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Visualizzazione dei post da agosto, 2023

Il gatto "è finito"

  Alla domanda dei nipotini circa la ragione per cui i gatti accarezzati sulla schiena talvolta rizzano la coda, da molto tempo più o meno anziane signore rispondono o rispondevano che la coda si rizza per significare che  il gatto è finito . .. Credo che tale risorsa spiritosa, ma non molto amabile, di alcune anziane signore di Lombardia e di Toscana, se non d'altra regione d'Italia, servisse loro per trarsi dall'imbarazzo insito nella prospettiva di toccare argomenti "non adatti" ai nipotini, i quali forse chiedevano perché eccetera proprio per mettere in imbarazzo le nonne. Naturalmente non so perché i gatti accarezzati in certi casi rizzino la coda ... ma l'accarezzamento e la levata di una coda mi fanno pensare a tutt'altro che a un finire ...

Il vero "miserabile"

  Trovato su una panchina di piazza Beccaria, a Firenze, ho letto I miserabili , lunghissimo celeberrimo romanzo pubblicato circa 160 anni fa e molte volte tradotto in italiano, l'ultima - credo - nel 1993 a cura di Jaka Book, appunto l'edizione corazzata che la sorte mi ha offerto. Victor Hugo viveva del proprio lavoro, non so se venisse pagato a riga, a parola, a pagina, comunque il miserabile è chi legge il romanzo, bisognoso di essere trattato, come è stato del resto già fatto ... Io taglierei tutte le digressioni storiche, sociologiche, urbanistiche, di costume ... Anche Anna Karerina dovrebbe esser trattato, ma il problema con Tolstoj non è grave come con Hugo ... intendiamoci, generosissimo, grande mente, conoscitore dell'umano ... Le digressioni le ordinerei in un volume a parte ...  I personaggi interessanti sono tre: Jean Valjean, Javert e Thénardier ... il primo in pratica è invincibile, il secondo implacabile, il terzo è un demone, un mascalzone dotato di resi

Cristo non è morto di sonno

 La Repubblica di oggi 5 Agosto propone una critica alle critiche che da destra sono e sono state fatte al modo di trasmettere la storia del xx secolo nella scuola con particolare riferimento al fascismo (1922-1943; 1943-1945), alla resistenza, alla guerra (1940-1945), alla guerra civile (1943-1945) e alla liberazione (1945). Stefano Cappellini, autore della critica alle suddette critiche di destra, potrà aver ragione su qualche punto né io conosco i manuali di storia che egli cita, infatti sono vecchio - ho frequentato la scuola tra gli anni cinquanta e i sessanta - e non esperto di didattica della storia, ma so benissimo che a coloro che come me sono nati subito dopo la fine della guerra è stato fatto credere, da parte dei politici, dei giornalisti e degli intellettuali conformisti, che Cristo è morto di sonno, e che ho dovuto leggere e studiare per farmi un quadro decente dei fatti sopra elencati. Benissimo! Cristo non è morto di sonno, ho capito, ma in croce*. Quanto ai neofascist

Una sinistra quadriglia

  Riletto Le affinità elettive ... una giovane, Ottilia, porta lo scompiglio tra due coniugi, Edoardo e Carlotta, zia di Ottilia. In effetti della piccola si innamorano in più d'uno. La zia di lei comunque si accosta volentieri a un amico in carriera (prima capitano, poi maggiore) del marito. Sono le c.d. affinità elettive. Non triangolo, ma quadrangolo! Da un amplesso di Carlotta con Edoardo (se non con il maggiore ex capitano) e dalla conseguente nascita di un bambino sorgono difficoltà ovvie ... l'interezza dell'amore di Edoardo per Ottilia risulta ottenebrata ... Ottilia si ritira da Edoardo, che parte per una guerra ... il bambino poi muore affogato a causa della trascuratezza di Ottilia, troppo emozionata dal ritorno improvviso di Edoardo. E' la pietra tombale del loro amore. Non si sposeranno com' era nel progetto di Edoardo, non ostacolato da Carlotta, incline al maggiore ex capitano ... Ottilia smette di nutrirsi e muore d'inedia ... Anche Edoardo, dis

Un americano a Parigi

 Devo aver letto Tropico del Cancro decine di anni fa e lo ho riletto in questi giorni mancante delle prime 120 pagine circa. Non so perché il volume le abbia perse, né come sia possibile un fatto del genere, comunque Henry Miller non credo che ne soffra. In scena sono giovani artisti o scrittori statunitensi a Parigi direi nei tardi anni venti, primi trenta, di solito poco dotati di pecunia e vogliosi di fare i debosciati in terra straniera, in lingua francese. Rispetto a Tropico del Capricorno questo Cancro qui è leggermente più narrativo e un po' meno sproloquiante, per cui si fa leggere con più facilità. E' probabile che i giovani statunitensi che passano mesi in Italia "per studiare", figli dei figli dei figli dei tipi alla Miller, intendano la vita nel vecchio continente come i debosciati del Cancro. Non male davvero il finale del libro, il protagonista e narratore convince un amico inguaiato in una prospettiva di nozze con una francese a tornare alla svelta ne

Ciu Ko

  Si scriva "impersonare" e "personificare", ma non "impersonificare" come leggo nell'editoriale di un celebre periodico, non in un elaborato o tesina di studente universitario del ventunesimo secolo ... in breve ciuco . ("Impersonare" richiama il teatro, la recita, anche in senso metaforico. "Personificare" significa render persona umana qualcosa che è ... metaforico ... astratto.)