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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022

Soffriggo per te

Il segnalatore di ricette e ristoratore Fabio Picchi, commerciante, cuoco e scrittore fiorentino, è morto giorni fa a 67 anni. Lascia una cittadella alimentare in S.Ambrogio (Fi) e diversi libri tra i quali mi pare memorabile quello intitolato "Soffriggo per te". Personalmente ho seguito certe sue esibizioni in una tv locale, tutto qui. Esponeva spesso, tenendoli in mano, pezzi di carne o pesci o crostacei intanto che proponeva variazioni culturali e culinarie. Indubbiamente un notevole personaggio. Pareva credere a un mondo dove è presente "il contadino", presso cui acquisire i prodotti più genuini. "Costosi", diceva FP, non cari... Anni fa aprì una sorta di boutique alimentare e non solo dove si fa la spesa squisitamente. Una spesa "costosa", mica cara...

Sweetheart

 Su un'isola deserta, se lo è, scorre la storia di una giovane naufraga. Titolo: "Sweetheart" (2019). Deserta, ma visitata da una mostruosa famelica creatura anfibia, infine uccisa dalla protagonista. Che provoca un incendio non saprei se purificatorio appena dietro la spiaggia. Fine del film. Dialoghi per fortuna pochi, infatti a un tratto arrivano dal mare due amici della protagonista, presto catturati dal mostro. Il quale usa sbucare da una bocca o voragine sottomarina. Genere: fantazoologia, horror. Sarebbe piaciuto a Jung, che sul "mostro e la fanciulla" avrebbe imbastito una delle sue costruzioni archetipizzanti. Da vedere.  Sweetheart vuol dire "tesoro".Tesoro, ma che cavolo ci racconti? Lettura filmologica: innesto "Alien" su banale trama "sopravvivenza"...

Pecore

 "Esce per Einaudi un volume sul proprio impegno" , si legge sul Corsera del 21 II. È un titoletto che sta graficamente sopra il titolo di una recensione. Di chi è l'impegno? Di una certa Horvilleur, ma ciò non c'interessa. Di tutti noi?  Un docente d'italiano avrebbe segnato il "proprio" con "la matita blu". La proposizione tra virgolette consta di un soggetto ("un volume") un predicato verbale ("esce") un complemento di argomento ("sul proprio impegno") e un complemento di agente ("per Einaudi"). Quindi nel contesto della proposizione "proprio" è logicamente (v. l'analisi logica) riferito al volume. Ma il giornale intende riferirlo all'autrice del volume. Correttamente: "esce per Einaudi un volume sul SUO impegno". La oscena inflazione dell'aggettivo possessivo "proprio" fa vittime illustri, qui il principale quotidiano italiano. Spesso "proprio" è usa

Buscherìo

   Sto leggendo La neve era sporca di Georges Simenon (1948), traduzione di Mario Visetti, nell'edizione Mondadori del 1952. Vedo che Adelphi lo ha ripubblicato nel 2004 con la stessa traduzione, o almeno con una traduzione firmata dallo stesso Visetti. Ora, poiché a pag.184 trovo il sostantivo "buscherìo", che usava mia madre (1922-2003) e che non ho mai sentito da altre persone, né letto, mi domando se tale chicca d'epoca sia stata conservata da Adelphi nel 2004. Significa multiforme confuso rumore ...  Trovo che in rete il termine è molto fornito di spiegazioni, ma ribadisco di non averlo sentito usare altro che da mia madre, fiorentina. E dal traduttore di "La neve era sporca"...

Il figlio dell'altra, ovvero lo spettatore partecipante

 "Il figlio dell'altra" è un film del 2012 fatto da Lorraine Lévy con lo scopo manifesto di derazzializzare la questione israelo-palestinese. Uno scambio fortuito di neonati porta un bambino ebreo a crescere in una famiglia di palestinesi e un bambino palestinese a crescere in una famiglia di ebrei. Emerso l'errore si attua un rimescolamento delle carte non privo d'interesse. Amen. L'avvenenza delle due madri mi ha indotto immagini erotiche, più che relativistico-pacifistiche.  "Se dunque non sei mia madre...", ho immaginato che possano pensare/sentire i due figli scambiati, "allora desiderarti è lecito..." Un paio di idee freudiane, dunque: quella del complesso edipico ... e quella del "romanzo famigliare del nevrotico": i miei genitori non sono miei genitori, io sono figlio d'altri. Il film lavora, non so se consapevole, a tale fantasia. Che tra l'altro spiana la strada alle pulsioni edipiche... Nonostante che odori di m

Pancia scoperta

 In un liceo romano una docente avrebbe dato - implicitamente - della "passeggiatrice" a una studentessa che aveva la pancia scoperta.  Negli anni sessanta, quando ero un infelicissimo liceale, i ragazzi vestivano sobriamente e le ragazze indossavano un grembiule nero sull'abito. È vero che talvolta tenevano il grembiule aperto. Scoprivano qualcosa anche loro!  Una foto scolastica dell'epoca può suggerire l'ipotesi che studenti e studentesse si vestissero e pettinassero come i loro genitori. La docente di cui sopra forse non era ancora nata.  L'abbigliamento oggi mi pare che tenda a essere una variabile indipendente dai luoghi, dalle occasioni e perfino dal tempo che fa.

Devastante!

Colpevolmente in ritardo di molti anni accuso i miei concittadini di aver contratto da beoti il vizio di abusare dell'aggettivo "devastante". Nessuno diciamo 20 anni fa vi indulgeva; onesto e parsimonioso, il verbo "devastare" se ne stava in pace, giustamente chiamato in causa per fatti seri. Tipo terremoti, bombardamenti. Ora è in servizio permanente metaforico... Naturale che il vizio viene dall'inglese. Cioè da una traduzione pigra di "devastating".

Dire le cose in faccia?

 Non si insulta una donna (neppure un uomo) tramite cartelli stradali anonimi aventi come oggetto qualche suo presunto comportamento "amoroso". Né in altri modi meno ingombranti.  Bisognerebbe non insultare nessuno? Mah!  Chi però invita da un giornale a "dire le cose in faccia" dimentica di fare un mestiere che implica l'insulto o il discredito, oltre allo spionaggio, alla delazione ... I reietti sono sempre sotto tiro ... Invita forse senza saperlo a restaurare la pratica del duello. No? Quanto ai leoni da tastiera, penserei anche agli sciacalli redazionali, alle pecore giornalistiche. Ai LENONI da tastiera della carta stampata. Del resto la "situazione sociale" dello scrivere è totalmente diversa da quella del "dire le cose in faccia".  Detto in parole povere: passati i 4 anni, in faccia agli altri cominci a dir meno di quel che pensi...suvvia!  Ancora: prendersela con chi scrive sui social media da parte dei giornalisti e dei pubblicisti

Tuning

  Parcheggiata tra altre moto meno interessanti, ho fotografato una vecchia Honda "Gold Wing". Ho passato la foto a un mio nipote, appassionato come me e tuttora  motociclista. Ha notato gli strani segni sul fianco destro del serbatoio benzina della HGW - io ci avevo fatto poco caso, perché la moto era in sé notevole e mi faceva pensare a quanto il tempo minimizzi gli eccessi dimensionali.  Mio nipote ha proposto che fossero segni di colpi di rivoltella, se non di mitra. Scartando l'ipotesi come un'esagerazione, io ho proposto che gli strani segni fossero tracce dei fianchetti di gomma  per l'ancoraggio delle ginocchia del pilota. Tuttavia una foto del modello originale ha cassato la mia ipotesi. Ne ho fatta una nuova, che si trattasse di tracce del pregevole consistente fregio Honda. E un'altra ancora: che un lavoro di carrozzeria - qui troppo lungo da descrivere - avesse lasciato quei segni che a mio nipote invece sembravano lasciati da colpi di rivoltella.

Che cosa "sfugge" a chi strappa le mutande a una ragazza

 La ministra degli affari interni Lamorgese ha, sui misfatti milanesi del 31 dicembre scorso, espresso un parere da sociologa della devianza. Ha detto che a giovani come quelli che hanno aggredito con scopi sessuali ragazze "sfugge il futuro" eccetera. Quando molti anni fa mi occupavo di sociologia della devianza, una disciplina che poi ho smesso di studiare, imparai che la devianza giovanile, ebbene sì, esprime disagi fondamentalmente "sociali". Ai giovani aggressori milanesi di ragazze diciamo smarrite nella calca, tuttavia,  più che il futuro è sfuggita, per fortuna, questa o quella parte dei corpi delle ragazze di cui essi volevano impossessarsi. Si sono comportati da mascalzoni e da vigliacchi, in tanti che erano addosso a una, e meritano un futuro di punizione seria. Il governo di cui fa parte la ministra teme di apparire severo con quei giovani perché essi sono arabitaliani e quindi hanno la protezione della correttezza politica. Se strappano via le mutande,

Sa(n)remo connessi o fessi?

 L'appassionato di media che versa le sue conoscenze nelle orecchie di chi ascolta la domenica Radio radicale, E.Fleischner, ieri 6 ii 022 ha speso diversi minuti a illustrare le modalità moderne di fruire il festival di San Remo. Una cazzata non diventa però interessante se si propaga tramite media nuovi. Mi piace fare una provinciale appenninica su un maggiolino del "65, meglio su una giulietta sprint, non guidare una tesla in a1 tra Modena e Piacenza.  Tornando al Fleischner: costui intercala con "eh?", "mh?" e simili anche quando parla di cose assolutanente ovvie come  per richiamare, forse senza rendersene conto, l'attenzione di chi ascolta non si sa su che cosa. Comunque rendendosi ridicolo.

Patricia Cornwell

 Patricia Cornwell ha venduto, pare, 120 milioni di copie dei suoi romanzi, e pensare che io non ne ho letto nemmeno uno. La mente vacilla... Eppure... forse qualche pagina di "Post mortem" la ho letta, prima di fuggirne. A proposito: tempo fa in uno scambio libri ho trovato un giallo di Mike Spillane, autore che da ragazzino lessi anche perché aveva la fama di essere "proibito": ho tentato di leggerlo, ma è stato impossibile.