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Visualizzazione dei post da ottobre, 2015

"Entrambi" i tre

Potrebbe essere pronto per il lancio un nuovo affronto alla lingua italiana; ieri sera durante un tg locale toscano ho udito narrare di un incidente occorso a una donna che camminava insieme ai suoi due figli: un'auto li avrebbe investiti e feriti "entrambi", ha detto due volte l'asino parlante, il che mi ha fatto sospettare che costui ritenga la parola equivalere a "tutti e tre". Comunque "entrambi" significa "tutti e due". E i poveretti investiti erano invece tre.

Capitale "morale"

Pifferi patetici blaterano* di Milano "capitale morale", ma, essendo analfabeti, credono che l'espressione significhi superiorità etica, mentre significa che in un'immaginaria classifica Roma è la capitale formale, Milano quella sostanziale. Si dice infatti, nello sport, "vincitore morale", per indicare chi lo merita, piazzamento a parte. L'etica non c'entra.  *trattasi di endecasillabo.

Ruggine

Un cantante italiano ha raccontato di aver tolto la parola "ruggine" da un suo recente testo perché i sedicenni potrebbero non saperne niente e non capirla, ha spiegato. Se fosse vero, ciò rappresenterebbe un notevole declassamento del ferro. Quanto ai sedicenni, ciò significherebbe che vedono poco e maneggiano meno ancora, di oggetti per esempio come biciclette e motorini, questi ultimi molto plastificati, per altro.

Non lavorare stanca

I lavoratori che non lavorano bene tendono ad eludere il loro lavoro, timbrano l'odioso testimone della loro subalternità allo stipendio e se ne vanno; altri lavoratori non devono invece timbrare il cartellino, appartengono a circoli cui è permesso sostenere pesi variabili in termini di orario lavorativo. Quando lavoravo nell'università vedevo gli impiegati timbrare il cartellino e poi andarsene magari al bar per dieci minuti, io non avevo cartellini da timbrare, ero un privilegiato.  I tipi di Sanremo non sono mostri, fanno un po' ridere, un po' arrabbiare, ma non sono mostri: sono lavoratori che non lavorano bene e quindi tendono ad eludere il lavoro, timbrano l'odioso testimone della loro subalternità allo stipendio e se ne vanno.

Lo stato delle cose

Ieri sera dava la tv privata un film americano (pensa te!) intitolato State of the Play e non Lo stato delle cose, che è la traduzione. In questo modo si produce un uso magico della lingua inglese; come? Non traducendola. Il film, tirato per le lunghe dalle numerose soste obbligate della pubblicità (che però ha ben poco di pubblico) era del genere autoerotico yankee: tra noi il male esiste, ma possiamo combatterlo.

Chi è Marinetti?

Dal Corriere di giovedì 15 ottobre apprendo che circa il 58% degli italiani, suppongo di età adatta all'uopo, non legge neppure un libro all'anno; e che circa il 36% dei quadri dirigenti italiani rientra nella stessa categoria. L'articolista aggiunge che recentemente ha scoperto che il nome di Marinetti, celebre teorico del futurismo, era ignoto ad un suo interlocutore del genere dirigenziale. Marinetti a parte, le percentuali suggeriscono non solo un grande difetto di lettura in Italia, ma anche una perdita di presa dei libri sulle persone. Ragione per cui il difetto, se non è una colpa, deve essere suddiviso tra le persone ed i libri. Questi ultimi possono essere distinti variamente, certo, ma secondo il mio parere si dividono in particolare tra vecchi e nuovi. I libri vecchi sono disponibili nelle biblioteche private, più o meno inattingibili, ed in quelle pubbliche, e se ne trovano parecchi nel mercato dell'usato oppure dell'invenduto. Andando per botteghe, oppu

Diamanti

Mi capita. Di leggere talvolta un articolo. Di Ilvo Diamanti. Il sociologo. Su Repubblica. Unisce numeri e narrazioni. Ma soprattutto hanno una caratteristica. I suoi scritti. La brevità dei periodi. Devono averglielo raccomandato. A scuola. Di fare periodi brevi. Forti. Come diamanti.

Regole d'ingaggio

I media, perfino il Corriere della sera ieri 7 ottobre,  seguitano a parlare di "regole d'ingaggio", formula che traduce l'acronimo ROE, "Rules of Engagement" *. In questione è il tipo di impegno  , se non di combattimento, d'una qualche forza armata regolare con un obbiettivo, in patria o all'estero. L' "ingaggio" non c'entra una mazza. Una volta di più, qualcuno ha iniziato a tradurre diciamo in fretta, ed ha fatto scuola. Tipo il "grande fratello", traduzione asinina di "Big Brother". * In realtà nell'articolo relativo, p.5, si dà una definizione corretta, peccato che nel titolo passi l'errore.

Salutatio matutina

Il direttore didattico di un istituto superiore, mi pare situato nei dintorni di Firenze, avrebbe richiamato gli studenti tramite circolare all'uso del saluto che molti di loro a quanto pare non rivolgerebbero (più) al personale della scuola, professori, impiegati, bidelli - direttore compreso. E' un omaggio alle buone maniere, ragione per cui a me non dispiace del tutto, sennonché nella forma della circolare è insito un peccato di goffaggine e di ingenuità. Da qualche parte in Cicerone ricordo di aver letto almeno cinquanta anni fa il riferimento ad un uso, quello della salutatio matutina , che pare consistesse nella visita dei clientes al loro protettore. I clientes si recavano presto nella casa del loro protettore o patrono o riferimento politico e lo attendevano al varco quando lui usciva dal suo appartamento. I  clientes avevano bisogno per i loro affari del patrono, invece gli studenti non pensano di aver bisogno dei loro professori e dell'altro personale della scuo