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Visualizzazione dei post da 2009

Gita distruzione.

2500 Km in 5 giorni, Civitarotta Praga, Praga Vienna, Vienna Salisburgo, Salisburgo Mauthausen, ritorno a casina, gita d'istruzione - gita distruzione, tra le palle di Mozart e il Konzentrationlager, qualche birreria praghese, goulasch, Kafka, cacca, mescolare e servire, gita scolastica, scuola d'eccellenza, dio mio, fatemi scendere, non è possibile essere così coglioni!

Fatturato sarà lei!

Un collega presenta una tesi sulla "mafia" e ciancia dell'enorme "fatturato" annuo della medesima, il maggiore in Italia.................. La "mafia" fattura cosa?.............

Frustrazioni gerarchiche.

Tra i miei colleghi più o meno sessantenni molti sono terribilmente frustrati perché, se "ricercatori", non riescono a diventare "associati", se "associati" non riescono a diventare "ordinari", se "ordinari" non riescono a diventare "presidi", se "presidi" non sperano di diventar Re................ Hanging on in quiet desperation .............. sarebbe meglio.......... "Ricercatori" sessantenni disperati perché non riescono a "salire" neppure nella "seconda fascia"......... povere anime........... sono i più patetici...........si sbattono, rivendicano......... E "giovani" si stracciano le vesti perché non sono pagati nulla........ Sarà mica un obbligo, insegnare all'università?.......... "Fughe di cervelli"...........sfortunatamente il resto di tali corpi accademici resta in patria...... Non si capisce che l'università pubblica è finita? E' finita.

Età universitarie.

Tanto lenta per i più è la carriera accademica, che un trentenne poppa, un quarantenne inizia ad ablar, a cinquant'anni si consegue magari una sottocattedra, dunque pare che la giovinezza sia in fior, sui sessanta sei "maturo", a settanta aspiri ad esser riconosciuto come decano, ma per dio!- pieno d'energie.......................Di qui il vaniloquio futurologico slegato dalla realtà del pensionamento e della vecchiaia, e della Signora dai verdi denti...............

Re passati e presenti.

Si sa che il vecchio Re dell'università, qui a Civitarotta, è morto.....Il suo cadavere, esposto nella sala centrale del Mausoleo della Scienza e della Tecnica, gelata, per mesi è stato oggetto di ininterrotte visite da parte di doc stud e citt di ogni età.......Giusto! Il vecchio Re ha fatto molto per Civitarotta......Ora c'è il nuovo Re, il vecchio è stato sepolto nel cimitero sotterraneo del Mausoleo (v.sopra), e vabbè......Devo dire che rimpiango la faccia lombrosiana del vecchio Re, un salumiere massone amante della famiglia, malversatore e furbastrino......Il nuovo sembra un merciaio di Montemurlo........Non porta la cravatta! Birichino........

Una tesi fatta in casa.

Giorni or sono, soltanto durante la discussione di una tesi, ero correlatore, è emerso che la persona intervistata dalla candidata, e oggetto di cosiddetta narrazione "terapeutica", era sua sorella, e nota bene: il tema era famigliarmente caldissimo...........se non avessi sollevato il caso (scorrettezza, falsificazione, mistificazione) nessuno ci avrebbe fatto caso!...Ripetizione voluta.....Un tizio, mio collega (?) ha detto: mica è una tesi scientifica!.......... Tesi fatta in casa, bisogna dire.

Moriremo, colleghi.........

Notata perlina circolante nelle parole dei miei colleghi, tutti rigorosamente ultrasessantenni.....gli par d'essere eterni, ciarlano del futuro come se ne avessero quaranta..............senza contar la Comare Secca, naturalmente, mi fanno tenera pena...........l'accademia è un'extratemporalità?

Il rettore-padre.

Il rettore uscente dell'università di Firenze, leggo, ha chiesto settecentomila euro di danni al quotidiano La repubblica, per alcuni articoli pubblicati dal giornale negli anni scorsi in merito ad un concorso per ricercatore vinto dal figlio del rettore, il quale concorso aveva visto il ritiro di altri candidati, e non aveva visto, tra i titoli presentati dal figlio del rettore, delle "pubblicazioni scientifiche", solo invece "testi stampati" a cura del candidato stesso. Queste circostanze erano state attribuite dal giornale all'influenza del peso accademico del rettore-padre. Dei fatti si è interessata la magistratura, com'è ovvio senza arrivare ad altro che ad una archiviazione, leggo, dipendente da un "buco legislativo"- se capisco bene questo vuol dire che non ci sono leggi ... Incredibile! In Italia abbiamo solo una ricchezza, quella del numero delle leggi.

Il falso pediatra di Rho.

Il falso pediatra di Rho (Milano), da 19 anni operante con generale soddisfazione, scrive il Corriere di ieri, cinquantaquattrenne non laureato in Medicina e Chirurgia, dovrà, temo, sganciare indietro con gl'interessi i soldi percepiti dal SSN, anche se, diciamolo, ha lavorato. Rischia il carcere. Sostenuti, pare, solo 6 esami universitari, quest'interessante personaggio, avrà, come spesso accade, accumulato una montagna di bugie con i parenti prima, con il mondo poi, che adesso gli è caduta addosso. Vado ad intuito, ma non voglio insistere. Fatti suoi, sua psiche. Penso invece che questo nuovo caso dimostri che si può esercitare una professione, a quanto pare degnamente, senza aver fatto gli esamini all'università. Del resto si può benissimo saper guidare senza aver preso la patente, e non saper guidare affatto pur avendola presa. Si può guidare senza conoscere un'acca del funzionamento del motore! Come primo provvedimento mi piacerebbe che al nostro fosse conf

PROF...

Nella scuola ma anche nell'università i docenti sono spesso chiamati PROF. I professori stanno diventando scorregge.

Mini Gel.

Che non si parli di politica, a scuola! Così pare che abbia chiesto la giovane signora che funge da ministro dell'istruzione. E' politica, chiedere di non parlare di politica, con un precedente che non so se la signora conosce. Nell'insegnamento, specie dalle medie in poi, ciò che riguarda la polis è inevitabile. Evitandolo, ci s'infila nell'idiozia. Agl'insegnanti, se potessi, consiglierei di "politicizzare" le loro discipline, logicamente senza fare sciocca propaganda contro o a favore di questa o quella parte. Logicamente senza sindacaleggiare a capocchia.

Si manda all'ospedale una madre.

Una fanciulla manda spesso e volentieri sua madre al pronto soccorso, certo non sa esprimersi con le parole, dunque morde e picchia la madre, che non sarà una santa, ma i santi stanno solo nel calendario, no? Separarle, bisogna, prima che qualcuno si faccia male davvero. Invece le autorità competenti menano il can per l'aia, se ne fregano, aspettano che la nottata passi. Quanto lavoro sociale potrebbe essere fatto, quanti soldi potrebbero essere spesi bene, e non a cazzo.... Non vuole andare a scuola, la fanciulla combattente, accumula ostilità e frustrazione, veleni che si mescolano con gli altri, in famiglia. Scuola per forza, famiglia per forza, ma dico! E' necessario che questi binari obbligati possano essere rotti. Altra casa, altra vita, lavoro serio... In questo sistema sociale ed economico lurido tutto ciò è impossibile, salvo eccezioni miracolose. Qualche volta ci scappa il morto.

Ohiohiness of School.

A proposito dei molti insegnanti nei vari ordini di scuola che resteranno privi in parte o del tutto di lavoro, cioè d'insegnamento nella scuola pubblica, e dovranno arrangiarsi altrimenti, consiglierei loro di aprirsi all'ipotesi di fare davvero altro, a parte le sacrosante manifestazioni di protesta ed eventualmente di lotta. Ho letto ieri su Repubblica la storia di una restauratrice che ha mollato il restauro per fare l'insegnante: bad error! Quanto ai motivi per cui il governo ha deciso di diminuire la spesa per la scuola pubblica, essi sono soltanto apparentemente di risparmio, infatti sono eminentemente politici. La scuola pubblica è un avversario oggettivo dell'attuale governo e del costume ad esso riferibile, mal costume, molti insegnanti sono invece soggettivamente attivi come avversari del malcostume di cui il governo attuale è manifestazione e promozione. Da qui l'attacco. Cacciare centinaia e migliaia d'insegnanti significa disperdere centinaia e m

Diplomifici.

Il numero chiuso e le prove per selezionare gli aventi diritto all'iscrizione alla università sono ostacoli utili a limitare il danno di un'invasione che le facoltà non saprebbero gestire, almeno quelle serie, perché quelle non serie, i diplomifici, stanno correndo alla loro morte già da anni.

Lezioni "in piazza".

In vista della ripresa delle lezioni nel diplomificio "universitario" dove mi guadagno il pane e i fichi sto pensando di ripagare il disordine non partecipativo degli "studenti"- lezioni in piazza anche quando si svolgono al loro posto - con un linguaggio didattico che non si opponga a quel disordine. Sarà discontinuo, eventuale, muto, saltellante, puntiforme, ripetitivo, minimale.

Sparare sulla croce rossa?

Sul Manifesto di ieri, 14 luglio, ho letto, a proposito dell'aumento delle bocciature di quest'anno, che bocciare è come "sparare sulla crocerossa". Chi ha scritto questa stupidaggine dovrebbe rendersi conto che non siamo negli anni sessanta del secolo scorso, ma nel ventunesimo secolo, e che l'avversario non è l'autoritarismo dei professori, e la scuola classista, ma l'ignorantismo e la mancanza di autorevolezza della scuola medesima. Bocciare significa segnalare, almeno, che qualcosa non va, non bocciare significa far finta di nulla e tirare a campare, non solo essere lungi e largimiranti... P.S. Ancora il 15 lo stesso giornale dà dei numeri sulle bocciature, che sono più numerose nelle scuole tecniche che non nei licei, che riguardano di più gl'immigrati che non gl'italiani...Numeri utili a sostenere l'idea del classismo e magari "razzismo" inerenti l'aumento delle bocciature. Se un giovane o un bambino non parla, legge

Vecchie cozze accademiche.

Aderente come vecchia cozza settantenne alla confortevole massa ... Lamenta che lo si pensioni, vanta titoloni ... internazionali! Ma allora perché non si fa assumere a San Diego, a Zurigo, a Stoccolma, perché vuol restare appiccicato al suo scoglio in Civitarotta?

Emozioni sconosciute.

A Vacuologia si è buoni, le peggiori scamorze umane analfabetizzanti sono premiate all'esame cosiddetto di laurea con minimo tre punti, giorni fa una correlatrice inghiottendo l'emozione si è pronunciata contro "la lode" regalabile a una tizia che, ha rivelato la correlatrice, aveva clonato un suo libro...Pensavo che la giovane professoressa fosse indignata, invece più tardi ho indovinato che la forte emozione trasparente sul suo viso era dovuta al dover, lei, richiamare la commissione contro la donazione di ben cinque punti alla tesi della ladra, e lode...Dover essere, lei, un po' cattiva, non indulgente come qui a Vacuologia s'usa...

L'esame d'imbecillità e d'infamia.

Secondo le statistiche pubblicate in questi giorni dai media crescono le bocciature nella scuola secondaria superiore e le non ammissioni alla cosiddetta maturità. Bene. Bocciare non è una buona cosa, come non lo è neppure l'accensione della spia rossa dell'olio, in automobilismo: serve a segnalare che bisogna controllare l'olio, aggiungerlo, cambiarlo. La bocciatura forse non è un farmaco, ma uno strumento di rilevazione. Talvolta può essere inaffidabile: talvolta. A proposito di maturità ieri sera un tg narrava dell'agitazione di molti candidati per saper in anticipo l'argomento dei temi da svolgere in lingua italiana, prima prova (oggi). Si sbattono su internet, questi giovani imbecilli, pronti dunque all'esame d'imbecillità. La pretesa di saper prima l'argomento dell'esame d'italiano ( e d'altro) e il fatto che vi siano "siti" più o meno specializzati in questa porcheria segnala qualcosa di disonesto, di vile, di cialtronesc

Tesi tesi tesi, molto tesi.

L'altro giorno in un'aula sporca e squallida esami di laurea per affrettati quadrupedi in vista di non so quale concorso...caldo terribile, stupidaggini, sviolinate, vacuità...una giovane docente osserva che la candidata è "tosta"... un'altra, ma tardona, non si vergogna di elogiare la sua candidata al dottorato perché ha scritto la tesi in due mesi....

Due cani, decani.

Due ridicoli individui, entrambi capaci di parlare per delle mezz'ore senza dire niente, sì, come Arnaldo Forlani, che però aveva l'intelligenza di vantarsene, due ruffiani di lungo corso felicemente sulla soglia della pensione (ma purtroppo perfettamente in grado di rientrare attraverso qualche contrattino ad hoc), due patetici imbecilli, si contendono il titolo di decano della facoltà, come se essere decano avesse qualche importanza.

Il nuovo re dell'università di Civitarotta.

La morte del re dell'università di Civitarotta, rimpiazzato da un nuovo sovrano dalla faccia, almeno, non lombrosiana, priva la cultura e la scienza di uno studioso di enorme generosità, non importa che avesse la maschera degna di uno dei mostri di Grosz: come non ricordare la sua opera fondamentale, "La via della margarina"? Come non tornare a leggere religiosamente il vecchio immortale trattato sul pisello, "Legumi per principianti"? Vecchio despota, ci mancherai!

Promoveatur ut amoveatur.

La stupidaggine gelminica della bocciabilità anche con una "insufficienza" ... magari in "condotta"... devastante portatrice di caterve di esami di riparazione sulle spalle degl'insegnanti eccetera, ha sortito l'effetto di mutare le "insufficienze" in "sufficienze"... più che di "promozioni" si potrebbe trattare in molti casi di SALDI e di PROMOZIONE in senso commerciale... Non credo che la "bocciatura" sia la salvezza, ma almeno serve a segnalare che gli studi non procedono, che qualcosa non va... insomma, se trascuri l'auto una volta o l'altra resti a piedi... qui non resta a piedi nessuno! Altro: gl'insegnanti sono furbini, sanno che se "bocciano" qualcuno se lo trovano tra i piedi per un anno in più, quindi: promoveatur ut amoveatur.

Pas de critique!

Leggo tesi vacuologiche, ben pettinate, ottative, pas de critique...niente contatto con la realtà della scuola, uno due tre preservativi, direi, se non fossero le tesi quasi tutte presentate da donne... esulto: perché non devo aver a che fare con simili maestre...

La paga del retto re.

Alla vigilia dell'elezione di un retto re, leggo sui giornali, molti aspiranti a tale ambita carica scrivono, dialogano, polemizzano, ma nessuno ricorda quanto sarà e quant'è l'assegno mensile che il retto re intasca ed intascherà. Non capisco come uno studioso serio possa desiderare lo sprofondamento retto riale, se non riflettendo che non è uno studioso serio, ma un arrampicatore che ama il potere. E la grana. Si obbietterà che qualcuno deve pur fare il retto re, il preside, il di retto re. Ammettiamo che qualcuno, tra i docenti e gli studiosi, discutibilmente "debba"... Il fatto è che molti vogliono tantissimo fare il di retto re, il preside, il retto re. Vogliono. Ps: dicevo che la paga è il rimosso del discorso retto riale: a distanza di molto tempo (oggi è il 2 maggio 2010) apprendo che l'extra percepito dal retto re sta intorno ai cinquemila euro al mese: aggiunti allo stipendio fanno oltre diecimila. Mi posso sbagliare, ma di poco. Eroici personaggi

Cani, gatti e studenti.

Ho letto sul Corriere pochi giorni fa che in una università italiana c'è un corso di laurea che si intitola BENESSERE DEL CANE E DEL GATTO. In via di liquidazione... Mi viene però in mente che negli ambienti dove mi trovo a lavorare, un cosiddetto dipartimento, s'usa da parte di giovani anime pie affiggere avvisi pro bono canino. Cani da adottare, canili da bonificare, foto di cani con appelli cinofili, cani, cani, niente gatti però. Ebbene, tutto questo trasporto appiccicaticcio per i cani mi ha veramente rotto i coglioni. Secondo me sono loro, i cani, non le bestie.

Confusione d'interessi.

M'hanno raccontato che in una scuola media della provincia di Civitarotta un professore impartisce lezioni private (pagate dai genitori) pomeridiane ai suoi allievi del mattino nella scuola stessa, o, in caso di complicazioni, a casa sua. Una volta, almeno, ci si scambiavano gli allievi, il prof. della sezione A faceva lezioni private ai ragazzi della B, e viceversa. E già era illegale, se non illegale, comunque scorretto. Adesso, con l'autonomia "aziendale" delle scuole, si può?

Imbrogli.

Gli studenti chiamano professore il primo dilettante che la truffaldina università di Civitarotta loro impone come docente ("a contratto")...I soldi che servono per pagare gli studi universitari (pochi in assoluto, tanti date le circostanze) risultano sperperati, dunque, perché in cambio l'università fornisce poco professionismo e tantissima improvvisazione. Gli studenti chiamano professore qualcuno che insegna gratis, per scopi suoi, narcisistici o di carriera, ed alla prima contrarietà incontrata nella realizzazione del suo progetto (tipo lo sfumare di una prospettiva di consolidamento accademico) volta le spalle a chi magari ha pensato o sperato di avere un maestro. La responsabilità di ciò naturalmente è dell'università, i "professori a contratto" contano poco...

Finzione scolastica.

Nella scuola media inferiore vengono bocciate solo le persone che disturbano l'andamento dell'istituzione, invece gli asini vengono promossi - in questo modo si capisce che è sufficiente starsene buoni e partecipare alla finzione scolastica.

Il valore legale della laurea.

Togliendo valore legale alla laurea si toglierebbe fiato alle università (facoltà) peggiori, dove oggi diventi "dottore" esattamente come se tu avessi studiato in una università (facoltà) decente. Si toglierebbe fiato a chi fa studi universitari solo per il pezzo di carta, pensando solo a "finire". Quella dove lavoro non è una facoltà decente, quella dove lavoro non è un'università decente.

Le case editrici minori e l'università.

Le case editrici minori pubblicano a pagamento (degli autori, con il "contributo" dell'università) le opere più o meno inevitabili degli studiosi accademici, le quali servono di solito per essere presentate ai concorsi a ricercatore, ad associato o ad ordinario. Quasi nessuno le legge e finiscono in armadi dimenticati. Le c.e. minori distribuiscono male i libri in questo modo pubblicati, anzi se ne fregano di venderli, perché hanno il loro guadagno nel "contributo spese" degli autori più o meno fortemente sovvenzionati dall'università. L'avanzamento della scienza non è da tutto ciò escluso, ma resta improbabile che un libro che non riesce a farsi luce almeno presso un editore, se non a pagamento, sia un buon libro. So quel che dico: due case editrici della mia città mi hanno proposto di pubblicare un mio libro chiedendomi sui millecinquecento, duemila euro di "contributi". Ho rifiutato. Il mondo può fare a meno del mio libro, non faccio concor

"Formare"?

Dopo cinque anni lascio, insieme ad un certo cdl della mia facoltà, il peggiore mazzo di ciniche persone in forma di studenti che abbia mai incontrato in decenni, persone giovani e meno giovani, interessate unicamente a "finire" al più presto per strappare il diploma che servirà più avanti ad esercitare uno dei mestieri più discutibili della terra, quello di "formare"... Puro imbroglio, non si deve lavorare direttamente a "formare", ognuno si "forma" come può e come gli riesce, si deve invece insegnare con la maggior precisione possibile alcune cose, poche ai piccini, via via aumentandone il numero con l'accrescersi dell'età: soprattutto si deve insegnare a chi desidera imparare, lasciando chi non lo desidera, manifestamente o implicitamente, la libertà di fare altro, vivere altro... Proprio perché io tento di insegnare e, quando mi riesce, di essere rigoroso nella mia materia, che è immateriale (Arte dei giardini mentali), e non voglio

Ci provano...

Ieri esami, solito disgusto, solita umiliazione intellettuale.. questa università non fa per me..non solo gli esami sono pratiche da sbrigare, per gli studenti, ma sono luoghi dove esercitare l'arte di "provarci".. prendono anche un diciotto: dieci anni fa rifiutavano a volte un ventisette.. logicamente quasi nessuno ha seguito le lezioni..

Master tesina (replica).

Uno studente sui quaranta, partecipante a un cosiddetto master un anno fa, mi onora (infatti non era tenuto a ciò) di una sua master tesina che, scopro, già diversi anni orsono mi aveva proposto per un esame. Glielo faccio notare, mi risponde che è vero, ma sembra perfettamente a suo agio. Io credo che costui si sia fidato del fatto che nessuno legge le tesine di nessuno, in questa facoltà.

Il Concorso Universitario Perfetto

Non mi ricordo se già ho riportato notizia dell'invenzione che gli scienziati dell'Università di Firenze hanno dato all'Italia e al mondo, agisci locale, pensa globale: si tratta del concorso universitario perfetto (CUP). Dopo anni di tentativi finalmente si è riusciti a creare in laboratorio (ma presto verrà il brevetto e ovunque il CUP potrà essere messo al lavoro) un tipo di concorso in cui il Candidato Unico è anche Membro della Commissione. Necessitano nervi saldi e faccia tosta, ma ci sono, ci sono, eccome... Per evitare sovraccarichi, al momento della decisione (chi vincerà il concorso?) il sicuro vincitore abbandona la sede del giudizio, non so se come Membro della Commissione o come Candidato Unico.

Concorsite.

Non soffro di concorsite, io, la mia alterità, politica, intellettuale, umana, la mia lucidità, mi hanno consentito di capire che una zebra non deve neppure entrare in un tribunale di iene, che non avrei mai dovuto, in altre parole, sottopormi ad essere esaminato dai miei invidiosi e stupidi colleghi. Naturalmente questo mi ha reso ancora più alieno, odiato, disprezzato, invidiato, maltrattato, o solo trascurato, dai miei stupidi colleghi affetti di concorsite. Malattia micidiale che consiste nel fingere di concorrere, mentre si sta al gioco di "gare" truccate e di infinite ruffianerie.

Libri ancora.

Si dirà che il discorso vale per la narrativa, meno effimera, e non vale per i testi scientifici, più effimeri. Ebbene: certo, tra trenta anni la "Introduzione alla psicologia sociale" curata da Miles Hewstone sarà meno appetibile, trovata dal lettore Tizio in un cassetto di suo nonno, de "Il nome della rosa" di Umberto Eco, non lo nego. Tuttavia un buon libro, anche se datato, farà ancora a distanza di decenni il suo lavoro. Purché resti libro.

Libri.

I libri sono oggetti che hanno una durata enorme, misurabile almeno in decenni, in certi casi in secoli, per il fatto minimale che consistono in pagine rilegate e protette da una copertina più o meno robusta. Sono acquistati da tizio, che non è detto li legga, restano (chiusi) in uno scaffale, passano di mano, vengono venduti o abbandonati, ma resistono, anche se non sono amati resistono, in attesa del loro lettore, che prima o dopo, anche molti decenni dopo, arriva. Senza rilegatura e copertina la vita dei libri è breve e continuamente minacciata dalla fine nel bidone della spazzatura. Il libro attira la curiosità anche dell'analfabeta proprio con la copertina, con il suo essere un oggetto talvolta gradevole. Tutto qui.

Fottocopie di libri.

La mia antipatia per le fotocopie è essenzialmente estetica, voglio dire che le fotocopie di un libro sono più brutte del libro fotocopiato, durano meno, attirano meno l'attenzione, nei decenni, di eventuali inattesi lettori, e finiscono nell'immondizia al primo trasloco. Chi non ama i libri non deve fare studi universitari.

Sembra che ingannino il tempo.

Sembra che ingannino l'attesa toccando e guardando le loro fotocopie nel corridoio, ma il fatto è che stanno preparando l'esame. Fatto, magari lasciano le fotocopie su una panca, o gli "appunti". I libri sono opzionali.

Figlio di professore...

Fa effetto vedere da vicino il fenomeno dei figli dei professori in procinto di succedere ai genitori nella stessa facoltà. Comico, osceno, patetico, tristissimo, di abissale imbecillità.

Un nano.

Visto ieri pomeriggio il rettore dell'università di Civitarotta, ero in centro, cazzo, è un nano! l'avevo visto solo in foto, con quella testa grosziana, mostriciattolo magari in ermellino: un nanetto, lasciatevi servire, alto io non sono. Divertente.

I diritti.

Uno studente mai visto al mio terminante corso di Arte dei giardini mentali, pochissimo seguito (meno di dieci), mi secca con la sua presenza imprevista, è un "turista", ne ha "diritto", ma non in termini di setting, così ci scazziamo in modo notevole, mai successo in trentasei anni. Dolorosissimo. Se lo ho accolto male significa che si è presentato male lui. Costruisco un clima, dopo qualche settimana chi arriva (in queste situazioni di gruppetto) lo rompe. I "diritti"? Into culo!

Smantellamento. Difesa dell'indifendibile.

Mandare via chi ha 40 anni di anzianità (inclusi i ricercatori) è sacrosanto, largo ai giovani, sul serio, non siamo nel regno d'Inghilterra. Solo che adesso, al posto dei mandati via, verranno precari tenuti in bilico e così ubbidienti, proni, o non verrà nessuno, per risparmiare. Per risparmiare l'università va a morire, a smantellarsi. Naturalmente questo non consente di difendere i vecchioni di cui sopra. Se hai 40 anni di anzianità molto probabilmente hai riscattato 4 o 5 anni di università, quindi lavori da 35, 36 anni, se ti "prepensionano" (nel senso che ancora non hai 65 anni (o 60, se donna), non è poi una tragedia, a parte la perdita di una parte del tuo vitalizio statale.

Riforma Berlinguer

A me la riforma dell'università di anni fa (ormai otto o nove) ha tolto allievi e quindi possibilità d'incontrare persone vogliose di realizzare qualcosa d'intellettualmente degno, ne avevo a centinaia, mi spiego: probabilità ce n'era. Molti miei colleghi, che non hanno alcun interesse per la scienza, lo spirito, e l'insegnamento, ma tutto per la loro carriera, ai tempi inventarono una quantità di "corsi di laurea" del cavolo, soltanto per creare luoghi da gestire in termini di posti, cattedre, sottocattedre, sedie e strapuntini, soldi e soldoni: e spiccioli, com'è tra gli straccioni di Vacuologia. La mia materia, Arte dei giardini mentali, aveva molto seguito, prima della riforma Berlinguer, poi sempre meno, perché invece di avere 500 studenti potenziali ho iniziato ad averne 50. Lavoro meno, è questo che si voleva?