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Visualizzazione dei post da dicembre, 2015

Bandiere

Intervistato da un tg locale in merito a certe prepotenze che alcuni giovani avrebbero commesso ai danni di un viaggiatore nella stazione ferroviaria di non ricordo dove, il sindaco del posto si è prodotto in una metafora mista dando luogo a parole che in definitiva significavano il contrario di quel che lui voleva dire. Dal momento che il viaggiatore sopraffatto era definito nel contesto della notizia un "gay" (significa in primis "persona dotata di levità", "gaia", in secundis "omosessuale"), il signor sindaco ha voluto dire che lo Stato non dovrebbe rinunciare ad esercitare la sua autorità e la sua protezione dei singoli cittadini, ed ha pensato di usare una metafora, quella dell' ammainabandiera, che significa rinuncia, cessazione. Nel parlare però gli si è parata davanti alla mente un'altra metafora, quella della esposizione della bandiera bianca, che significa resa; peccato che gli si siano mescolate, ragione per cui ha detto: &qu

"Alla fine"

L'espressione "alla fine" sta andando a ruba, com'è ovvio anche quando non è adeguata allo scopo. Al posto di "in definitiva", "in fondo", magari al posto di "da ultimo". O al posto di "in fin dei conti". Mi indigna il fatto che i miei contemporanei e concittadini seguano così irriflessivamente la moda.

Il passato si chiama passato perché è passato?

Il terapeuta Raffaele Morelli, direttore di una rivista che si chiama Riza , autore di libri, rilascia oggi un'intervista al Corriere dove prende posizione contro il concetto di risoluzione dei problemi psichici (o se preferite emotivo-mentali) a favore del concetto di superamento dei medesimi; prende posizione di conseguenza contro lo scavo nel passato da parte del soggetto in terapia ed a favore dell'apertura da parte del soggetto a nuove prospettive della e nella sua mente.  Non so se il Morelli stesso o la persona che lo intervista - uno dei due chiama in causa criticamente il concetto di "elaborazione del lutto", di origine psicanalitica, che si riferisce alle lunghe o meno lunghe vicissitudini che le persone di fatto attraversano sempre dopo che hanno perduto qualcosa o qualcuno (mio fratello stette male per settimane dopo che gli avevano fregato dall'androne di casa sua la bici nuova), ed in secondo luogo si riferisce al lavoro che un tizio fa nella espe

Dieta mediterranea

Mi si è fatto notare che l'espressione "dieta mediterranea" da queste parti è intesa in modo diciamo etnocentrico, cioè come se fosse riferibile ai modi di cucinare italiani, che per altro sono tanti. Ora, il Mediterraneo è un mare (lo dico per i più giovani) che bagna, oltre che l'Italia, i seguenti Paesi: Francia, Spagna, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Israele (Palestina), Libano, Siria, Turchia, Grecia, Albania, Kossovo, Serbia, Croazia, Slovenia, e magari mi sono dimenticato qualche altro Paese. Che offrono migliaia di piatti, di vini, di liquori, di focacce, di dolci, di verdure conservate, di carni eccetera. Quindi "dieta mediterranea" intesa come pasta, pomodorino, mozzarella e basilico, proprio fa pena.

Sicumera

L'altro ieri sono andato in centro per comprare due libri, o meglio per comprare un libro di Juenger, Trattato del ribelle  * (Der Waldgaenger) e per ordinare un libro del francese Robert Brasillach intitolato Le Voleur d'etincelles (Il ladro di orchidee). Ho fatto due buchi nell'acqua, tuttavia ho scoperto che si possono trovare addetti di libreria che scambiano Juenger, celebre scrittore e pensatore tedesco, con Jung, lo psichiatra svizzero che riuscì a sottrarsi all'influenza di Freud dando luogo ad una sua scuola; e che con quella sicurezza degli asini che si chiama sicumera  ti suggeriscono di cercare nel settore "psicologia" della libreria o meglio supermercato librario. Juenger con la psicologia c'entra pochino. Un altro addetto, serio, ha cercato nel computer e mi ha detto che il libro manca. * Waldganger significa "camminatore boschivo", che poi un camminatore boschivo o cultore degli itinera in silvis possa essere un "ribelle&

Guerre stellari

Quando fu distribuito il primo film della serie di Heroic Fantasy (o Sword and Sorcery?) di cui tanto si parla in questi giorni, il titolo che s'impose, "Guerre stellari", costituiva una buona traduzione dall'originale. Oggi si impone direttamente l'originale, chiaro segno che l'imperialismo americano ha guadagnato spazio, non che la lingua anglo-americana sia meglio conosciuta.  Ai tempi ero interessato alla fantascienza (Science Fiction), per cui assistetti al film, di cui ricordo la spassosa sequenza in cui si  vede un ritrovo frequentato dalle creature più varie della galassia, forse intesa a relativizzare l'umano in genere e l'etnocentrismo in particolare. Sequenza logicamente antirazzista che presi per un qualcosa fatto in buona fede, allora. 

Illusionismo

Ieri sera in tv davano un filmetto che ho seguito per alcune decine di minuti stranito dal fatto che me lo aveva consigliato mio figlio. Questo film non solo proponeva immagini sfondi e luci da spot natalizio, ma voleva dare ad intendere che a Vienna ai tempi di Franz Josef un illusionista propagandasse i suoi spettacoli con manifesti scritti in inglese. Non è la prima volta che noto porcherie simili, per esempio in un film che narra di una analfabeta tedesca imprigionata dopo la guerra a causa della sua partecipazione in divisa ad un crimine, ed aiutata ad apprendere in carcere la lettura da un suo ex amante, gli scritti che scorrono talvolta sono in inglese. Non è sempre stato così, per esempio in un vecchissimo film americano ambientato "in Ungheria" ("Scrivimi fermo posta") le insegne leggibili erano in ungherese o almeno ci provavano.  Come dire: l'imperialismo si è allargato. Der Zauberkunstler (con la dieresi sulla seconda u): vuoi mettere con "The

Santo Natal, notte d'opal

E' ovvio che la scuola pubblica debba tener conto della appartenenza culturale dei suoi utenti diretti, gli studenti, e indiretti, le loro famiglie. Se in un istituto sono iscritti giovani non "italiani" e non "cristiani" ne deve conseguire organizzativamente quanto è necessario, anche per quanto riguarda le ricorrenze di tipo religioso. Ragione per cui i presidi che smorzano le iniziative diciamo natalizie hanno ragione. Anche in riferimento al fatto che alcuni studenti con le loro famiglie potrebbero non essere religiosi affatto. Mi sembra che il modello dell'esonero dalla "ora di religione" sia da tenere ben presente. * Un tema che non vedo trattato sui media da me osservati è quello che riguarda le diciamo scelte delle scuole private, per esempio mi piacerebbe sapere quanti non ebrei sono iscritti a una scuola ebraica (privata); quanti ebrei sono iscritti ad un "sacro cuore" eccetera. Quanti atei in un istituto valdese. In questione