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Visualizzazione dei post da giugno, 2017

Franziska

Franziska è un romanzo di Fulvio Tomizza uscito parecchi anni or sono, tratta della parte geografica che Italia e Slovenia si rinfacciarono assai di usurpare durante il secolo ventesimo; nel concreto racconta la storia di una donna il cui nome dà il titolo al romanzo, e del suo disilluso amore per un uomo, lei slovena, lui italiano, eccetera.  Il Tomizza sciupa la sua opera, rendendola oggetto quasi fobico per chi ami la lingua italiana, con una quantità di errori di scrittura dei quali il primo è un congiuntivo ipotetico, acrobatico assai, all'inizio della lettura; ma dopo viene di peggio e spesso. Incredibile che non glieli abbiano corretti e che questo libro abbia avuto un discreto successo. Che il Tomizza, come la sua protagonista, abbia avuto problemi con l'italiano? (Intendiamoci, mi piacerebbe scrivere in una lingua non mia originaria come il Tomizza scrive in italiano, ma cercherei, in tal caso, di farmi revisionare il testo da persone competenti.)

Esther Vilar con Nadine Labaki

Dopo aver letto L'uomo ammaestrato , di Esther Vilar (Bompiani, 1971 ), un libro polemico che sostiene l'idea della subordinazione degli uomini ai trucchi delle donne, di sicuro bisognoso di un aggiornamento, ma simpatico, deliberatamente provocatorio e certo antifemminista, ho rivisto, all'incirca per caso, il grazioso film di e con Nadine Labaki, "Caramel" (2007), ed ho pensato che la libanese fornisce un certo fondamento alle idee della Vilar con il mostrare, sul palcoscenico di un modesto salone di "bellezza" di Beirut (la capitale del Libano), alcune sciocchine che non pensano ad altro che al loro look in funzione della cattura o ricattura di pollame maschile. Nadine Labaki non è però priva di tenerezza, contrariamente alla Vilar. 

Giorgio Caproni

Discutibile fortuna ieri, alla memoria di Giorgio Caproni, livornese di nascita fiorito a Genova, poeta, traduttore (ricordo la sua versione di "Morte a credito" (Céline), simpaticissima, e di un volume de "La ricerca del tempo perduto" (Proust) ) e scrittore - scelto, nella giornata d'apertura degli esami di maturità, come autore da commentare.

Lo spettatore ingenuo

La sera del 14 giugno 2017 ho visto - estenuante la lunghezza causata dalle interruzioni pubblicitarie - il film Cogan, Killing them softly , con Brad Pitt, James Gandolfini, Ray Liotta eccetera. La mattina successiva ho letto in Internet qualche nota sul film, che risale al 2012. Sono un utente del cinema, vedo dai 250 ai 300 film all'anno non so più da quanto tempo, ma non sono un filmologo e, soprattutto, non mi convince l'impostazione di chi ha perduto l'innocenza dello spettatore che guarda un film e, invece, subito fa colare quanto ha visto in calchi filmologici predefiniti. Lo specialismo acceca. Secondo me il film, contestualizzando una storia di malavita nell'era della crisi economica iniziata una decina di anni fa con il fallimento di alcune banche USA, fa un buon lavoro materialistico (ironico) e induce lo spettatore che guarda il film e si fa prendere dalle sue voci, immagini, musiche, chiaroscuri, a pensare. E magari, di lato, considera: qui non c'è c

Carlo Catarsi

Con otto mesi di ritardo (non leggo i quotidiani che pubblicano necrologi fiorentini né frequento ex colleghi)  apprendo da un conoscente che è morto suicida il sociologo Carlo Catarsi, già professore nell'Università di Firenze. Lo conoscevo da decenni, dal 1998 al 2012 siamo stati colleghi nello stesso dipartimento; era una persona dotata di spirito, di ottimo eloquio e di eccellente capacità di scrittura. Era inoltre poeta fine e attore. Imitava l'eloquio degli amici convincentemente!   Grande è il mio dispiacere.