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Visualizzazione dei post da febbraio, 2011
le sciocchezzuole fuoriuscite dalla bocca del cosiddetto premier giorni fa in merito al fatto che certi docenti della scuola pubblica "inculcano" nei loro allievi idee contrarie a quelle che le famiglie vorrebbero "inculcare" nei figli, segnalano la passione del cosiddetto premier per l' "in cul" e specialmente confermano un'idea che abbiamo qui proposto tempo fa: che molti professori della scuola pubblica sono considerati dal governo (diciamo così) degli avversari politici. Magari.
forse mi ripeto: l'iscrizione all'università di persone che non parlano, capiscono e leggono la lingua del Paese cui appartiene quella università, è da considerare oscena perché l'università incassa soldi senza occuparsi di dare alle persone iscritte ma non parlanti la lingua del posto un'istruzione valida nei fatti (e nei discorsi scientifici e oppure intellettuali). Sono sicuro che sulla carta o meglio virtualmente fior di servizi ed opportunità formative gonfiano in forma di parole programmatiche le guance dei tromboni, è ovvio: intanto la realtà s'incarica di sgonfiare quelle guance.
vile ranocchio: in nome dell'integrità del piatto di lenticchie che il Padrone mi passa mese mese, ho rinunciato a chiedere il prepensionamento, e aspetto che il Padrone mi faccia accompagnare all'uscita, tra una ventina di piatti di lenticchie. Intanto, insieme alle lenticchie, mi capita di buttar giù robetta indigesta, la solita, che su questo giornale vo registrando da qualche semestre: tra l'altre intrusioni nel piatto ne noto o meglio sospetto una nuova: i colleghi che hanno la prospettiva di "lavorare" ancora per anni, quando non per decenni, mi guardano come si guarda un malato terminale, poveraccio, tra la pena e il disprezzo. Vile ranocchio...
i risultati asineschi registrati da una pagella oggi (2011) toccata a chi sappiamo noi c'inducono a ricordare i risultati registrati dalle nostre pagelle di cinquanta anni fa, alquanto asineschi anch'essi! Non assolveremmo l'asino odierno in quanto nostro simile, semmai condanneremmo noi stessi insieme a lui, ragliando insieme! Tuttavia, fermo restando che a ciascuno tocca sbattersi nella e con la sua epoca, ciò che c'induce a proporre la detta comunità di quadrupedi raglianti, la scuola nostra di cinquanta anni fa, non obbligatoria, aveva come ratio l'istruzione, mentre la scuola di oggi ha come ratio la "permanenza temporanea" dei minori, obbligatoria, con l'istruzione ridotta a pretesto. Insomma: non tutti gli asini sono uguali!
entrando stamane in facoltà (Vacuologia, Civitarotta university)ho udito una studentessa, che era intenta alla lamentazione, condivisa con altre "colleghe", circa un lungo calendario d'esami, pronunciare la frase seguente: "mi girano le palle". Ciò induce a ritenere che l'espressione sia oggi usata in modo derogatorio rispetto al suo significato, infatti le ragazze non hanno le "palle"...ciò nonostante ho provato della nausea...