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Visualizzazione dei post da aprile, 2009

Le case editrici minori e l'università.

Le case editrici minori pubblicano a pagamento (degli autori, con il "contributo" dell'università) le opere più o meno inevitabili degli studiosi accademici, le quali servono di solito per essere presentate ai concorsi a ricercatore, ad associato o ad ordinario. Quasi nessuno le legge e finiscono in armadi dimenticati. Le c.e. minori distribuiscono male i libri in questo modo pubblicati, anzi se ne fregano di venderli, perché hanno il loro guadagno nel "contributo spese" degli autori più o meno fortemente sovvenzionati dall'università. L'avanzamento della scienza non è da tutto ciò escluso, ma resta improbabile che un libro che non riesce a farsi luce almeno presso un editore, se non a pagamento, sia un buon libro. So quel che dico: due case editrici della mia città mi hanno proposto di pubblicare un mio libro chiedendomi sui millecinquecento, duemila euro di "contributi". Ho rifiutato. Il mondo può fare a meno del mio libro, non faccio concor

"Formare"?

Dopo cinque anni lascio, insieme ad un certo cdl della mia facoltà, il peggiore mazzo di ciniche persone in forma di studenti che abbia mai incontrato in decenni, persone giovani e meno giovani, interessate unicamente a "finire" al più presto per strappare il diploma che servirà più avanti ad esercitare uno dei mestieri più discutibili della terra, quello di "formare"... Puro imbroglio, non si deve lavorare direttamente a "formare", ognuno si "forma" come può e come gli riesce, si deve invece insegnare con la maggior precisione possibile alcune cose, poche ai piccini, via via aumentandone il numero con l'accrescersi dell'età: soprattutto si deve insegnare a chi desidera imparare, lasciando chi non lo desidera, manifestamente o implicitamente, la libertà di fare altro, vivere altro... Proprio perché io tento di insegnare e, quando mi riesce, di essere rigoroso nella mia materia, che è immateriale (Arte dei giardini mentali), e non voglio

Ci provano...

Ieri esami, solito disgusto, solita umiliazione intellettuale.. questa università non fa per me..non solo gli esami sono pratiche da sbrigare, per gli studenti, ma sono luoghi dove esercitare l'arte di "provarci".. prendono anche un diciotto: dieci anni fa rifiutavano a volte un ventisette.. logicamente quasi nessuno ha seguito le lezioni..

Master tesina (replica).

Uno studente sui quaranta, partecipante a un cosiddetto master un anno fa, mi onora (infatti non era tenuto a ciò) di una sua master tesina che, scopro, già diversi anni orsono mi aveva proposto per un esame. Glielo faccio notare, mi risponde che è vero, ma sembra perfettamente a suo agio. Io credo che costui si sia fidato del fatto che nessuno legge le tesine di nessuno, in questa facoltà.