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Visualizzazione dei post da ottobre, 2016

Messa in sicurezza?

Tra le formule sceme e invadenti che avvelenano la mente dei più facendo al contempo incazzare i privilegiati dalla fortuna di avere un loro cervello, segnalo oggi "messa in sicurezza". Questo brutto senario è divenuto una formula burocratico-magica che è usata ed abusata a dispetto della realtà delle cose concrete di cui nel caso si tratta. E' un dire al posto del fare, è una nominazione presuntuosa patetica e vuota, in realtà. Un paio di transenne, una decina di metri di fettuccia biancorossa, ed ecco, come per miracolo: la sicurezza!

Cesare Garboli

Adelphi pubblica una raccolta di scritti di Cesare Garboli, studioso e critico di letteratura defunto una decina di anni fa. Nel Corriere di ieri 24 ottobre si recensisce il libro e si racconta di Garboli, diciamo del suo metodo, di cui chi abbia letto Scritti servili , o Falbalas , può essersi fatto ai tempi una o più idee. Innegabilmente Garboli sapeva dare dei suoi autori ritratti godibili, ne sapeva fare dei personaggi, a volte (penso al caso di Antonio Delfini) addirittura li inventava, ragione per cui se andavate poi a leggere Delfini potevate restare un poco perplessi. S'infilava, Garboli, dentro tali ritratti, dal momento che i suoi autori erano o erano stati suoi conoscenti. Scriveva non tanto dei libri di Natalia Ginzburg o di Elsa Morante, ma d'un insieme umano-letterario che intrecciava le loro persone alle loro opere, e Cesare ci entrava. Lo stesso fa il recensore di ieri nel Corriere, ci dice che Garboli era bello, seducente, preparato, intelligente, e che lui, il

"Capisciare italiano no facìle"

Spezzo una lancia in favore dell'allenatore olandese dell'Inter, De Boer, che è costretto dalla cialtroneria della Rai a "parlare in italiano", ciò che ancora non gli riesce, com'è naturale. Basterebbe dargli un interprete e lasciargli il tempo di ambientarsi in una lingua difficile come la nostra; noi certo in due mesi non sapremmo rispondere in TV a chi ci parla scioltamente in lingua olandese.  Che cosa significa questa porcata? Essa allude ad un'inerzia comunicativa del resto praticata dagli addetti ai lavori calcistici italiani.

Compiti a casa

Ricordo quando mio figlio iniziò la scuola media; i compiti a casa erano gravosi per lui (e per sua madre, che a torto o a ragione lo aiutava); inoltre i libri di testo erano a mio giudizio molto difficili, voglio dire che a me sembravano difficili: ragione per cui lo erano , e assurdamente. Ricordo che certe volte, specie i primi mesi, si faceva sera e ancora mio figlio stava lì a soffrire con sua madre, ciò che mi pareva insensato. Sto riferendomi al 1995, per l'esattezza. Oggi non so come vanno le cose.  Dei miei tempi non ricordo nulla di preciso (1954-1967), se non un inverno (1964-1965) che trascorsi presso una anziana signorina, costretto in una stanzetta a studiare, diciamo per punizione, se non per evitare distrazioni.  Io credo, da osservatore disinteressato, che i compiti a casa debbano quantitativamente essere messi in relazione 1) con l'orario scolastico e 2) con il livello degli studi. Se si tratta di tempo pieno e di scuola elementare e media i compiti devono

Ottimo gusto

Che la mostra cinematografica romana si chiami "Festa del cinema di Roma" mi pare una buona scelta, seria e di ottimo gusto. Come hanno fatto ad evitare di chiamarla "Roma film festival"?

Nobel

Non a Borges, né a Thomas Bernhard, non a Moravia, hanno dato il premio Nobel per la letteratura, ma a Dario Fo ieri, oggi a Bob Dylan. C'è del marcio in Svezia.

Brianza

Andrea Vitali ha un modo di scrivere davvero interessante, il narratore anonimo s'infila nei discorsi dei personaggi, come se fosse un suggeritore, o facesse parte del pubblico. O ne fosse un conoscente stretto, che sa. A parte questo, Vitali lavora il suo campo, che è la provincia lombarda, anzi lacustre, con ironica attenzione e, forse, qualche invenzione toponomastica assai godibile. Inserisce spezzoni di dialetto, credo brianzolo, e insomma, anche perché si chiama Andrea, mi sembra una buona risposta nordica a Camilleri. Però ho letto soltanto due suoi libri.