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Visualizzazione dei post da giugno, 2023

Ich melde gehorsam

  Il buon soldato Sc'veik è un romanzo di poco meno di 500 pagine fitte rimasto incompiuto a causa della morte dell'autore, Jaroslav Hashek. Scritto dopo la fine della prima guerra mondiale (1914-1918) e uscito in Cecoslovacchia nel 1921, fu tradotto dal ceco in italiano e pubblicato da Feltrinelli negli anni sessanta. Si tratta di un'opera che, una volta letta, può essere tenuta a disposizione e aperta a caso, in quanto raccoglie una serie numerosissima e ripetitiva di episodi inerenti la vita militare all'interno dell'esercito austro-ungarico giustappunto durante la guerra "14 -"18. Il macchinario militare messo in scena da Hashek gira più o meno a vuoto, ecco anche perché il volume può essere riaperto a caso senza mancare il bersaglio, che è satirico. Sc'veik è, insieme a pochi altri personaggi, protagonista della satira di Hashek. Sopravvive dentro l'esercito con lo strumento di una serena sapiente idiozia, fa il tonto, getta nelle orecchie di

Butan

 "Lunchbox" (R. Batra) è un bel film indiano del 2013. Per risparmiare o per nutrirsi come si deve da noi alcuni si portavano sul lavoro il pranzo in contenitori - di varia denominazione. Nella grande città indiana in cui si svolge la storia che il film mette in scena c'è o c'era un servizio di trasporto di contenitori con il cibo, caldo, dalle abitazioni degli interessati ai loro luoghi di lavoro, servizio a quanto pare infallibile e oggetto, a causa della sua organizzazione, di studi internazionali. Tuttavia un contenitore con il cibo preparato da una giovane moglie per il marito finisce un giorno alla persona sbagliata, un contabile prossimo al pensionamento, vedovo e scorbutico. Deliziato dal pranzo ricevuto, costui scrive due righe di stupito ringraziamento e ficca il biglietto in uno dei gavettini di cui è composto il contenitore. Inizia così una corrispondenza tra la donna e il contabile.  Qualcosa mi sfugge, oppure la sceneggiatura, se non la meravigliosa orga

Siebenkaes, un romanzo d'avanguardia di due secoli fa

Siebenkaes , di Jean Paul Richter, è un volume assai corposo che risale a poco più di duecento anni fa. Tradotto varie volte in italiano, lo è stato magnificamente verso la fine degli anni novanta ad opera di  Umberto Gandini - per Frassinelli. La storia è abbastanza complicata e comunque fa l'effetto che l'autore, Richter, ci legga il suo romanzo come ad alta voce interrompendosi di continuo con digressioni di ogni genere e spiritosaggini. Due giovani amici, Firmian Leibgeber e Heinrich Siebenkaes, oltre a somigliarsi come due gocce d'acqua sono così legati reciprocamente che decidono di scambiarsi il cognome, per cui Firmian prende il cognome Siebekaes e Heinrich quello di Leibgeber. Firmian è un avvocato d'ufficio e uno scrittore, Heinrich uno spavaldo giramondo. Firmian si sposa con una certa Lenette e stenta la vita, anche perché, a causa dello scambio di cognomi con l'amico, non riesce a mettere le mani su un capitaletto che gli spetterebbe come eredità. Il ma

Una strage di cavoli

"Il nastro bianco", film di Michael Haneke del 2009, è molto godibile in fatto di cinematografia, insomma mi piace molto guardarlo, facce, costumi, paesaggi, case, tutto quanto in bianco e nero. Un anziano, già maestro elementare, racconta certi fattacci* avvenuti subito prima della cosiddetta grande guerra (1914-1918) nel villaggio di sua competenza, insieme comunque al suo incontro e fidanzamento con una graziosa fanciulla. Il narratore ne sa un po' troppe di cose, anche minime, in merito agli abitanti del villaggio e alle loro vite. Si direbbe che è "onnisciente", ma lasciamo perdere. Haneke sembra voler dire che il tipo di educazione vigente ai tempi, nastri bianchi simbolo dell'innocenza, frustate, repressione sessuale, autoritarismo e via dicendo, sia il contesto dei fattacci che avvengono nel villaggio, ovvero che tali fattacci dipendano dall'autoritarismo, dalla repressione sessuale, dai nastri bianchi eccetera. Senonché anche oggi, dopo un secol

Il soldato Ferdinand ferito in guerra

Guerre , inedito di Céline pubblicato in Francia nel 2022 e di recente uscito anche in Italia, racconta in prima persona quel che accade al soldato Ferdinand, ferito gravemente in battaglia, dopo il suo ricovero in ospedale. La guerra è iniziata nel 1914 e finirà nel 1918. Nonostante il suo stato Ferdinand si ambienta*, stabilisce delle relazioni, finalmente esce e frequenta la città, Peurdu sur la Lys **. Insieme a Bebert ***, un altro ferito ospedalizzato, si accosta alla vita mondana del luogo, multiforme in quanto vi stazionano militari di vari eserciti alleati. La guerra guerreggiata è molto vicina. Romba il cannone. Ferdinand è formalmente interrogato da un ufficiale in merito alle circostanze della sopravvivenza in battaglia che stranamente è toccata a lui soltanto. Teme la fucilazione! Invece viene decorato. Arrivano i genitori da Parigi. Insieme a Bebert e Angèle, la moglie dell'amico, Ferdinand va a pranzo a casa di un notabile della cittadina, collega del padre. Dai sala

Il guardiacaccia ... lo stalliere ... lo stallone

Ernst Wiechert scrisse nei primi anni trenta un romanzo,  Die Majorin , tradotto in italiano con il titolo non malvagio, ma generico, La signora . Pochi anni prima di Wiechert David H. Lawrence aveva pubblicato a proprie spese L'amante di Lady Chatterley , divenuto poi famoso. Sia Lady Chatterley's lover sia Die Majorin presentano il personaggio di un guardiacaccia e quello di una nobildonna a lui molto interessata.  E' di recente che, mentre terminavo di leggere Die Majorin , mi è tornato in mente il romanzo di D. H. Lawrence in forma sarcastica: ecco il non amante della baronessa vedova del signor maggiore, mi son detto, e mi è venuta diciamo la voglia di rileggere il secondo.  Non so se Wiechert nei primi anni trenta conoscesse il romanzo di D. H. Lawrence e volesse  rispondergli : direi di no. Sono io che "rimprovero" a Wiechert di aver tenuto sospesa, repressa, la tensione erotica tra il guardiacaccia e la baronessa, per quanto la sublimazione gli sia riu