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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

Invasioni

Scrivere, sostenere, ripetere che i tedeschi* in armi  invasero l'Italia dopo la data fatidica - 8 settembre 1943 - rappresenta solo una versione dei fatti. La ripropone A.Cazzullo sul Corriere del 28 di questo mese - maggio 2020. I tedeschi, fino a quella data alleati dell'Italia, erano già presenti nel sud del nostro Paese, dopo la sconfitta subita da loro, insieme agli alleati italiani, in Africa settentrionale. Certo, dopo il discutibile voltafaccia italiano (8 settembre) i tedeschi approfittarono della debolezza militare e politica del nuovo governo Badoglio per occupare , a scopo autodifensivo, il nostro territorio, invaso dagli angloamericani da sud. A nord protessero la creazione, da parte dei fascisti, della repubblica sociale, e tramite tale ingegnosa mediazione dominarono il dominabile.Le scelte fatte in seguito da molti italiani disposti a morire (e a uccidere) si distribuirono sui due fronti che la nuova situazione imponeva.  *Insistere sulla formula "

Una bancherella a Bratislava

I luoghi di "scambio libri" gratuito sono solo uno dei modi che un volume incontra, di cambiamento della sua condizione. Altri sono i negozi dei rivenditori di "usato"; altri ancora sono le bancherelle, talvolta meno accurate dei negozi nella presentazione della merce. Altro modo è quello del prestito senza restituzione , sia tra privati, sia tra una biblioteca e un utente che poi per qualche motivo non riconsegna il volume. Capita anche che x doni a y un libro che possiede da anni. I libri possono del resto essere semplicemente trovati, perfino per strada, diciamo abbandonati vicino a un "cassonetto". Una volta che cambiai casa trovai nella cantina un mucchietto di libri appartenuti a qualcuno che parecchi anni prima aveva abitato in quell'appartamento. Il passaggio da una condizione a un'altra di un volume avviene in uno dei modi ora descritti, e naturalmente è solo un passaggio, infatti prima che un volume vada in malora, salvo sciagure tipo fu

Pavese traduce Steinbeck

In uno "scambio libri" contenuto da una vetrinetta di legno piazzata tra gli alberi in vicinanza del monastero di Monte Senario (Firenze), ieri ho trovato Uomini e topi , romanzo di John Steinbeck tradotto da Cesare Pavese - edizione Bompiani 1943. Umido. Dopo averlo preso e averlo lasciato asciugare, a valle, ho iniziato a leggere, non senza notare che l'italiano della traduzione difficilmente può essere paragonato alla scrittura del Cesare, a tratti sublime ( La luna e i falò ); che l'America degli anni quaranta davvero era un mondo da qui lontano; che non si conosceva l'abbigliamento in tessuto "denim", eccetera. Non è quindi un caso che oggi alla traduzione di Pavese se ne affianchi una nuova, meno spaesata.

Il cappotto di Napoleone

Molti avranno visto "Miseria e nobiltà", un film del 1954 fatto da Mario Mattoli sulla traccia di una farsa di Eduardo Scarpetta. E si ricorderanno la sequenza in cui il compare di Felice Sciosciammocca, come lui affamato, gli elenca una quantità di alimentari da comprare con il ricavato dell'impegno di un cappotto presso il "monte di pietà". L'attore che interpreta il ruolo del compare, Enzo Turco, si è conquistato un posto in prima fila nella storia del cinema italiano, e per una volta Totò, che interpreta il ruolo di Felice Sciosciammocca, fa da spalla. Ascolta, scettico come le tre donne presenti, l'elenco della spesa, mirabolante, succulento, meraviglioso in assoluto,  tenendo tra le braccia il cappotto da impegnare. Alla fine domanda all'amico se per caso il cappotto che dovrebbe fruttare il denaro per la cospicua spesa non sia "il cappotto di Napoleone". Con ogni probabilità tramite You Tube chi vuole può vedere la sequenza, o rived

Mal d'Africa

Le situazioni in cui viviamo sono sempre determinanti per ciò che pensiamo, diciamo, facciamo. Ancora di più lo sono se consistono in un qualche stato di privazione della nostra "libertà". Per cui non è strano che Silvia Romano, la ragazza ieri fatta tornare in Italia dall'Africa, dove è rimasta prigioniera per un anno e mezzo di una o più organizzazioni di sequestratori, abbia mantenuto un abito acquisito durante la prigionia e abbia dichiarato di essersi convertita alla religione islamica. A parte le circostanze pratiche di sopravvivenza (ci si veste con quello che l'ambiente " offre", si mangia quel che si può, ecc.), si giocano i "giochi" che l'ambiente di fatto impone. Senza contare il "mal d'Africa"! Tra parentesi: convertirsi all'islamismo non è più bizzarro della credenza nella verginità della madre di Gesù o nella "santissima trinità". O nella "resurrezione".

L'amante e la menta

"L'amante inglese" è un film di C. Corsini che illustra la rivolta di una donna contro l'ambiente borghese che la imburra, non importa che in questione sia l'amore e la sessualità. Direi che siamo tra Flaubert e Truffaut. Bravissima l'attrice protagonista, (K.S.Thomas), ottimo l'attore che interpreta il ruolo del marito (I.Attal), simpatico l'amante proletario della signora (S.Lopez). Il titolo è fuorviante, però, infatti se proprio vogliamo l'amante è catalano, mentre inglese è la protagonista. La storia si svolge in Francia. Vogliamo ipotizzare che il titolo significhi che "l'amante inglese" al proletario catalano finisce per costare un po' cara? Troppo maschile, come visione, e in fondo la regia è di una donna. Il titolo del film cozza in realtà con il titolo di un racconto di Marguerite Duras, in italiano pubblicato da Feltrinelli, L'amante inglese , formula che costituisce, nel contesto, un gioco di parole che ha a c

Tutto andrà bene?

"Tutto andrà bene" lo si legge da diverse settimane, scritto da mani anche innocenti, in giro. E' una formula che traduce everything is going to be all right e che spunta spesso dalle bocche degli attori americani quando interpretano personaggi messi in situazioni difficili.  Segnala immancabilmente che qualcuno sta per crepare.

PIUTTOSTO CHE

Negli ultimi anni ho scoperto che anche tra docenti universitari di alto grado e per di più specialisti in settori dove la parola è tutto si è infiltrato l'uso di sostituire al banale "o", al vecchio "oppure", all'antiquato "o anche", il manageriale (milanese! - fortuna che Gadda e Brera sono morti) PIUTTOSTO CHE. "mi tocco da sola, piuttosto che farmi toccare da quello", pensa la tale, correttamente quanto alla forma, e lasciamo stare la sostanza. Fatti suoi. "resto in città e vado in piscina, piuttosto che andare in campeggio a Marina di Piscenza", dichiara il signor X, correttamente quanto alla forma, poi non sappiamo se abbia torto o ragione. Fatti suoi. "i turisti stranieri visitano le città d'arte", dice l'intervistato Y, un esperto della prima industria nazionale, "soggiornano a Firenze, Venezia, PIUTTOSTO CHE a Roma", scorrettamente quanto alla forma. Però, cosa succede? Succede che