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Visualizzazione dei post da gennaio, 2010

Accompagnarle, dove?

V'è nell'era dei cdl triennali a profusione una nuova figura che prima direi mancava nell'università, quella della chioccia, non conta se femmina o maschio. La chioccia è il presidente del cdl, preoccupato di perdere iscritti, e quindi tendente a raccomandare cautela a quei docenti che vorrebbero avere con studenti e studentesse (a Vacuologia par d'essere in un cpt per ragazzine) un rapporto diverso da quello che ha l'oste con i suoi clienti (tra la fregatura e la ruffianeria). Bisogna accompagnarle, poverine, m'ha detto la peppa presidente del cdl in cui mi sono cacciato quest'anno. Accompagnarle significa promuoverle agli esami anche se sono tegole.

Rutti.

Rutto burocratico: se pubblichi un libro ma il libro non è registrato su "UGOV", luogo anagrafico virtuale dove l'istituzione universitaria conta le opere pubblicate dai dipartimenti e determina premi e non premi, è come se non esistesse. Affermare ciò d'altra parte è un rutto mentale.

Addio.

Tristezza infinita di questo mio lungo addio all'università, troppo lungo. E anche rabbia. Tristezza e rabbia mi tengono ancora in piedi in questo pantano d'imbecillità.

Tegole.

Mentre faccio lezione guardo fuori, ci sono dei tetti, dunque a centinaia di tegole erogo il mio eloquio pensante. Non mi aspetto molto dalle tegole, è vero, ma fanno bene da appoggio al mio sguardo, e restano composte, silenziose, ordinate.

Trasparenza.

Ieri uno studente ha commentato la qualità d'una sua esperienza di tirocinio dicendo che è stata "trasparente". Incuriosito, ho compreso che lo sciocchino intendeva con "trasparente" segnalare la inconsistenza del tirocinio. Sempre più spesso valuto che l'uso delle parole tende all'abuso, in deroga dal significato. Nessuno conforta le sue letture e scritture con il controllo del dizionario.

Mini Gel ancora.

Mini Gel, la ministra della pubblica istruzione, se si chiama così, propone di bloccare la quantità della presenza degli scolari di scarsa padronanza dell'italiano, in quanto figli di famiglie da poco immigrate, al 30% per classe, cioè 6 su venti, nove su trenta, non so cosa si farebbe in presenza di classi di 25 scolari: 7, 8..........oppure 7,5? Sembra scherzi a parte che la ministra e i suoi ispiratori del ministero pensino che i figli di famiglie da poco immigrate debbano rimanere in ogni caso in minoranza. In realtà l'italiano è parlato male anche da moltissimi italiani e dai loro figli, scritto peggio, letto da far pena, e insegnato spesso senza cura da docenti affaccendati in mille bazzecole. Come se ne esce? Insegnando a tutti, senza percentuali, prodigando ai meno benparlanti un insegnamento aggiuntivio, insomma facendo scuola.