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Visualizzazione dei post da aprile, 2012
Salgono su tacchi altissimi, vestite per stupire, attillatissimi jeans, quando possono permetterselo, e vengono a "discutere" i loro "elaborati" terminali, che una volta si chiamavano "tesi". Quando il correlatore fa loro qualche rilievo preciso, si guardano bene dal controllare l' "elaborato", infatti non è cosa loro, e ciò non significa che non l'abbiano "scritto", significa, molto più drammaticamente, che tra loro e l' "elaborato" c'è un rapporto di estraneità. I colleghi benignamente descrivono le caratteristiche generali degli "elaborati", poi, quando la candidata, oscillando sui trampoli, è uscita con i suoi cari nell'atrio, ne sparlano, ma sempre alla fine proponendo di alzare il punteggio di due tre punti. Lo sfacelo e l'ipocrisia di tutto questo duole molto. I colleghi sono di fatto omertosi, non c'è un termine migliore.
Non so perché stavolta mi hanno dato da leggere delle tesi vacuologiche, era da più di un anno che me ne tenevano fuori, sarà un caso, sì, comunque giorni or sono ho partecipato ad una seduta, avevo letto una tesi spaventosamente scritta, orrendamente composta, priva di ogni interesse, su un certo vacuologo del secolo scorso, trattato dall'infelice laureando come se fosse un contemporaneo: naturalmente le tesi che si producono a Vacuologia (Civitarotta University) sono tutte acritiche, ottative ed ottimistiche (a parte qualche ipocrita "purtroppo" gettato qua e là nel testo), questa pure ... I due colleghi che l'hanno presentata si sono scandalosamente tenuti fuori da ogni accento critico, pur sapendo benissimo che razza di boiata stessero spingendo alla laurea. Perché, ho saputo, il candidato sarebbe un cosiddetto caso umano di lungaggine e incapacità, quindi da aiutare. Com'è ovvio io non ho infierito sulla tesi, in effetti certi asini bisogna stopparli prima,
C'informa un amico, docente nell'università di Firenze, di un fatto straordinario: incapace di lavorare a certe pratiche internettiche a causa della sua venerabile età (è prossimo al pensionamento per vecchiaia, l'amico), fatto oggetto, dalla maggior parte dei colleghi, d'indifferenza, mai d'interessamento, è stato raggiunto da una telefonata dal Palazzo; in breve: una Signora Funzionaria gli ha fatto presente di essere stata informata delle di lui difficoltà (...) esattamente da un collega premuroso (...) che le aveva segnalato il caso triste di un vecchio collega (il nostro amico) incapace di entrare nei ed uscire dai labirinti internettici. Di essere disposta ad aiutarlo, ha detto la Funzionaria. Il nostro vecchietto è andato dunque nel Palazzo dell'università fiorentina, sito nella piazza intitolata a "San Marco" (...)e, grazie ad una impiegata dipendente della suddetta Funzionaria, ha risolto i suoi problemi, sembra (...). Fa notare tuttavia il no