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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017

Drieu La Rochelle, Céline

Drieu La Rochelle è ricordato nel supplemento settimanale del Corriere di questa settimana. Fu uno scrittore elegante il cui titolo più famoso resta "Fuoco fatuo", ebbe inclinazioni politiche di destra e terminò la sua vita con un riuscito suicidio. Visse il periodo in cui la Francia era dominata dai tedeschi, che l'avevano militarmente sgominata nel 1940, ragione per cui risulta oggi ricordato come un collaborazionista. L'articolista non manca di chiamare in causa Céline, che, anche lui di destra, fu accusato di collaborazionismo con i tedeschi - intesi come nazisti. Céline non terminò la sua vita che molti anni dopo la fine della guerra, dopo essere stato in carcere ed aver subito non pochi affronti da parte dei vincitori: diciamo che era una pellaccia. L'articolista, che denomina spiritosamente La Rochelle come un "James Dean fascista", sostiene che Céline fu un farneticante sostenitore del fascismo e del nazismo, e comunque ne distingue l'opera,

Massimo Fagioli

E' defunto lo psichiatra Massimo Fagioli, di cui molti nei decenni hanno sentito parlare per la sua pratica psicoterapeutica diciamo assembleare; a Roma convenivano anche da altre città persone desiderose di fare un'esperienza diversa dalla psicoterapia individuale, tra il gesuitico ed il maoista, per altro a costi meno gravosi, quando non gratuita (gli oboli erano ad libitum). Il sottoscritto non ha mai partecipato a tali sedute assembleari durante le quali i convenuti raccontavano, quando riuscivano a prendere la parola, i loro sogni, ed il Fagioli dava le sue interpretazioni; almeno all'inizio il fumare non era interdetto, per cui la scena era anche soffocante, sembrerebbe. Il Fagioli, espulso dalla società psicanalitica freudiana, considerava Freud meno valido di quanto si sia, anche pigramente, soliti fare, ed a parte certi eccessi verbali non credo che avesse torto. Fagioli, dico. Una volta soltanto ho avuto occasione di vederlo, a Firenze, in una sede universitaria d

Tutta colpa del Sessantotto: giocatelo al Lotto!

Ernesto Galli interviene (Corriere della sera) nel dibattito sull'analfabetismo che ha ripreso forza dopo l'appello firmato da centinaia di docenti contrariati dal fatto che molti loro allievi non sanno scrivere in italiano. Lo fa citando uno scritto di appena 50 anni fa, autore Tullio De Mauro, sostenitore ai tempi di una sorta di liberalizzazione degli errori di scrittura in nome del loro valore di classe, o antiborghese.  Crede il Galli che la classe operaia ed il proletariato in genere abbiano preso ai tempi il potere distruggendo la "grazia" della cultura borghese? Forse no, ma ritiene come altri che il "sessantotto" abbia prodotto guasti vari nella scuola. Sembra non capire che un conto è rivendicare, come sembra fare De Mauro in quel remotissimo scritto, la democratizzazione della cultura e della scuola (v. anche l'opera di don Milani a Barbiana), e un conto è lo stato attuale dell'istruzione di base, imbastardita a causa dell'orientamen

Sconti

Questo blog non è oggetto di molti contatti, e non c'è da stupirsene, perché segnala errori, soprattutto errori d'italiano, e l'italiano conta poco, come finalmente si sono accorti circa seicento docenti universitari, che hanno sottoscritto un appello o meglio un grido d'allarme in merito ai maltrattamenti che la lingua italiana patisce da parte degli studenti, che si spingono fino alla tesi di laurea a colpi di errori - anche banalissimi.  La causa di ciò è l'insegnamento che non viene impartito nella scuola elementare e media, e il fatto che l'italiano è dato per scontato. Anche nel senso che, in fatto di lingua italiana, la scuola pratica sconti