Qualche giorno fa Rai storia ha diffuso un film del 1962, "Il disordine", di Franco Brusati, con una quantità di volti femminili e maschili allora noti, sia italiani sia stranieri. Bianco e nero, s'intende. Ai tempi mi era sfuggito. A parte il titolo, infelice e con ogni probabilità moralistico, il film merita di essere visto e meditato, non tanto come riflesso critico del cosiddetto miracolo economico, che non fu un miracolo e che comunque a nessuno importa più, quanto per la sua costruzione. Se leggete la scheda wiki non avrete soddisfazione. Il "disordine" del titolo sta in un ordine narrativo non comune, in una "scansione" quasi "onirica" delle scene, che passano, notturne, attraverso il protagonista, un "io" spaesato come talvolta lo siamo nei sogni. Questo è un incubo, altro che miracolo economico. Direi che Brusati ha composto un film "a episodi", come allora si faceva, ma senza avvisare lo spettatore coi titolett