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Visualizzazione dei post da 2013

Altro mostro linguistico

Da qualche tempo noto, leggendo testi giornalistici o ascoltando radio e tv, meno direttamente da vive voci, che si sta affermando la forma "proprio", "propria", al singolare ed al plurale, al posto di "suo" e "sua", "loro", quasi che l'onesto aggettivo possessivo sembri sconveniente. Ma questa è solo un'interpretazione. Sta di fatto che l'uso è scorretto, infatti "proprio" nelle sue varianti serve nelle forme impersonali, tipo "si fa ritorno alle proprie case", "si tifa per la propria squadra", oppure come rafforzativo, tipo "è sua propria responsabilità". Altrimenti si dice e scrive così: "Marco lava la sua automobile", non "Marco lava la propria automobile"; e "molti fanno lavare le loro automobili nei carwash", non "molti fanno lavare le proprie automobili".  Porca miseria! (Su quest'argomento ho già scritto anni or sono, me n'ero

Mao?

Beppe Severgnini, quel noto giornalista innamorato dell'America e di internet che ritiene erroneamente di essere spiritoso, nella sua rubrica settimanale su uno dei supplementi del Corriere della sera (15 xi 2013) sostiene, faceto e senza saperlo "maoista"*, che tra docenti e studenti dovrebbe funzionare uno scambio di competenze. I primi dovrebbero imparare quel che i secondi sanno fare con i mezzi informatici odierni, insegnando i primi le discipline di cui hanno l'incarico professionale.  Da che mondo è mondo, da che scuola è scuola, sempre gli studenti, giovani, hanno saputo cose ignote ai docenti, meno giovani oppure decisamente anziani. Ai miei tempi magari qualche allievo sapeva tutto sui Beatles o sul campionato di calcio, o magari sulle trasmissioni che allora connettevano "radioamatori" lontani anche migliaia di chilometri tra loro, per venire al tema caro al Severgnini, la comunicazione. Peccato che in questione, a scuola, fosse l'insegnament

Olio?

Un giovanotto dotato di diploma liceale e reduce da studi universitari incompiuti sì ma consistenti fa ritorno a casa dopo aver ricevuto un "massaggio olistico", e dichiara che la tizia però mica ha usato olio!

Customer's Satisfaction

Le cosiddette pagelle degli studenti ai docenti nell'università sono in uso ormai da parecchi anni, ai miei tempi, cioè fino al 2012, i risultati di queste rilevazioni (schede compilate dagli studenti - dette pagelle) venivano rese accessibili a cura di un ufficio cui venivano consegnate dai docenti a cose fatte. La diffusione non era a carico dei docenti, io per esempio neanche guardavo le schede, ma le infilavo nella apposita busta e le portavo all'ufficio. Mi pare si chiamasse Valmon o qualcosa del genere, per l'appunto stava sotto il mio dipartimento *. Le domande dei questionari erano più o meno superficiali, diciamo quantitative, qualcuna tentava di cogliere il parere degli studenti sui contenuti delle lezioni, lezioni cui gli studenti tuttavia assistevano saltuariamente e senza attenzione, spesso facendo altre cose (Multitasking). Parlo in genere, è ovvio.  L'operazione rientrava in qualcosa di simile alle ricerche sulla Customer's Satisfaction, equiparando

Amarcord (1)

Nei primi anni novanta del secolo scorso il nostro fiume, in piena, alluvionò il centro di Civitarotta. Un mio collega ci rimise una sua proprietà commerciale.  Orbene, di tanto in tanto io mi aggregavo, durante i suoi esami nella facoltà di Vacuologia, a questo collega più anziano di me d'una quindicina di anni; erano penosi, mai però come quando, dopo l'alluvione, lui intrattenne un paio di peppine esaminande (chiamiamo con affetto così due ragazzette intente a catturare il titolo di dott.) sulla disgrazia che gli era capitata, cosa che con l'esame aveva pochissimo a che fare.  Si dilungò alquanto, il collega, preso da quel suo eloquio che lui solo, forse, comprendeva, ma altri studenti erano da esaminare, così le due peppine ebbero il loro bravo voto in Teoria del Marasma, la disciplina che il mio collega inscenava. Se lo presero e se lo portarono a casa, poiché non era un cattivo voto. Anzi.  Di questa corbelleria del mio collega io mi resi complice, dal momento che

Si premia

Su Repubblica di oggi 9 ix 2013 si dà notizia di una delle solite prove, date da insider, della prevedibilità degli esiti di qualsiasi concorso universitario. Non importa che Umberto Eco abbia tempo fa fornito di tale prevedibilità una spiegazione del tipo: i bravi sono noti nell'ambito di una comunità scientifica. Qui non si tratta di bravi, ma spesso di ruffianoni . Repubblica segnala la vincita di un posto da specializzando in medicina da parte di uno che ha conclamatamente fatto da autista a chi poi lo avrebbe favorito, ma noi già lo sapevamo che alcuni allievi scarrozzano il "maestro", lo vanno a prendere in stazione, gli lavano l'auto, gli comprano il giornale, gli vanno a prendere da bere al bar di sotto, eccetera. 

"Passioni nascoste"?

Certo poche righe sono un'erba, e non se ne può "fare un fascio", ma queste pubblicate su La Stampa qualche giorno fa sono ben in linea con la deriva scolastica secondo noi oggi prevalente. Scrive una docente di francese non di primissimo pelo: "Voglio augurarmi di vivere un anno di relazioni sincere, basate sull'incontro, sull'ascolto, sullo sguardo, per riscoprire il gusto di poter imparare dagli altri, abbattendo i muri di tante invidie e ipocrisie (...) di poter assaporare, ogni giorno, nella quotidianità della vita di classe, il gusto di quella bellezza così "umana" che si incontra attraverso i volti dei ragazzi (...) di saper leggere le fatiche, i dubbi, l'intensità delle passioni nascoste." Diciamolo, è toccante!

Saluzzo docet

L'assottigliarsi della distanza tra docenti e discenti, nella scuola, porta a qualche inconveniente di troppo, come s'intravede anche nel caso (qui preso in astratto) di quel professore di Saluzzo che avrebbe avuto "storie" con sue alunne, negli anni passati, e che adesso rischia grosso, almeno per il fatto che le allieve ai tempi erano minorenni, dato che la legge vieta i rapporti erotici tra gli adulti e i minori, anche se questi ultimi sono d'accordo.  E' discutibile, questo divieto, e non tiene conto della diminuita distanza tra il mondo degli adulti e quello dei minori. Naturalmente non tiene conto neppure del fatto che la seduzione è un fenomeno interattivo .  Quanto all'accusa eventuale al docente di Saluzzo di aver "indotto" un'allieva al suicidio (nel contesto d'una loro relazione extrascolastica), tale accusa rimanda a un reato discutibile almeno come quello di plagio. Il docente ha certo commesso degli errori, cedendo con og

La scuola che vorrebbe Scotto di Luzio

Ho letto un libro pubblicato da B. Mondadori con il titolo "La scuola che vorrei", autore Adolfo Scotto di Luzio. Ne ho avuto notizia da una recensione di Galli della Loggia sul Corriere. Il testo, breve, bersaglia di critiche la "nostra" scuola, che è davvero ridotta assai male: chi ha letto i molti post che ho lasciato sull'argomento in questo blog dovrebbe sapere come la penso. Io guardo quel che posso vedere, Scotto di Luzio è uno storico specialista e diciamo che lungi mira. Quindi contestualizza il disastro, ciò che io non ho avuto la pretesa di fare. Diversamente da me l'autore è un liberale, quindi politicamente la sua critica alla perdita di senso della scuola democratica e costituzionalmente corretta viene da una parte diversa rispetto alla mia, quella di un comunista. Ciò significa che sono d'accordo con l'autore in fatto di segnalazione degli errori, non sulla spiegazione dei medesimi, tuttavia notevole. E' un libro da leggere, no

Ipocrisia

Un "ricordo del prof. Enzo Catarsi" , pubblicato nel sito dell'Università di Firenze nel cui ambito Catarsi operava, omette totalmente di menzionare il fatto che il collega si è ucciso - non è "improvvisamente mancato" come si legge invece nel testo ufficiale.

Signori si nasce

Il già rettore dell'università di Siena, abbiamo letto su Repubblica qualche giorno fa, è stato condannato a ripagare circa seimila euro, delle diverse decine di migliaia addebitategli dal tribunale competente - per acquisti che il già rettore avrebbe ordinato inerentemente alla ricerca e alla didattica, certo, come lo sono i dolciumi, gli alcolici, le carni e le altre prelibatezze che in questo momento sfuggono alla nostra memoria.  Signori si nasce! Rettori si diventa. Lo sconto di cui fruirà il già rettore, a quanto abbiamo capito, dipende da qualcuna delle leggi fatte approvare da Berlusconi allo scopo di salvaguardarsi il deretano.

Anvur

Rompo il silenzio, dopo molti mesi, per ricordare agli ignari che la stragrande maggioranza delle "pubblicazioni" accademiche, oggetto di valutazione nei mesi scorsi - valutazione messa a fondamento della futura probabile erogazione di fondi per "la ricerca"- sono state realizzate tramite finanziamento di pseudo editori da parte dei dipartimenti, o da parte degli autori stessi, privatamente. Ciò significa che esse non sono libri veri . Gli articoli, d'altro canto, sono pubblicati dalle riviste raramente per il loro valore, e molto più spesso a causa delle "entrature" che gli autori possiedono nelle redazioni. Il fatto che molte riviste valutino gli articoli all'oscuro del nome dell'autore è un imbroglio: si può sempre risalire all'autore a causa del numero di volte che il tapino ha citato sue opere precedenti. Se non a causa della soffiata d'un qualche barone. D'altra parte l'Anvur, sigla che significa Agenzia Nazionale Valut