, se si tratta di un film, senza tenere conto di che cosa "dice" e "rappresenta" il film, è da cinefili viziosi e un po'scemi. Il cinema non parla solo di sé stes

Guerra nel deserto

Ho acquistato per 5 euro su una bancarella Guerra nel deserto , di Emil Krieg, un ex militare Usa decorato con la Legion d'onore - il suo cognome in tedesco significa "guerra", è uno storico noto per aver scritto in particolare su Rommel, la "volpe del deserto". Defunto se non erro nel 2001.  Tre volumi di cui ho letto i primi due.  Nonostante che il nostro stia evidentemente dalla parte degli amici dell'oro e contro gli amici della svastica - quindi non neutrale ma favorevole al cosiddetto mondo libero - il libro è piacevole e piuttosto utile. E' il quarto che leggo sulla fenomenale guerra in Africa settentrionale ("41-"43; bellissimo quello di Paolo Caccia Dominioni) di cui ho incontrato negli anni giovanili tre partecipanti finiti nelle grinfie degli inglesi o degli americani - comunque sempre meglio che morire, ciò che avvenne a moltissime migliaia di uomini di entrambe le parti.  Krieg sottolinea la particolarità della guerra nel deser

Collant

Ho sentito in una pubblicità di calze da donna pronunciare la parola collant come segue: còllant . Ora, la parola è francese ed ha un doppio significato, concreto e metaforico. Di una persona appiccicosa si può dire che è collant, che sta troppo addosso ad amici e intimi eccetera. Le calze da donna si chiamano collant perché aderiscono alle gambe. La pronuncia giusta è colòn , piuttosto stretta. Francese. Còllant è oscenamente brutto e altrettanto oscenamente asservito alla lingua inglese, o americana.

Tiziano Terzani in Cambogia

Ieri 17 Ottobre Rai Storia si occupava del governo comunista cambogiano diretto da Pol Pot dal 1975, responsabile di "genocidio" ai danni di "milioni" di cambogiani dai comunisti considerati non idonei alla rivoluzione. Due cose mi hanno colpito, fermo restando che l'eliminazione fisica degli avversari politici è sempre inaccettabile. Uno: nel corso della trasmissione, diretta come al solito da Paolo Mieli, si è menzionato più volte il ruolo degli Usa nei fatti e misfatti avvenuti nella penisola indocinese prima e dopo il 1975, e mai si è messo in discussione tale ruolo, considerato scontato. Due: si è udito il (defunto) giornalista Tiziano Terzani riferire di una sua esperienza cambogiana di obnubilamento ideologico della percezione della realtà dei massacri compiuti dai comunisti. Il Terzani diceva in altri termini che, ai tempi essendo lui di sinistra, aveva visto quel che la sua ideologia gli permetteva di vedere, non quel che "davvero" accadev

Vichy

Ieri 13 Ottobre in Rai Storia ho seguito un dibattito su F. Mitterand, già presidente francese - a suo tempo criticato con forza per aver lui collaborato al governo Petain durante l'occupazione tedesca della Francia dal 1940. L'ospite, a domanda del conduttore Mieli circa la paragonabilità dell'esperienza francese, nota come Vichy , con la repubblica di Salò in rapporto al cosiddetto collaborazionismo, ha negato che "Vichy" e "Salò" siano state uguali.  E' vero! "Vichy" inizia dal "40 dopo la sconfitta francese e dopo l'occupazione tedesca della Francia; "Salò" inizia nell'autunno del 1943 come reazione alla sconfitta del fascismo e in particolare dell'esercito italiano davanti all' avanzata da sud degli "alleati" angloamericani. E' sì comandata dagli occupanti tedeschi che dell'Italia erano stati alleati fino al giorno 8 Settembre del 1943, ma è governata da Mussolini e dai suoi fedeli. L

Eca de Queiroz per principianti

In un punto di scambio libri ho trovato A reliquia di Eca de Queiroz. Dopo aver fatto l'interessante scoperta di riuscire a capire qualcosa della lingua portoghese mi è venuta in mente una collezione di "classici" che mio padre comprò sessanta anni fa. Ne ho fatto menzione a mio fratello, che la detiene e che mi ha prestato il volume contenente  L'illustre casata Ramires e La capitale.  Ho per ora smesso di "leggere" A reliquia , che narra di un orfano protetto dalla zia, danarosa e bacchettona. L'orfano, Teodoro Raposo, cresce leguleio e puttaniere, ma presto comprende che, per poter godere dell'agiatezza di sua zia dopo la di lei morte, deve mostrarle di essere religiosissimo. Nonostante che gli piacciano la bella vita e i piaceri della carne, cui non rinuncia, tenta di ingannare la zia esibendo il massimo di fedeltà alle pratiche esteriori della religione cattolica. Riesce poi a farsi finanziare un viaggio in Terra Santa dal quale spera di rica

Dono di Dio?

V'è chi afferma che "la vita è dono di Dio" ritenendo forse che il suo sia un argomento forte contro l'eutanasia, il suicidio, il suicidio "assistito", il "fine vita" eccetera. Dal momento che "Dio" è un compagno immaginario per persone oramai cresciute, nient'altro, o se vogliamo è una formula sintetica di "attribuzione causale" piuttosto antiquata, l'argomento è debolissimo.  Del resto la vita non è neppure un dono, anzi, in certe circostanze è una condanna. Farla finita, comunque sia, è un diritto assoluto delle persone, tutto qui. Quanto agli "aiuti" a farla finita è logico che devono essere chiusi in una severa normativa allo scopo di evitare abusi dettati da interessi particolari. Mi spiego: ti aiuto a farla finita così entro subito in possesso dei tuoi beni, caro papà. Il resto è fumo e ipocrisia.

Sciopero

L'ambientalismo sganciato da una critica del capitalismo e dell'imperialismo è una stupidaggine velleitaria, ne è la prova il fatto che quotidiani decisamente filocapitalistici e filoimperialistici come il Corriere e la Repubblica, con rispetto parlando, appoggino lo "sciopero" studentesco di oggi.  Quanto allo scioperare ed allo sfilare, capisco che per molti studenti usciti appena dalle medie sia una novità interessante, sono stato adolescente anch'io, quindi transeat! Chi parla di un giorno di scuola "perduto" mi fa pena se è in buona fede, sennò ribrezzo. Resta che una manifestazione che vuol essere radicale non deve accettare il via libera del governo - del ministro dell'istruzione nella circostanza.

Stromboli

Di recente ho udito qualcuno dichiarare che il vulcano Stromboli non erompeva, come ha fatto già due volte durante questa estate, da due secoli. Ora, non conviene mescolare le carte della storia umana con le carte della storia della Terra. Due secoli sono infatti molto tempo per noi, ma sono un batter d'occhio per la Terra e i suoi misteri. Ciò vale anche a proposito delle variazioni climatiche, le quali hanno a che vedere con la storia della Terra e di quanto la avvolge - e dalla geologia sono registrate. Il pianeta ne ha viste di cotte e di crude durante la sua storia, da ultimo ha visto diffondersi sulla sua superficie prima migliaia poi decine e centinaia di migliaia poi milioni infine miliardi di umani - "da ultimo" significa da qualche migliaio di anni in qua. Poco davvero rispetto alla storia della Terra. Quel che combinano gli umani, pateticamente industriosi, è certamente brutto - che interferisca con la storia della Terra non credo proprio. 

La "potenza" del Sessantotto

Galli della Loggia ha pubblicato ieri 30 agosto un articolo sul Corriere in cui commenta la testimonianza di un certo Delbecchi, giornalista del Fatto quotidiano , in merito all'esame di "storia del cinema" da lui, Delbecchi, sostenuto negli anni settanta nell'università di Firenze. Il professore esaminatore con ogni probabilità era Pio Baldelli, defunto e impossibilitato, come anche Galli della Loggia potrebbe concedere, a difendere le modalità d'esame (veloce, di gruppo e lautamente autovalutato dagli esaminati stessi) in quel caso messe in atto da lui, Baldelli. Galli della Loggia, che non menziona Baldelli forse in base al principio secondo cui si segnala il peccato e si tace il peccatore , o a quello del parce sepulto  , da diversi anni va sostenendo che l'attuale situazione penosa degli studi in Italia è effetto degli sconvolgimenti avvenuti dopo il 1968, anno di rivolte che per qualche anno ebbero effetti in vari luoghi d'interesse sociale, cultura

Champagne nel cilindro

Ritratto di signora (Portrait of a lady - 1881) è un lunghissimo romanzo di Henry James che ho letto in questi ultimi tempi. Non sono un fan di H.J., che pure ho incontrato diverse volte nei decenni: non riesco a pensare alla sua mente , espressa nella scrittura, senza ricordarmi un aneddoto che riguarda lui: gli avrebbero versato durante un ricevimento una qualche bevanda più o meno pregiata nel cappello a cilindro. I signori usavano tenere il loro cilindro appoggiato da una parte capovolto, appunto a mo' di vaso, quindi H.J. al momento di uscire e di rimettersi il cilindro si sarebbe versato in testa il contenuto. Mi pare, vero o falso, uno scherzo appropriato - ridicolizza quest'intelligentissimamente impalato signor scrittore. In breve la storia: una ragazza di nome Isabel Archer, statunitense di spirito e di gradevole aspetto, viaggia in Europa e in Inghilterra viene locupletata da uno zio, anche lui statunitense, con una notevole eredità. A Firenze l'ereditiera viene

Rottamazione della Enciclopedia Treccani

Dalla Stampa di ieri: trovati i volumi completi della Enciclopedia Treccani - lasciati in un cassonetto - è stata segnalata tale presenza - l'opera oggi è salva - tutto bene. Mi piacerebbe sapere come è successo che quei 27 volumi siano finiti in un cassonetto, comunque so che sono così ben corazzati visibili e grandi che si potrebbe anche pensare che il gesto sia stato in realtà una "richiesta d'aiuto".  E' vero che una volta ho trovato su un cassonetto un'edizione della Commedia dantesca così esigua, tascabile, che davvero noia non poteva darne. A parte l'assenza di note esplicative! Non percorrerò ora la via banale deprecando il gesto, treccanicamente scorretto; meglio sarebbe scrivere un racconto che lo illustri.

Conflitto d'interessi etici

L'informazione storica che propone la Rai tramite specialisti di vario livello coordinati da un noto divulgatore è degna di attenzione e di lode, comunque la si segue anche con piacere.  Non so se ieri 26 luglio 2019 sia andata in onda la puntata in programma sul processo svoltosi a Norimberga dopo la fine della seconda guerra mondiale. Il processo certo fu viziato, in quanto che la sua organizzazione e il suo svolgimento furono opera dei vincitori della guerra, che processarono e per lo più condannarono gli sconfitti.  Come si dice: guai ai vinti! Ciò vale tra parentesi anche per i processi effettuati dopo la fine delle guerre balcaniche, avvenute verso la fine degli anni novanta del secolo scorso. Furono processati i vinti. Se è per questo furono viziati anche i processi che i comunisti al potere inflissero prima in URSS e poi, dopo la fine delle seconda guerra mondiale, in diversi Paesi "alleati" dell'URSS, agli oppositori di Stalin e dello stalinismo. Il ra

Kaputt

Ho letto colpevolmente in ritardo di decenni Kaputt , un testo pubblicato negli anni quaranta del secolo scorso e che, mi pare, si articola abbastanza bene con La pelle , dello stesso autore, Curzio Malaparte. La pelle  racconta di Malaparte durante l'avanzata dal sud d'Italia al nord dei liberatori (americani, sudditi dell'impero britannico eccetera) fronteggiati dai tedeschi - Malaparte facente parte delle "forze" militari italiane filomonarchiche aggregate ai liberatori.  Kaputt  racconta di Malaparte all'opera (?) qua e là in Europa, durante i primi anni della guerra (che durò dal 1939 al 1945, ricordo).  Sempre di Malaparte si tratta, e torna in mente quanto disse di lui Leo Longanesi, che  in una festa di matrimonio avrebbe voluto essere la sposa, in una cerimonia funebre il defunto.  Ufficiale italiano, corrispondente di guerra, diplomatico, spia, non saprei, Malaparte transita patetico snob nelle alte sfere, re, principi, ambasciatori, general

Due bambini innamorati

Guido Nobili nacque a Firenze nel 1850. Di famiglia agiata e numerosa, sua madre pittrice, esercitò la professione di avvocato e defunse nel 1916. Tra le carte che lasciò fu trovato un breve scritto intitolato Memorie lontane , pubblicato solo nel 1942. Da allora il libretto è stato ripubblicato molte volte ed è disponibile anche in rete. Successo postumo! Fino a pochi giorni or sono non lo avevo mai sentito nominare, poi l'ho trovato in un punto di scambio libri che frequento spesso. Dapprima l'ho scartato, ritenendolo una pubblicazione a spese dell'autore , di solito un genere micidiale, solo che nel cumulo ve n'erano tre copie e alla fine ho dovuto arrendermi: era un segnale. Orbene, Memorie lontane racconta di un anno della vita dell'autore da bambino - all'incirca decenne. Scorge segni dell'imminente indipendenza e unità nazionale, fuori e in famiglia, ma soprattutto conosce una coetanea, un bella bambina greca. S'incontrano nella grande piazza d

L'imitatore di voci

Dal 1995 (tardi, quindi) ho iniziato a leggere le opere di Thomas Bernhard. Il mio primo libro fu Perturbamento (Verstoerung), che da allora mi ha incontrato quattro volte.  Consta di due parti. Nella prima il narratore, un giovane tornato a casa dalla città dove compie i suoi studi, accompagna il padre, un medico di campagna, nel suo giro di visite.  Si tratta di "casi ingrati", come dichiara il medico al ragazzo. Ingrati non solo dal punto di vista patologico ma anche dal punto di vista sociale. La prima parte è varia e cupamente curiosa. Il medico non risponde a una lettera del ragazzo, interrogativa in merito a certe difficoltà che esistono in famiglia specie dopo la morte della madre, con un'altra lettera, ma con il giro di visite fatto in compagnia. Guai seri, in giro, e poco ci si può fare, sembra che dica il medico al ragazzo, preoccupato in particolare dello stato inquietante della sorellina. Bernhard presenta una provincia austriaca afflitta, malata, dispe

Nanni Balestrini è morto

La morte di Nanni Balestrini, di cui lessi moltissimi anni fa Vogliamo tutto e La violenza illustrata , ha indotto gli autori di "coccodrilli" a ricordare l'adesione del defunto al cosiddetto Gruppo 63, un manipolo di scrittori di più o meno solida fama che appunto in quell'anno vollero prender posizione contro la narrativa allora in auge. Un professore universitario di filosofia, Massimo Cacciari, di recente in un'intervista ha riferito di aver letto a 15 anni La fenomenologia dello spirito (F. Hegel); io nel 1963 avevo 16 anni, ma ignoravo tutto perfino del Gruppo 63, assai meno importante della FDS: iniziavo a tirar su la mia collezione di libri, questo sì. Comunque fosse e sia, il Gruppo 63 ce l'aveva su con Carlo Cassola e con Giorgio Bassani, come già sapevo e ho trovato confermato leggendo un "coccodrillo" nel Corriere della sera. Ora, guai a chi tocca Cassola, il quale ha scritto Un cuore arido , Ferrovia locale , Il taglio del bosco , e u

Theodor Fontane

Il romanzo di fine Ottocento di Th.Fontane intitolato La signora Jenny Treibel racconta dell'opposizione di J.T. al tentativo di una giovane, Corinna, di entrarle in casa tramite il matrimonio con Leopold, che di J.T. è il figlio minore.  La casa Treibel è agiata ed in ascesa, il progetto di Corinna, figlia di un docente liceale e quindi non agiata, è dunque fondato sull'ambizione.  Corinna non ama Leopold, bada al sodo, così come J.T. bada al sodo, infatti si oppone al progetto di matrimonio e provvede a mettersi in casa, ospite, una concorrente agiata di Corinna, per quanto le stia antipatica. A quanto pare, invece, Leopold amerebbe Corinna, ed anzi la vedrebbe come "veicolo" adatto al superamento delle sue debolezze ed incertezze, solo che non è capace di andare oltre l'invio di letterine quotidiane a Corinna, che alla fine si stufa e procede a sposarsi con il cugino Marcell, un archeologo in ascesa, suo corteggiatore. Beninteso non amandolo. Corinna e Jenn

Tradurre dal tedesco in italiano

Nel post che precede questo, ho scritto che "l'italiano della traduzione" del romanzo di Robert Schneider è buono. Significa che è insieme corretto e leggibile. Non conoscendo il testo originale, scritto in lingua tedesca, non so dire se la traduzione di per sé sia valida. Penso in genere, da dilettante in fatto di traduzioni oramai da decenni (dal greco antico e dal latino ai tempi della scuola, dall'inglese (psicanalisi e dintorni) in tempi meno remoti, dal francese (Proust), ed infine, assiduamente, dal tedesco), che una traduzione può essere buona anche quando, dal punto di vista della lingua d'arrivo, non è scorrevole. Ho tradotto "in proprio", allo scopo di coltivare il mio tedesco sordomuto,  molto da Kafka, un poco da Kleist, un testo da Goethe (Werther), un testo da Th. Mann (Mario e il mago), due raccolte di testi di Th.Bernhard, oltre che da qualche altro autore di rilievo minore. Da ultimo ho tradotto un romanzo di Th.Fontane, Jenny Treibel

Le voci del mondo

Le voci del mondo , romanzo di Robert Schneider, è intitolato nell'originale tedesco Schlafes Bruder , che alla lettera significa "fratello del sonno".  In italiano la traduzione (Einaudi) dovrebbe essere "(la) sorella del sonno", è infatti in questione la morte, cui il sonno viene accostato, o paragonato, sennonché Tod (morte) in tedesco è maschile, per cui ecco spiegato quel Bruder (fratello). Pare che il romanzo, nonostante che a tratti presenti qualche difficoltà  per il lettore, come me, a digiuno di conoscenze tecniche e lessicali di musica, abbia avuto molto successo - internazionale. A parte il titolo, scelto forse per opportunismo commerciale, l'italiano della traduzione è buono, per cui la lettura è piacevole. In breve, si tratta della storia di un individuo dotato di genio musicale che, a causa del suo isolamento sociale e geografico, rimane sconosciuto e soprattutto non può confrontare le sue capacità con modelli colti. Il narratore della sto

Erostrato

Nel caso che la versione di polizia, magistratura e media sul delitto avvenuto a Torino, dove un giovane marocchino con nazionalità italiana ha ucciso lungo il Po un giovane italiano a lui sconosciuto con una coltellata, sia veritiera, e a parte la spiegazione data dall'assassino, potremmo far ricorso esplicativo ad un racconto di Jean Paul Sartre, Erostrato , edito in italiano da Einaudi (Torino!) molti decenni or sono. Un tizio spara ad uno sconosciuto per strada, gli spara nella nuca senza neppure averlo guardato in faccia, perché ...  Leggiamo Sartre. Altrimenti rifacciamoci alla fenomenologia dell' Amok, evento descritto in referti etnologici dall'Indocina, da Giava, da Sumatra. Un tizio esce in strada e colpisce con una roncola chiunque si trovi davanti, finché qualcuno non abbatte lui. Del resto, un anno fa circa, un pensionato italiano, a Firenze, uccise con un'arma da fuoco, sull'Arno, un venditore ambulante africano che non aveva mai visto prima né sape

Curzio Malaparte: nostalgia della comunità e mitopoiesi

Ho trovato una vecchia edizione (Vallecchi) di  Maledetti toscani , testo ripubblicato un paio di anni fa da Adelphi. La soggettività di Curzio Malaparte si applica ai nativi della Toscana, agli usi e costumi della Toscana, ed al paesaggio, incluso il paesaggio urbano toscano .  Malaparte parla certo di qualcosa che ha dentro di sé: il senso della comunità toscana, della differenza toscana, come le altre già ai tempi dell'uscita del libro in via di annientamento.  Maledetti toscani  costituisce una curiosità poetica, polemica, nostalgica, retorica, ed è inerente ad un mito . Riflettendo sull'ipotesi che in questione, nel libro, sia il mito , propongo che Malaparte abbia messo in atto una sorta di mitopoiesi - nel senso che i toscani sarebbero visti come una sorta di "popolo eletto", e sia pure entro il recinto della "maledizione". Il fondamento del libro è dunque il senso della comunità vista attraverso la lente del mito.

Memorie di una geisha - transito nella "valle oscura".

Memorie di una geisha di Arthur Golden è un lungo testo che probabilmente corrisponde a esperienze vissute e raccontate da una donna giapponese all'autore.  La finzione espone però una scena di questo tipo: una anziana geisha trasferitasi da tempo a New York narra la storia della sua vita a un accademico, conoscitore americano della cultura giapponese. Ciò implica che il testo proceda in prima persona.  In breve: una graziosa bambina proletaria che vive con la sorella, la madre, malata, e il padre, anziano, in un piccolo centro di pescatori, è venduta a un commerciante che, insieme alla sorella, la conduce a Kyoto e la rivende a una sorta di maitresse che gestisce una casa dove si istruiscono geishe. La sorella della protagonista, meno avvenente, viene avviata senz'altro alla prostituzione. Le due bambine si rivedranno solo in un'occasione. Poi, mai più. Nei primi anni la protagonista fa la servetta nella casa, successivamente, grazie alla sua avvenenza e alla particol

Lucida Mansi

Lucida Mansi visse nella realtà del 17° secolo gran parte della sua esistenza a Lucca, dove morì a quarantatré anni colpita dalla peste, evento all'epoca tutt'altro che raro. Nella leggenda continua, certo a sprazzi, a vivere come donna di bellezza straordinaria e di spigliata vivacità erotica, sterminatrice di cuori e corpi maschili - indifferente alle piccinerie bigotte. Segnalo qui che nel suo romanzo Il passo dei Longobardi Arrigo Benedetti dedica il settimo capitolo della seconda parte a Lucida, seguendone la storia dall'infanzia alla morte. Benedetti, che anche ne Il ballo angelico propone suggestioni gustose circa le credenze religiose e superstiziose fiorenti in Lucchesia, qui accoglie la leggenda che vuole Lucida eternamente giovane nonostante il trascorrere degli anni per aver lei patteggiato con Satana; novella Giocasta, tuttavia, Lucida si unisce senza averne coscienza con un suo figlio dimenticato, così perdendo in una notte sola il privilegio dell'eterna

Foibe e dintorni.

Le foibe (dal friulano; dal latino fovea ) sono profonde cavità verticali di natura carsica (il Carso è un territorio sito nel nord est d'Italia, illustrato dalla prima guerra mondiale, per noi iniziata nel 1915 e terminata nel 1918). Se ne trovano molte in Istria, la grande penisola, bagnata dal mare Adriatico, che si trova a est sud-est di Trieste. Esse, è da credere, rappresentano una forte tentazione. L'Istria, dopo gli accomodamenti stabiliti tra le "potenze" vincitrici della suddetta guerra, fu assegnata al regno d'Italia e fu quindi governata dagli italiani, che, insieme a sloveni e croati, la abitavano. E fu "italianizzata" durante il fascismo (1922-1943; 1943-1945), a discapito delle altre componenti etniche. Durante la seconda guerra mondiale fu occupata militarmente dalle truppe tedesche e dalle truppe italiane, alle quali si oppose la resistenza dei popoli slavi, guidata dai comunisti.  Alla fine della guerra (1945) l'Istria fu assegnat

La macchia umana

La mia quarta lettura di Philip Roth, dopo L'umiliazione, Lamento di Portnoy, Il fantasma esce di scena , sarebbe stata La macchia umana , sennonché circa a metà  ho dovuto interrompere la fatica che stavo portando avanti, diciamo così, per senso del dovere. Dovere? Sospetto che P.R. venisse remunerato un tanto a parola, del resto non sarebbe stato il primo né l'ultimo. Anyway, arrivato alle considerazioni che una giovane donna, declassata, divorziata e amante dell'anziano protagonista, fa in merito alle cornacchie , mi sono arreso, dal momento che la vita è breve. Per chi non fosse al corrente dell'intreccio, si tratta di un intrigo tra il narrativo, il sociologico e il politico * di cui il protagonista, un professore universitario specializzato in classicità greca e latina, ma anche, come accade, impegnato nella nobile arte di presiedere una facoltà, o un campus, non saprei, è un negro** dalla pelle chiara che, per opportunismo, si finge bianco e, a un certo moment

I Protocolli dei savi di Sion

Per farsi notare, un senatore del M5S ha criticato nei giorni scorsi la prepotenza delle grandi banche attribuendola ad una inclinazione ebraica - e citando I protocolli dei savi di Sion . Ci è riuscito, almeno stando ai media che io seguo, attirandosi anche la scontata rampogna di un alto papavero della cosiddetta comunità ebraica, com'è noto da sempre internazionalmente estranea al mondo dei soldi. Io credo che la maggior parte di coloro che accennano ai Protocolli , affrettandosi ad aggiungere che "si tratta di un falso messo in giro dalla polizia politica russa", ai tempi degli zar, circa cento anni or sono, non l'abbiano né aperto né letto. E' dunque il momento di andare in libreria o in biblioteca e chiedere il volume curato da C. De Michelis intitolato La giudeofobia in Russia , edito da Boringhieri, nel quale si trovano, insieme ad altri testi "giudeofobici", i Protocolli , nella traduzione del De Michelis stesso. Si tratta di un testo che mett

La passione dei tedeschi per l'arte figurativa

Di recente si è tornati a parlare di un'opera che manca dalla galleria degli Uffizi di Firenze oramai dai tempi della presenza armata (ostile) dei tedeschi in Italia dopo l'8 settembre 1943; si tratta di una cosiddetta natura morta che fu sottratta da un soldato tedesco - in verità non dagli Uffizi, ma da un luogo dove era stata messa "al sicuro". Orbene, i media che io seguo, altri non so, continuano a parlare, in merito alla sottrazione, o furto, o bottino di guerra che dir si voglia (pratica quest'ultima connessa da sempre ai contesti bellici) di responsabilità dei "nazisti", con tale formula censurando la effettiva germanicità del fatto.  Sarebbe come dire, oggi, che gli interventi buoni o meno buoni della polizia italiana sono effettuati da leghisti - dal momento che è il capo della Lega Matteo Salvini ministro degli Affari Interni, ministero da cui dipende la polizia di Stato. O che i militari italiani impiegati all'estero a scopi buoni o meno

Goethe con Proust

Di recente ho tradotto dall'originale I dolori del giovane Werthe r. Nel lavoro, lento e perciò attento ai dettagli, ho colto due accenti "proustiani", ragion per cui concludo che in Proust (1871-1922) v'è del Goethe. Ricorderò tre passi "proustiani" del Werther. Il primo: recandosi in carrozza ad un ballo insieme a due ragazze, Werther viene informato del fatto che Lotte, che i tre stanno andando a prendere, è fidanzata, ciò che lascia il ragazzo indifferente. Fulminato al primo sguardo, intriso nel miele della serata danzante, il ragazzo ode una signora ricordare maliziosa a Lotte un certo Albert. Chi è Albert?, lui chiede. E' il mio fidanzato, risponde Lotte. Orbene, Werther osserva che l'informazione, ora, messa in rapporto alla realtà relazionale creatasi tra lui e Lotte, vive di quella vita che prima, slegata da essa, non viveva.  Ciò è perfettamente "proustiano" - non dico geniale, dico proustiano. Il secondo: avanti nella storia