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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

Carlo Poli dicitore di Dante

 Apprendo con molti anni di ritardo che Carlo Poli, da Borgo San Lorenzo, è morto. Era un intrattenitore, un attore, da ultimo dedicò le sue energie a Dante, di cui recitava interi canti davanti a numerosi pubblici in Toscana e, a quanto ricordo, in Sicilia, se non altrove. Non dimentico altresì le sue imitazioni del  Benigni prima maniera (anni settanta), tanto che posso dire di aver conosciuto il celebre attore prima di averlo mai visto e sentito! Grande è la mia commozione, oggi. 

La nuova edizione di "Gomorra"

  La nuova edizione di "Gomorra" (regia di Matteo Garrone) trasmessa ieri sera 16 IV 021 da Rai 3 propone, oltre alle interruzioni pubblicitarie, qualche sequenza in più rispetto alla versione nota, ma in particolare è corredata da didascalie che "spiegano" agli spettatori il contesto della storia narrata dal film. Tali spiegazioni, direi improntate al lutto per i defunti "di camorra"e alla legalità, non riescono per fortuna a guastare la bellezza dell'opera, ma - come dire? - ci provano. Proprio la bellezza è quel che invece convince in certi  film di Garrone:  "L'imbalsamatore", "Primo amore", "Reality", "Dogman" e naturalmente "Gomorra". Mi spiego: Garrone ha una magnifica capacità di trarre il "bello" dal "brutto". Estetica dei suburbi.  Ora, se a tale estetica metti una cornice "per famiglie", la guasti. La savianizzi .

"Il cliente", film iraniano

Una coppia deve lasciare il suo appartamento perché l'edificio in cui esso si trova rischia di crollare.  Metafora?  Un amico offre alla coppia un altro appartamento da poco libero. I due sposi iniziano la nuova esperienza, peccato che un giorno, mentre si trova sotto la doccia, la giovane signora venga spaventata da uno sconosciuto cui ha aperto - credendolo il marito. Cade e si ferisce. Non è chiara la sequenza. Si capisce comunque che l'appartamento era occupato, prima che dalla coppia, da una prostituta, e che l'aggressore è un cliente, tant'è vero che lascia un fascio di banconote. Lascito piuttosto misterioso, direi, date le circostanze. Il film, intitolato nella nostra lingua "Il cliente" (2016, regia di A. Farhabi) mi ha ricordato "Arrangiatevi" (1959) dove Totò insedia sé stesso e la famiglia, ignara, in un appartamento che da poco tempo ha cessato di essere una "casa chiusa". Equivoci vari e comici ne conseguono. Tornando al film

"La peste", di Albert Camus

Indotto dalla miseria covid   ho ripreso in mano La peste di Albert Camus (1947), che tratta di "qualcosa"  tramite la cronaca di una pestilenza - così l'autore curiosamente avvisa il lettore subito prima dell'inizio del romanzo.  1947. Non da molto è trascorsa la guerra (1939-1945), per tutti tragica e penosa, per la Francia in modo particolare a causa dell'occupazione tedesca (nazista) subita fin dal 1940. Occupazione che divise i francesi e il territorio francese in due parti. Interessante.  Il romanzo è noioso , anche stavolta sono arrivato al suo termine con gran fatica. Fallimento di Camus, comunque, e abbastanza ridicolo:  "Guardate che è una finzione..."  Si finge sempre, ma non si avvisa il lettore che si finge!  Cos'è la peste camusiana? Io sospetto che sia la noia che il romanzo esprime – il romanzo rappresenta la noia, la noia produce il romanzo.  La noia in colonia , com'è, però magnificamente, rappresentata nell' Etranger .  L