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Visualizzazione dei post da settembre, 2015

Sparare o sparagnare

Durante una trasmissione tv fiorentina uno dei convenuti ha mostrato di credere che l'attributo "sparagnina" abbia a che fare non con l'avarizia ma con l'atto di sparare.

Scrittura creativa

Un ventisettenne italiano diplomato, già studente universitario per qualche anno, ha scritto un sms alla sua terapeuta così fatto: "l'ha spalla mi fa ancora male". Il giovane è iscritto ad un gruppo di scrittura creativa. Difficile credere che l'errore colossale sia opera del cellulare. Il suo autore dovrebbe andare a nascondersi. Il caso riportato suggerisce che taluni soggetti parlanti italiano hanno con la stessa lingua, quando è scritta o da scrivere, un rapporto di estraneità, quasi fosse straniera. Il caso riportato è mostruoso e probabilmente eccezionale, ma gli errori su "a" (moto a luogo: gli asini scrivono "vado ha casa") o su "ha" (verbo avere: gli asini scrivono "mia madre a sessanta anni") sono frequenti, come è frequente il pazzesco "ce" al posto di "c'è".  Su, allegri!
Si ha un motivo almeno di sentirsi contenti dell'età che si ha, avanzata assai: non abbiamo a che fare con la scuola né come allievi né come insegnanti né come genitori, e nonni non siamo. Che bello!

Medicomania e dintorni

I test di ammissione all'università possono dispiacere nella forma e nella sostanza, ma rispondono a necessità pratiche e tentano quella selezione che la scuola non sa realizzare. I migliori studenti con cui ho avuto a che fare furono, nella prima metà degli anni novanta, quelli durissimamente selezionati per essere ammessi al corso di laurea in psicologia a Firenze, forse fu un caso, ma non credo. In altri Paesi ci si iscrive liberamente, ma si perde il diritto a passare al secondo anno nel caso di non superamento degli esami del primo. I test costano, quindi sono anche un affare per chi li organizza. Si vendono manuali eccetera. Sono un business, insomma. Anche ciò è rognoso. Marginale domanda: cos'è mai questa foia di iscriversi - decine di migliaia - a medicina? Che cosa si vuol "curare"?

Deportazione dei docenti giovani

La mossa del governo di spostare docenti a centinaia di chilometri di distanza da dove risiedono con pochi giorni di avviso, e con un anno di tempo per il sì o il no definitivo (il no comportando la perdita della posizione in graduatoria) è di una stronzaggine colossale. I docenti giovani guadagnano sui mille e trecento euro al mese. Non sono contro il cambio di sede in nessun caso, scuola o non scuola, anzi: ma questa è deportazione di massa e ricatto vile, dati i redditi di cui si tratta. Furbino, Renzi, che così mobilita pure la bile sterminata che il popolino asino nutre per gl'insegnanti. Se diranno no. Demagogo da strapazzo.  Auguri, ragazzi e ragazze che avete il coraggio di fare scuola!