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Visualizzazione dei post da 2023

Tra Niccolò Ammaniti e Andrea Pazienza

 Rivisto "L'ultimo capodanno", film di Marco Risi tratto da un'idea di Niccolò Ammaniti. Uscito nel 1998, gli si farebbe un torto ancorandolo all'era berlusconiana, infatti la sua portata è maggiore, più radicale, tanto è vero che dopo 25 anni lo si rivede non dico volentieri, ma quasi. Ecco la non pornografica nudità di Monica Bellucci, impegnata casalinga; la mascherata sadomaso di Alessandro Haber ... L'unico che si salva dal botto finale * è un personaggio che a me pare tratto dalle storie disegnate di Andrea Pazienza ... Non mancano perle di rigetto giovanile intransigente (v. l'accenno a un "raduno di Subbiaco" per auto classiche) ... Lo stravolgimento percettivo - o trip - dell'unico che si salva di cui sopra - vedere in una riunione di famiglia con ospiti un manipolo di poliziotti pronti a sparare - mi ha fatto pensare a "L'inquilino del terzo piano" di Polanski ... Da ultimo, tornando ad Ammaniti, menziono l'antolog

Il nuovo romanzo di Alessandro Piperno

  Domani non leggerò l'anticipazione del nuovo romanzo di Alex Piperno che, servile, pubblicherà il supplemento domenicale del Corriere, né leggerò mai il romanzo, a meno di non trovarlo, esaurita la mia scorta, in una casa estranea e afflitta da lunghe giornate di pioggia estiva, quando puoi ridurti a leggere perfino Dacia Maraini, o le opere minori di Susan Tamaro. Una volta del Pip  trovai in uno scambio libri Con le peggiori intenzioni e tentai di leggerne qualche pagina che asfissiantemente mi ricordò Philip Roth, altro bel campione. 

Un modo di dire antipatico

 Già nel 2015 (29 Luglio) scrissi qui contro l'abuso del termine "scelta" e del termine "errore". Mi chiedevo ironico se "scelta" non fosse per caso diventato un modo di dire . Oggi lascio perdere la questione "scelta" - forse la parola è facile usarla perché inizia con "sc" come "scendere", che è più facile di salire. Mi concentro su "errore". In fatto di pratiche codificate si sbaglia, si commettono errori. Prova ad annodare il cavo rosso con quello blu ... a fare il pieno con il gasolio invece che con la benzina ... a montare il telescopio regalato dalla nonna con una lente sistemata alla rovescia ... Dante non nacque nel 1365, ma cento anni prima ... Mussolini non morì di varicella ... questi sono errori. Se accoltelli il fidanzato non è un errore, se avveleni il marito non è un errore, se prendi a calci un vecchio che porta fuori il cane senza guinzaglio non è un errore. Se imbrogli una vecchia signora e la

Appunti su alcune opere di Orhan Pamuk

Un nostro contemporaneo riscrive i brani - via via letti nell'originale - d'un manoscritto antico da lui trafugato. Ne risulta la storia d'un italiano fatto prigioniero per mare dai turchi e venduto, dopo un periodo di prigionia, come schiavo a un intellettuale con tendenze scientifiche. I due, schiavo e padrone, si assomigliano fisicamente. Il padrone nel corso dei due decenni abbondanti di convivenza con lo schiavo fa carriera alla corte del Sultano come astrologo, narratore di storie, scienziato e ingegnere militare. Ciò si riflette nella vita dello schiavo somigliante al padrone, anche lui portato alle scienze e al pensiero. I due, quindi, intercambiabilmente fanno carriera presso il Sultano. Il padrone, in una campagna bellica in Europa durante la quale si sperimenta una sua realizzazione balistica si stanca e si scoraggia, perciò abbandona lo schiavo mettendosi al suo posto e intraprendendo un viaggio nella patria di lui, l'Italia. Il gesto del padrone trasforma l

Grazie zia

Rivisto il film di Salvatore Samperi "Grazie zia" (1968), con Lou Castel, Lisa Gastoni e Gabriele Ferzetti. Tra i cultori di sinistra Lou Castel aveva sfondato pochi anni prima con il capolavoro di Bellocchio "I pugni in tasca"; il film di Samperi parve un abile sfruttamento della breccia creata da e per Lou Castel. Oggi considero tale probabile opera prima del giovane Samperi una realizzazione ottima - forse ragiono in modo paternalistico. Ottima l'antipatia colossale di Ferzetti, splendida Lisa Gastoni, ripetitivo Castel, eccellente il balletto di una sciocchina al suono dell'Equipe 84 ... "ad Auschwitz c'era la neve" ... Una trentenne eterna fidanzata si libera del non promesso sposo, del primario (è una dottoressa), del perbenismo domestico, grazie alle stramberie di un nipote ventenne che, gravemente nevrotico, simula una paralisi e mira semplicemente a farsi uccidere. Da lei.  L'immagine del 68 che dà Samperi è sgradevole, ma il 68 f

Il nuovo romanzo di Alessandro Baricco ...

 Nei giorni scorsi in uno dei tanti fogli che il Corriere della sera riempie ho trovato la recensione dell'ultimo libro di Alessandro Baricco firmata da Emanuele Trevi. Naturalmente non l'ho letta, così assicurandomi il godimento di due piccioni con una fava. Un fremito di aspro piacere intellettuale mi pervadeva ...

In campagna tra i figli dei contadini

 Wittgenstein negli anni venti si mise a insegnare in scuole elementari di paese nonostante che fosse ricco di famiglia e avesse davanti a sé buone prospettive di realizzazione accademica nell'ambito della filosofia. Anzi: proprio perché era ricco e scivolava nell'accademia forse prese la via della campagna e della scuola elementare! Si trovò a confrontarsi con la realtà contadina e scoprì che il cosiddetto popolo non è migliore della borghesia, che i campagnoli non sono migliori dei cittadini. Nel leggere il libro* che si appoggia a tale esperienza di Wittgenstein per dare un nuovo fondamento interpretativo al cambio della sua impostazione filosofica, argomento che non mi vede neppure incompetente, ha attirato invece la mia attenzione il fatto che l'impegno nella scuola di Wittgenstein non sarebbe stato incongruo dal momento che nella nuova Austria postbellica si tentava una riforma dell'insegnamento di tipo democratico e relativamente non autoritario. Valeva la pena,

Un articolo di Maurizio Ferraris

  Maurizio Ferraris, professore di filosofia all'università di Torino, credo, da qualche tempo pubblica articoli sul Corriere. Nel supplemento del venerdì del 13 Ottobre ho letto con grande interesse un testo di MF in cui si sostiene che il pensiero controcorrente com'era quello degli intellettuali di una volta non ha senso perché manca la corrente. L' enel non c'entra. MF ritiene che le opinioni e le verità siano millanta per cui andare contro corrente è stare nella corrente. Io invece credo che la corrente sia la voce del big brother, la quale si esprime con media potenti, tv, cinema. Ed è una. Dal momento che MF è tutt'altro che un fesso, propendo per l'ipotesi che faccia il furbo. Auguri. Ah, dimenticavo: il testo di MF si compiace di mettere insieme nullità effimere a giganti come Nietzsche.

Il prete e la tisica*

Nel 1980 Pasquale Festa Campanile pubblicò per Bompiani un romanzo intitolato Il peccato . Un giovane cappellano militare impegnato durante la prima guerra mondiale - per l'esattezza nei mesi precedenti la rotta di Caporetto (Ottobre 1917) - viene sedotto da una graziosa giovane ospite in un sanatorio di montagna, come ne erano sorti ai tempi (v. La montagna incantata ) allo scopo di curare con l'aria buona e il riposo le persone affette da tubercolosi. Dopo una serie di tentennamenti di ovvia natura il nostro si cala pienamente in una storia amorosa con la ragazza senza rivelarle la sua condizione di prete . Terminata una degenza dovuta a ferite patite in battaglia e la relativa convalescenza - ai fini dell'amore detto peccaminoso un vero paradiso - il cappellano viene richiamato al fronte e quindi coinvolto dalla suaccennata rotta di Caporetto, disastro militare italiano superato molti anni più tardi solo dall'8 Settembre 1943. Riesce tuttavia nel marasma a tornare ne

L'estraneo

  Nel supplemento del Cds di domenica 1 Ottobre (La lettura) si dà notizia del lavoro di un paio di luminari sull'opera di Albert Camus. Costoro avrebbero sostenuto che AC, briccone,  non dà un nome agli arabi ben presenti in una sua celebre storia coloniale, L'étranger , e che nell'altrettanto celebre La peste , vicenda che si svolge nella città algerina di Orano, non si fa menzione di un solo arabo. E' vero! Il secondo dei due romanzi, noioso, fa riferimento a una "peste" che nella realtà storica non ha mai colpito Orano, ragione per cui bisogna far la fatica di leggerlo come una storia allusiva. A che cosa? Qui anni fa ho proposto che la "peste" sia la noia in colonia ... quanto all'eccellente Etranger tutti i guai interpretativi derivano dal non capire che tale parola bisogna intenderla nel senso dell'estraneità. All' estraneo , al sublime Mersault, non importa della madre morta, non importa di trasferirsi a Parigi, non sa che cosa v

Famolo strano

  Venere in pelliccia è un breve romanzo uscito nel 1870. Il suo autore ha dato luogo a un aggettivo, masochista, e a una cosiddetta perversione sessuale, il masochismo. Come Kafka, divenuto anche lui un aggettivo. Destino di altri: dannunziano, deamicisiano eccetera. Sacher-Masoch, almeno in questo celebre romanzo corto, o racconto lungo, ha dato al pubblico una storia che non è facile prendere sul serio, tanto che, rileggendolo in una edizione tascabile del 1966 *, mi è tornato in mente l'episodio con Claudia Gerini e Carlo Verdone in Viaggi di nozze . Due giovani sposi romaneschi ben forniti di denaro combattono o credono di combattere la noia che già li insidia cercando di "farlo strano". Famolo strano è diventato un mantra ... sempre meglio del destino degli scrittori che diventano un aggettivo. Ecco, i due di Venere in pelliccia hanno davvero bisogno di farlo strano, ma più che altro incorniciano atti prevedibili con messe in scena del tipo padrona-schiavo, giù g

Omofobia?

 Le fobie sono fenomeni d'interesse psichiatrico, ne sono esempi l'agorafobia, l'aracnofobia, la claustrofobia eccetera. I medici ammantano termini di uso comune e da tutti comprensibili con il greco antico e con il latino *. Comunque le fobie sono paure eccessive e irrazionali che rendono a chi ne è affetto la vita assai difficile - anche ad amici e familiari! Orbene, la confraternita  che tenta di annegarci con le sue boiate da diversi anni ha messo in circolazione il termine omofobia . Può essere senz'altro che qua e là qualcuno "tema" un po' troppo gli omosessuali, ma psichiatrizzare chiunque esprima riserve sulla condizione omosessuale e le sue manifestazioni è assurdo.  * oggi con l'inglese.

La solita storia

  Ieri 15 Settembre Rai storia ha diffuso un documentario sulla cosiddetta repubblica di Salò, Repubblica sociale italiana, durata dall'autunno del 1943 alla primavera del 1945, quando gli invasori angloamericani detti liberatori sconfissero le armate tedesche. Lo storico ed entusiasta tuttofare Barbero in fondo al documentario, che almeno aveva dato qualche immagine d'epoca, di quelle che mi piace molto vedere e rivedere, ha parlato della guerra civile e ha attribuito a Mussolini la colpa di aver fondato la RSI, moltiplicatrice degli odi nel periodo suddetto. Mussolini, arrestato e imprigionato dopo essere stato messo in minoranza, il 25 Luglio, fu liberato dai tedeschi il 12 Settembre. Con lui moltissimi italiani non erano disposti a dire "abbiamo scherzato", e continuarono a combattere schierati insieme ai tedeschi, vecchi alleati di tutta la guerra. Mussolini, smerdato dalla monarchia e liberato da Hitler, che cosa avrebbe dovuto fare?  E' ovvio che la RSI fu

11 Settembre 1973

50 anni fa un colpo di stato militare sostenuto dagli Usa rovesciò il governo cileno, uscito da libere elezioni. Tale governo detto di unità popolare era formato da socialisti, comunisti e da un movimento di "sinistra rivoluzionaria". Seguì un lungo periodo nero. La nazionalizzazione delle miniere di rame aveva scatenato le compagnie statunitensi interessate al cupre . Può essere che unità popolare, presidente Allende, avesse commesso degli errori ... qui in Italia il disastro dette al Pci lo spunto per sostenere che l'eventuale 51% alle elezioni non sarebbe bastato per governare e che sarebbe servito allearsi, in caso di vittoria, con altre forze ... in pratica con la Dc ... il colpo di stato cileno dimostra che hanno ragione coloro che sostengono che se le elezioni servissero a qualcosa sarebbero proibite ...

Metello

  Riletto dopo circa sessanta anni Metello , romanzo di Vasco Pratolini del 1952, trovato per caso in uno scambio libri. Racconta attraverso la storia di un giovane proletario l'andamento difficile di uno sciopero nell'edilizia avvenuto nel 1902 a Firenze. Allora i tempi erano duri per i lavoratori, infatti i loro padroni tendevano a pagarli il meno possibile e, quando si ribellavano, i lavoratori si trasformavano in carcerati e qualche volta in morti ammazzati. Oggi vale ancora la regola dello sfruttamento massimo possibile. Metello, il protagonista, partecipa allo sciopero e insieme si concede, uomo sposato, un'avventura erotica con una vicina di casa. Come tutto finisce, termina lo sciopero e l'avventura erotica. Pratolini negli anni sessanta aveva molto successo, ogni uscita di un suo nuovo romanzo era salutata da dibattiti qua e là in tutta Italia. Forse oggi è dimenticato, specialisti e vecchi lettori a parte.  E' finito anche lui? Bisognerebbe fare la prova,

Femminicidio

 Molti media conformisti segnalano gli omicidi aventi come vittime donne e come autori uomini ad esse legati da matrimonio, fidanzamento ecc.  usando il termine "femminicidio". Il codice penale parla appunto di omicidi. Si corre verso una specializzazione, v. l'omicidio stradale ... c'è chi chiede di includere gli omicidi sul lavoro ...  gli omicidi nautici ... sentiremo presto parlare di anzianicidi, di adolescenticidi ... di amministratoricondominialicidi ... scherzi a parte i media conformisti, cioè quasi tutti, danno un gran rilievo ai cosiddetti femminicidi e, avrebbe detto mia nonna, fanno di un'erba un fascio ... io direi invece che i media conformisti e chi li ispira confondono la criminologia con la sociologia nel senso che per qualche motivo di conformismo, di mistificazione, presentano la cronaca nera come cronaca tout-court, il crimine come costume. Se non fossero dei mascalzoni a produrre tale confusione si direbbe che sono degli idioti.

8 Settembre 1943

  Ne l giorno 8 Settembre 1943, ottanta anni fa, la monarchia - dal 25 Luglio aveva destituito e messo agli arresti Mussolini cambiando il governo fascista con un governo diretto dal maresciallo Badoglio - decise di cessare la guerra contro gli angloamericani intenti a risalire la penisola. La monarchia e Badoglio avevano non poche ragioni per ritenere la guerra contro gli angloamericani persa, sennonché la penisola era occupata dalle armate tedesche, già alleate dell'Italia dall'inizio della guerra e cobelligeranti con le armate italiane in varie parti del vasto mondo, in Russia e in Africa settentrionale specialmente. La penisola era colma di armate da nord a sud, né i tedeschi avevano alcuna intenzione di farsi da parte ... quanto alle forze armate italiane, si liquefecero senza combattere contro i tedeschi, i quali anzi le catturarono e comunque le misero in fuga. Il governo Badoglio e la monarchia lasciarono Roma e passarono al sud per non finire in mano ai tedeschi. Nel g

Il gatto "è finito"

  Alla domanda dei nipotini circa la ragione per cui i gatti accarezzati sulla schiena talvolta rizzano la coda, da molto tempo più o meno anziane signore rispondono o rispondevano che la coda si rizza per significare che  il gatto è finito . .. Credo che tale risorsa spiritosa, ma non molto amabile, di alcune anziane signore di Lombardia e di Toscana, se non d'altra regione d'Italia, servisse loro per trarsi dall'imbarazzo insito nella prospettiva di toccare argomenti "non adatti" ai nipotini, i quali forse chiedevano perché eccetera proprio per mettere in imbarazzo le nonne. Naturalmente non so perché i gatti accarezzati in certi casi rizzino la coda ... ma l'accarezzamento e la levata di una coda mi fanno pensare a tutt'altro che a un finire ...

Il vero "miserabile"

  Trovato su una panchina di piazza Beccaria, a Firenze, ho letto I miserabili , lunghissimo celeberrimo romanzo pubblicato circa 160 anni fa e molte volte tradotto in italiano, l'ultima - credo - nel 1993 a cura di Jaka Book, appunto l'edizione corazzata che la sorte mi ha offerto. Victor Hugo viveva del proprio lavoro, non so se venisse pagato a riga, a parola, a pagina, comunque il miserabile è chi legge il romanzo, bisognoso di essere trattato, come è stato del resto già fatto ... Io taglierei tutte le digressioni storiche, sociologiche, urbanistiche, di costume ... Anche Anna Karerina dovrebbe esser trattato, ma il problema con Tolstoj non è grave come con Hugo ... intendiamoci, generosissimo, grande mente, conoscitore dell'umano ... Le digressioni le ordinerei in un volume a parte ...  I personaggi interessanti sono tre: Jean Valjean, Javert e Thénardier ... il primo in pratica è invincibile, il secondo implacabile, il terzo è un demone, un mascalzone dotato di resi

Cristo non è morto di sonno

 La Repubblica di oggi 5 Agosto propone una critica alle critiche che da destra sono e sono state fatte al modo di trasmettere la storia del xx secolo nella scuola con particolare riferimento al fascismo (1922-1943; 1943-1945), alla resistenza, alla guerra (1940-1945), alla guerra civile (1943-1945) e alla liberazione (1945). Stefano Cappellini, autore della critica alle suddette critiche di destra, potrà aver ragione su qualche punto né io conosco i manuali di storia che egli cita, infatti sono vecchio - ho frequentato la scuola tra gli anni cinquanta e i sessanta - e non esperto di didattica della storia, ma so benissimo che a coloro che come me sono nati subito dopo la fine della guerra è stato fatto credere, da parte dei politici, dei giornalisti e degli intellettuali conformisti, che Cristo è morto di sonno, e che ho dovuto leggere e studiare per farmi un quadro decente dei fatti sopra elencati. Benissimo! Cristo non è morto di sonno, ho capito, ma in croce*. Quanto ai neofascist

Una sinistra quadriglia

  Riletto Le affinità elettive ... una giovane, Ottilia, porta lo scompiglio tra due coniugi, Edoardo e Carlotta, zia di Ottilia. In effetti della piccola si innamorano in più d'uno. La zia di lei comunque si accosta volentieri a un amico in carriera (prima capitano, poi maggiore) del marito. Sono le c.d. affinità elettive. Non triangolo, ma quadrangolo! Da un amplesso di Carlotta con Edoardo (se non con il maggiore ex capitano) e dalla conseguente nascita di un bambino sorgono difficoltà ovvie ... l'interezza dell'amore di Edoardo per Ottilia risulta ottenebrata ... Ottilia si ritira da Edoardo, che parte per una guerra ... il bambino poi muore affogato a causa della trascuratezza di Ottilia, troppo emozionata dal ritorno improvviso di Edoardo. E' la pietra tombale del loro amore. Non si sposeranno com' era nel progetto di Edoardo, non ostacolato da Carlotta, incline al maggiore ex capitano ... Ottilia smette di nutrirsi e muore d'inedia ... Anche Edoardo, dis

Un americano a Parigi

 Devo aver letto Tropico del Cancro decine di anni fa e lo ho riletto in questi giorni mancante delle prime 120 pagine circa. Non so perché il volume le abbia perse, né come sia possibile un fatto del genere, comunque Henry Miller non credo che ne soffra. In scena sono giovani artisti o scrittori statunitensi a Parigi direi nei tardi anni venti, primi trenta, di solito poco dotati di pecunia e vogliosi di fare i debosciati in terra straniera, in lingua francese. Rispetto a Tropico del Capricorno questo Cancro qui è leggermente più narrativo e un po' meno sproloquiante, per cui si fa leggere con più facilità. E' probabile che i giovani statunitensi che passano mesi in Italia "per studiare", figli dei figli dei figli dei tipi alla Miller, intendano la vita nel vecchio continente come i debosciati del Cancro. Non male davvero il finale del libro, il protagonista e narratore convince un amico inguaiato in una prospettiva di nozze con una francese a tornare alla svelta ne

Ciu Ko

  Si scriva "impersonare" e "personificare", ma non "impersonificare" come leggo nell'editoriale di un celebre periodico, non in un elaborato o tesina di studente universitario del ventunesimo secolo ... in breve ciuco . ("Impersonare" richiama il teatro, la recita, anche in senso metaforico. "Personificare" significa render persona umana qualcosa che è ... metaforico ... astratto.)

Un'anima in pene

Trovato in casa un bistrattato volume contenente i due tropici di Henry Miller, ho letto quello "del Capricorno", o forse riletto, non saprei. L'italiano della traduzione di Luciano Bianciardi, nonostante qualche maremmanismo di troppo, è splendido. Ho penato ad arrivare in fondo, anzi credo che il testo potrebbe continuare ancora o terminare prima e sarebbe lo stesso. L'avanguardismo di Miller, riferibile a vezzi francesi come surrealismo e dadaismo, oggi mi stucca. Miller dimostra inoltre che l'isteria riguarda anche gli uomini. Chi abbia letto Kerouak capirà da dove costui, Kerouak, abbia preso la verve che tanta discutibile fama gli guadagnò. Tornando a Bianciardi segnalo che uno "ziro" pieno di birra forse si capisce che cosa voglia dire se si è imparato a parlare nella provincia di Grosseto ...  nel Tropico del Cancro , che senz'altro devo aver letto da giovane, ho trovato invece una cantonata inerente la fellatio , che l'ottimo Luciano ren

Louis Wolfson

  Un film con regia cieca fallisce negli Usa, ma riscuote successo a Parigi: è una trovata di W. Allen, se non sbaglio in "Hollywood ending". Ci ho ripensato vedendo "Sqizo" (D. Fabbri, 2020), opera su Louis Wolfson,  newyorkese in patria etichettato come schizofrenico: scrisse un libro in francese ( Le schizo et les langues ) e lo inviò a Gallimard, importante casa editrice parigina, ricevendo attenzione e pubblicazione. In sostanza da giovane Wolfson soffriva di antipatia per la lingua inglese, madre lingua e lingua di sua madre, e cercò, trovandolo, rifugio in diverse altre lingue, tra le quali il francese. Totò avrebbe detto: sono pazzo ma non scemo... Ho poi letto Mia madre musicista morta ..., pubblicato da Einaudi, traduzione dal francese fatto in casa di Wolfson. Il testo riporta scarni appunti della madre ammalata di cancro intervallati per lo più dai resoconti delle uscite di Louis, scommettitore accanito sui cavalli ... il finale si svolge tutto in un os

Grazie, Karl Popper, ma ...

Di Karl Popper, filosofo vissuto quasi un secolo, il ventesimo,  viennese trasferitosi prima in Nuova Zelanda, poi in Inghilterra, sapevo le critiche alla psicanalisi ("pseudoscienza") e la brillante teoria dello scientifico come falsificabile , ma negli ultimi anni la mia attenzione è stata attirata dal concetto di "società aperta", evocato da questo o quel politologo. Infine mi sono deciso a procurarmi La società aperta e i suoi nemici , pubblicato dall'editore Armando negli anni settanta. Scritto in lingua inglese e non in lingua tedesca, suddiviso, nell'edizione da me scorsa, in due volumi, il trattato, prodotto dal giovane Popper all'incirca durante la seconda guerra mondiale e rivisto fino agli anni sessanta, elabora critiche a Platone, a Hegel e a Marx, ragion per cui è un'occasione per "ripassare" o avviarsi a studiare i tre celebri filosofi, almeno per gli incompetenti come il sottoscritto. Dunque: Platone, Hegel e Marx sarebbero n

Bombardamenti cinematografici

Vista una parte del film inglese del 2016 intitolato in italiano "Quando due mani si sfiorano" ... Secondo voi nella Germania dei primi anni quaranta la lingua dei documenti di identità dei cittadini era l'inglese o il tedesco?  Già in "The reader" (2009) un giovane tedesco insegnava a leggere a un'analfabeta piacente pagine che lo spettatore riconosceva stampate in inglese, nonostante che la storia si svolgesse in Germania negli anni cinquanta. Queste boiate etnocentriche bombardano, come facevano gli angloamericani volanti ai danni delle città italiane e tedesche durante la guerra "39/"45, la credibilità non solo artistica di simili film, e si approfittano del pubblico distratto e un po' rincoglionito dalle centinaia di film che l'armata Usa in veste cinematografica produce, ha prodotto e produrrà su quanto infami furono i nazisti ... Intanto dal filtro dei tg balugina quanto i figli dei figli delle vittime del nazismo fanno in Palestina

Il cattivo giornale

  Durante la visione del film sugli ultimi anni di Gabriele D'Annunzio ("Il cattivo poeta", 2021) non mi ha colpito il tentativo di presentare un D'Annunzio antifascista ... Suvvia! Ha attirato la mia attenzione il fatto che Il Corriere della Sera, giornale che fa capolino in alcune scene del film ed oggi è   così "antifascista", ai tempi (anni Trenta) fosse tanto fascista ... Naturalmente lo sapevo ... Che il CDS è sempre gonfio dello spirito governativo o, se non governativo, dello spirito del tempo.  Il progressismo a vapore di cui il CDS si compiace oggi è causato dai suoi sensi di colpa per il passato.

Agro Pontino

  Ho rivisto "L'amico di famiglia", di Paolo Sorrentino (2006). Un sarto sui cinquant'anni, brutto, sentenzioso e dotato di una madre alquanto incestuosa esercita lo strozzinaggio in una città dell'Agro Pontino (Lazio). S'incapriccia di una giovane - cui ha finanziato le nozze con lo sconto (pagato da lei con un agro pompino) - e perde la via che lo ha condotto, piccola usura dopo piccola usura, all'agiatezza. Gli si presentano dei tipi in cerca di un finanziamento per una loro impresa commerciale - pari a un milione. Il sarto, non più attento come si deve agli affari, accetta. Si tratta di un imbroglio fattogli dalla giovane di cui sopra e da un tizio che il sarto non a torto stenta a definire amico, desideroso di trasferirsi nel Tennessee - "perché è lontano". Il rovescio finanziario, accompagnato dalla morte della madre, in definitiva è una liberazione. Da ultimo vediamo il sarto sciolto dal suo tran tran, solitario e sorridente. Anche i due p

Ich melde gehorsam

  Il buon soldato Sc'veik è un romanzo di poco meno di 500 pagine fitte rimasto incompiuto a causa della morte dell'autore, Jaroslav Hashek. Scritto dopo la fine della prima guerra mondiale (1914-1918) e uscito in Cecoslovacchia nel 1921, fu tradotto dal ceco in italiano e pubblicato da Feltrinelli negli anni sessanta. Si tratta di un'opera che, una volta letta, può essere tenuta a disposizione e aperta a caso, in quanto raccoglie una serie numerosissima e ripetitiva di episodi inerenti la vita militare all'interno dell'esercito austro-ungarico giustappunto durante la guerra "14 -"18. Il macchinario militare messo in scena da Hashek gira più o meno a vuoto, ecco anche perché il volume può essere riaperto a caso senza mancare il bersaglio, che è satirico. Sc'veik è, insieme a pochi altri personaggi, protagonista della satira di Hashek. Sopravvive dentro l'esercito con lo strumento di una serena sapiente idiozia, fa il tonto, getta nelle orecchie di

Butan

 "Lunchbox" (R. Batra) è un bel film indiano del 2013. Per risparmiare o per nutrirsi come si deve da noi alcuni si portavano sul lavoro il pranzo in contenitori - di varia denominazione. Nella grande città indiana in cui si svolge la storia che il film mette in scena c'è o c'era un servizio di trasporto di contenitori con il cibo, caldo, dalle abitazioni degli interessati ai loro luoghi di lavoro, servizio a quanto pare infallibile e oggetto, a causa della sua organizzazione, di studi internazionali. Tuttavia un contenitore con il cibo preparato da una giovane moglie per il marito finisce un giorno alla persona sbagliata, un contabile prossimo al pensionamento, vedovo e scorbutico. Deliziato dal pranzo ricevuto, costui scrive due righe di stupito ringraziamento e ficca il biglietto in uno dei gavettini di cui è composto il contenitore. Inizia così una corrispondenza tra la donna e il contabile.  Qualcosa mi sfugge, oppure la sceneggiatura, se non la meravigliosa orga

Siebenkaes, un romanzo d'avanguardia di due secoli fa

Siebenkaes , di Jean Paul Richter, è un volume assai corposo che risale a poco più di duecento anni fa. Tradotto varie volte in italiano, lo è stato magnificamente verso la fine degli anni novanta ad opera di  Umberto Gandini - per Frassinelli. La storia è abbastanza complicata e comunque fa l'effetto che l'autore, Richter, ci legga il suo romanzo come ad alta voce interrompendosi di continuo con digressioni di ogni genere e spiritosaggini. Due giovani amici, Firmian Leibgeber e Heinrich Siebenkaes, oltre a somigliarsi come due gocce d'acqua sono così legati reciprocamente che decidono di scambiarsi il cognome, per cui Firmian prende il cognome Siebekaes e Heinrich quello di Leibgeber. Firmian è un avvocato d'ufficio e uno scrittore, Heinrich uno spavaldo giramondo. Firmian si sposa con una certa Lenette e stenta la vita, anche perché, a causa dello scambio di cognomi con l'amico, non riesce a mettere le mani su un capitaletto che gli spetterebbe come eredità. Il ma

Una strage di cavoli

"Il nastro bianco", film di Michael Haneke del 2009, è molto godibile in fatto di cinematografia, insomma mi piace molto guardarlo, facce, costumi, paesaggi, case, tutto quanto in bianco e nero. Un anziano, già maestro elementare, racconta certi fattacci* avvenuti subito prima della cosiddetta grande guerra (1914-1918) nel villaggio di sua competenza, insieme comunque al suo incontro e fidanzamento con una graziosa fanciulla. Il narratore ne sa un po' troppe di cose, anche minime, in merito agli abitanti del villaggio e alle loro vite. Si direbbe che è "onnisciente", ma lasciamo perdere. Haneke sembra voler dire che il tipo di educazione vigente ai tempi, nastri bianchi simbolo dell'innocenza, frustate, repressione sessuale, autoritarismo e via dicendo, sia il contesto dei fattacci che avvengono nel villaggio, ovvero che tali fattacci dipendano dall'autoritarismo, dalla repressione sessuale, dai nastri bianchi eccetera. Senonché anche oggi, dopo un secol

Il soldato Ferdinand ferito in guerra

Guerre , inedito di Céline pubblicato in Francia nel 2022 e di recente uscito anche in Italia, racconta in prima persona quel che accade al soldato Ferdinand, ferito gravemente in battaglia, dopo il suo ricovero in ospedale. La guerra è iniziata nel 1914 e finirà nel 1918. Nonostante il suo stato Ferdinand si ambienta*, stabilisce delle relazioni, finalmente esce e frequenta la città, Peurdu sur la Lys **. Insieme a Bebert ***, un altro ferito ospedalizzato, si accosta alla vita mondana del luogo, multiforme in quanto vi stazionano militari di vari eserciti alleati. La guerra guerreggiata è molto vicina. Romba il cannone. Ferdinand è formalmente interrogato da un ufficiale in merito alle circostanze della sopravvivenza in battaglia che stranamente è toccata a lui soltanto. Teme la fucilazione! Invece viene decorato. Arrivano i genitori da Parigi. Insieme a Bebert e Angèle, la moglie dell'amico, Ferdinand va a pranzo a casa di un notabile della cittadina, collega del padre. Dai sala

Il guardiacaccia ... lo stalliere ... lo stallone

Ernst Wiechert scrisse nei primi anni trenta un romanzo,  Die Majorin , tradotto in italiano con il titolo non malvagio, ma generico, La signora . Pochi anni prima di Wiechert David H. Lawrence aveva pubblicato a proprie spese L'amante di Lady Chatterley , divenuto poi famoso. Sia Lady Chatterley's lover sia Die Majorin presentano il personaggio di un guardiacaccia e quello di una nobildonna a lui molto interessata.  E' di recente che, mentre terminavo di leggere Die Majorin , mi è tornato in mente il romanzo di D. H. Lawrence in forma sarcastica: ecco il non amante della baronessa vedova del signor maggiore, mi son detto, e mi è venuta diciamo la voglia di rileggere il secondo.  Non so se Wiechert nei primi anni trenta conoscesse il romanzo di D. H. Lawrence e volesse  rispondergli : direi di no. Sono io che "rimprovero" a Wiechert di aver tenuto sospesa, repressa, la tensione erotica tra il guardiacaccia e la baronessa, per quanto la sublimazione gli sia riu

Abbiate pazienza

In una scuola della provincia di Milano (Abbiategrasso) un sedicenne ha mandato all'ospedale la malcapitata professoressa presente in classe colpendola con un grosso coltello da cacciatore. Poi ha tirato fuori una pistola giocattolo - notoriamente si tratta di oggetti che a prima vista possono essere presi per vere armi. I compagni avranno avuto paura. Il fattaccio, commentato ieri sera 29 Maggio, da qualcuno è collegato al periodo covid, a quanto pare patito da studenti, scolari, allievi o come li vogliamo chiamare. A parte l'aspetto psichiatrico e criminologico dell'evento, che ovviamente mi sfugge, non vedo il nesso tra il covid, la didattica a distanza, e l'accoltellamento di una professoressa.  P.s. Il ragazzo ha 16 anni, il coltello pare che appartenga al padre di lui. La docente, seriamente ferita, insegna Lettere. Direi che il feritore è entrato in una valle di lacrime. (24 Giugno: pare che il feritore, bravo in materie scientifiche, rifiuti di studiare la stori

Insulti razzisti e insulti cazzisti

 Quando due persone litigano e salgono - o scendono - al livello dell'offesa bisogna che si attacchino a qualcosa - dell'altro - di saliente , se l'altro è uno sconosciuto. A un ignoto lontano dalla capitale verrà urlato "romano di merda", a un ignoto dalla pelle scura verrà urlato "negro di merda" ... Tuttavia anche offese generiche, cioè prive di agganci, possono essere feroci: non saprei se "testa di cazzo", o "figlio di puttana", siano offese meno forti di "negro di merda". La sensibilità al razzismo a volte è un po' razzista ...  I conoscenti di Ernesto Galli della Loggia (v. CDS 25 V) avrebbero preferito esser insultati come "teste di cazzo"? 

Infamia

Il 27/28 luglio 1944 i liberatori Usa bombardarono l'Impruneta, squisito comune che si trova a poca distanza da Firenze (sud est), in collina. I liberatori Usa uccisero 77 persone e ne ferirono 40, un numero enorme se si considera che gli abitanti erano poco più di diecimila. Stamani in un angoletto semi invisibile prossimo alla caserma dei Carabinieri ho stentato a leggere, inciso su una piccola tavola in terracotta (specialità del posto), un ricordo della strage che non accenna agli autori né al numero dei defunti e proclama la propria contrarietà a tutte le guerre. Non è la prima volta che faccio caso a simili forme di infamia.

Scaturire

 Lodevole l'articolo del famoso giornalista che ieri 18 V ha deprecato la guerra in corso e le due tremende guerre (1915-1918; 1940-1945) cui direttamente partecipò l'Italia. Non ne faccio il nome. Perché in un punto usa il verbo "scaturire" come se fosse transitivo, mentre è intransitivo. Dalla guerra scaturiscono tragedie: corretto. La guerra scaturisce tragedie: scorretto.

Il complesso paterno

 Il film di Marco Bellocchio sul rapimento di Aldo Moro, "Esterno notte", di cui ho visto due lunghi brani in tv, mi pare gustoso (facce, colori, interni, esterni). Non essendo riuscito a vederlo interamente, non posso dare un parere sulla sua qualità complessiva. Il giorno del rapimento di Moro e della uccisione degli uomini della sua scorta andai a pranzo dai miei e con mia grande sorpresa trovai mio padre in casa: era tornato in anticipo. Appariva colpito dall'evento, smarrito. Seduto su una poltrona teneva d'occhio la tv. In effetti le Brigate Rosse l'avevano fatta grossa! Che cosa sarebbe avvenuto, ora? Probabilmente lo stato in cui trovai mio padre mi consentì di toccare dentro di me qualcosa che la corazza ideologica copriva. Contemplai mio padre per qualche minuto, ma non ricordo di aver scambiato con lui più di qualche parola. Mi sembrò che esagerasse! A parte l'aspetto politico del rapimento e dell'uccisione di Aldo Moro, io penso che Bellocchio

Sosta forzata a Castagneto Carducci

 Ogni volta che sento o vedo scritta l'espressione "bomba d'acqua" mi viene in mente la parola "nubifragio", che appresi viaggiando sull'Aurelia, anzi fermandomi, un pomeriggio settembrino di tanti anni fa (so solo che fu prima del 1958, inutile qui spiegare perché): a Castagneto Carducci. Chiuso in un bar insieme ai miei genitori, a mio fratello e ad altri naufraghi della strada - in attesa che il "nubifragio" finisse - guardavo fuori attraverso la porta a vetri e non avevo paura. Pian piano infatti riprendemmo il viaggio* sulla nostra Fiat 1100 e trovammo, arrivati a Firenze, diverse strade allagate, tanto da dover noi procedere cautissimi. E' peggio la parola derivata dal latino, "nubifragio", o l'espressione improntata a ribalderia terroristica, "bomba d'acqua"?  A me "nubifragio", poiché mi ricorda quel mio antico pomeriggio, è una parola molto cara, ma capisco che molti potrebbero non capirne il

Sorriso degli etruschi

 Circa sessanta anni fa, al ginnasio, un compagno piuttosto ribelle ed estroso mi raccomandò la lettura di Sorriso degli etruschi , autore Dino Garrone, e me lo dette in prestito. Non ricordo nulla di tale mia probabile lettura. Una ventina di anni fa scorsi il nome e cognome di quel mio vecchio compagno di scuola: aveva organizzato presso la biblioteca comunale dell'Impruneta una mostra di quotidiani usciti durante la guerra 1915-1918. Era insegnante nella locale scuola media. Gli scrissi una lettera ricordando i vecchi tempi, il Sorriso degli etruschi  , e gli detti il mio numero di telefono. Mi chiamò e c'intrattenemmo per una decina di minuti, io raccogliendo dalla sua voce la penosa certezza che lui non si ricordava di me né del mio nome e cognome. Mi promise comunque di fotocopiare Sorriso degli etruschi e di mandarmelo, ma ciò non ebbe seguito. 170 facciate sono tante ... Di recente ho acquistato il libro, riedito nel 2010 da Interlinea. Non ho riconosciuto niente rispe

Freud, mistero insondato

  Italo Svevo ha scritto, oltre a  Senilità   Una vita   La coscienza di Zeno , anche Il buon vecchio e la bella fanciulla, titolo che sfugge all'autore di una pagina sveviana pubblicata nel supplemento domenicale (30 iv 2023) del CDS. Non ricordo altri testi di Svevo, e sottolineo non ricordo . L'autore della pagina per fortuna non sosta sulla psicanaliticità de La coscienza di Zeno -  sbandierata dal titolo redazionale. Mi viene anzi in mente che questo romanzo potrebbe essere il primo, scritto in italiano, in cui ci si riferisce alla psicanalisi in modo generico, sciatto, incompetente, tendenza in seguito continuata. A quanto ne so l'unico scrittore italiano che di psicanalisi si intendeva è Giuseppe Berto, si veda l'ottimo Il male oscuro . Freud e la psicanalisi sono uno di quei tasti, come Einstein e la teoria della relatività (senza voler paragonare Freud a Einstein!), che si premono senza che se ne abbia la minima competenza, come durante una conversazione si ann

La prima esperienza amorosa di Carl Joseph Trotta

Dal romanzo La marcia di Radetzky (Joseph Roth, 1932) - prima parte, capitoli 3 e 4 - mi permetto di estrarre qualche brano. Prima del 1914 l'epoca; l'azione si svolge entro l'impero austro-ungarico. Personaggi: il giovane sottotenente degli ulani barone Carl Joseph von Trotta, suo padre, il sergente maggiore della gendarmeria Slama e sua moglie Katharina Luise. Dietro i binari c'era il comando della gendarmeria. Carl Joseph ne conosceva il capo, sergente maggiore Slama. Decise di bussare. Entrò nella veranda, vi si soffocava; bussò, tirò la corda del campanello - nessuno. Si aprì una finestra. La signora Slama si sporse sopra i gerani e chiese: “Chi è?” Vide il giovane e disse: “vengo subito!” Aprì la porta dell'atrio. C'era freddo e un certo profumo. La signora Slama aveva addosso gocce di qualcosa di buono. Carl Joseph pensò ai locali notturni di Vienna. Disse: “non c'è il sergente maggiore?” “E' in servizio, signor von Trotta!” - rispose la donna.