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Visualizzazione dei post da settembre, 2013

Amarcord (1)

Nei primi anni novanta del secolo scorso il nostro fiume, in piena, alluvionò il centro di Civitarotta. Un mio collega ci rimise una sua proprietà commerciale.  Orbene, di tanto in tanto io mi aggregavo, durante i suoi esami nella facoltà di Vacuologia, a questo collega più anziano di me d'una quindicina di anni; erano penosi, mai però come quando, dopo l'alluvione, lui intrattenne un paio di peppine esaminande (chiamiamo con affetto così due ragazzette intente a catturare il titolo di dott.) sulla disgrazia che gli era capitata, cosa che con l'esame aveva pochissimo a che fare.  Si dilungò alquanto, il collega, preso da quel suo eloquio che lui solo, forse, comprendeva, ma altri studenti erano da esaminare, così le due peppine ebbero il loro bravo voto in Teoria del Marasma, la disciplina che il mio collega inscenava. Se lo presero e se lo portarono a casa, poiché non era un cattivo voto. Anzi.  Di questa corbelleria del mio collega io mi resi complice, dal momento che

Si premia

Su Repubblica di oggi 9 ix 2013 si dà notizia di una delle solite prove, date da insider, della prevedibilità degli esiti di qualsiasi concorso universitario. Non importa che Umberto Eco abbia tempo fa fornito di tale prevedibilità una spiegazione del tipo: i bravi sono noti nell'ambito di una comunità scientifica. Qui non si tratta di bravi, ma spesso di ruffianoni . Repubblica segnala la vincita di un posto da specializzando in medicina da parte di uno che ha conclamatamente fatto da autista a chi poi lo avrebbe favorito, ma noi già lo sapevamo che alcuni allievi scarrozzano il "maestro", lo vanno a prendere in stazione, gli lavano l'auto, gli comprano il giornale, gli vanno a prendere da bere al bar di sotto, eccetera. 

"Passioni nascoste"?

Certo poche righe sono un'erba, e non se ne può "fare un fascio", ma queste pubblicate su La Stampa qualche giorno fa sono ben in linea con la deriva scolastica secondo noi oggi prevalente. Scrive una docente di francese non di primissimo pelo: "Voglio augurarmi di vivere un anno di relazioni sincere, basate sull'incontro, sull'ascolto, sullo sguardo, per riscoprire il gusto di poter imparare dagli altri, abbattendo i muri di tante invidie e ipocrisie (...) di poter assaporare, ogni giorno, nella quotidianità della vita di classe, il gusto di quella bellezza così "umana" che si incontra attraverso i volti dei ragazzi (...) di saper leggere le fatiche, i dubbi, l'intensità delle passioni nascoste." Diciamolo, è toccante!

Saluzzo docet

L'assottigliarsi della distanza tra docenti e discenti, nella scuola, porta a qualche inconveniente di troppo, come s'intravede anche nel caso (qui preso in astratto) di quel professore di Saluzzo che avrebbe avuto "storie" con sue alunne, negli anni passati, e che adesso rischia grosso, almeno per il fatto che le allieve ai tempi erano minorenni, dato che la legge vieta i rapporti erotici tra gli adulti e i minori, anche se questi ultimi sono d'accordo.  E' discutibile, questo divieto, e non tiene conto della diminuita distanza tra il mondo degli adulti e quello dei minori. Naturalmente non tiene conto neppure del fatto che la seduzione è un fenomeno interattivo .  Quanto all'accusa eventuale al docente di Saluzzo di aver "indotto" un'allieva al suicidio (nel contesto d'una loro relazione extrascolastica), tale accusa rimanda a un reato discutibile almeno come quello di plagio. Il docente ha certo commesso degli errori, cedendo con og

La scuola che vorrebbe Scotto di Luzio

Ho letto un libro pubblicato da B. Mondadori con il titolo "La scuola che vorrei", autore Adolfo Scotto di Luzio. Ne ho avuto notizia da una recensione di Galli della Loggia sul Corriere. Il testo, breve, bersaglia di critiche la "nostra" scuola, che è davvero ridotta assai male: chi ha letto i molti post che ho lasciato sull'argomento in questo blog dovrebbe sapere come la penso. Io guardo quel che posso vedere, Scotto di Luzio è uno storico specialista e diciamo che lungi mira. Quindi contestualizza il disastro, ciò che io non ho avuto la pretesa di fare. Diversamente da me l'autore è un liberale, quindi politicamente la sua critica alla perdita di senso della scuola democratica e costituzionalmente corretta viene da una parte diversa rispetto alla mia, quella di un comunista. Ciò significa che sono d'accordo con l'autore in fatto di segnalazione degli errori, non sulla spiegazione dei medesimi, tuttavia notevole. E' un libro da leggere, no