Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2010

Paradossi.

L'idea di Madame Mini Gel di dare inizio alle danze scolastiche alla fine di settembre, cioè con un paio di settimane di ritardo rispetto alla norma, a quanto pare per consentire alle aziende inerenti le vacanze di lavorare per un periodo più lungo, allungando per così dire l'estate, com'era ai tempi di chi scrive questa nota, avrebbe, se applicata, degli effetti notevoli. Intanto innegabilmente allungherebbe il periodo feriale anche degli insegnanti, almeno per quel che riguarda la quotidiana loro pena e smania in classe, accrescendo però l'antipatia che essi ricevono da tutto il resto della popolazione, al lavoro grossomodo per undici mesi all'anno. Terrebbe poi calmo il traffico automobilistico urbano, e non solo, per due settimane in più, infatti la scuola muove migliaia di auto (ad ogni inizio d'anno scolastico si nota a occhio), in genere coglionissimamente. Metterebbe in crisi i moltissimi genitori occupati e, comunque, non dotati di soldi sufficienti

Eccellenza.

Sulla cronaca fiorentina della Repubblica di ieri 23 maggio leggiamo che alcuni esimi professori, membri di primo piano di un istituto accademico d'eccellenza (cosiddetta), avrebbero informato privatamente alcuni loro colleghi di un prossimo concorso, violando così il segreto d'ufficio allo scopo di concordare con tali colleghi i cosiddetti profili di competenza da inserire nel bando, ciò allo scopo (eccellente) di mettere gli "amici" nella condizione di vincere tale concorso. Su questa faccenda, che com'è ovvio non ha niente di nuovo in fatto di tragicomicità, si pronuncerà la magistratura a partire dal 23 novenbre di quest'anno. Com'è ovvio gli esimi e i loro amici non subiranno alcuna conseguenza penale, figùrati, eppure consola il fatto semplice che costoro siano offerti al pubblico ed alla sua eventuale riflessione e riprovazione... Per fortuna io lavoro nell'università di Civitarotta, dove siamo ormai oltre il bene ed il male...

Cultura scientifica.

A Firenze si organizza una settimana della cultura scientifica evidentemente connessa con la presenza, in quella città, di facoltà universitarie scientifiche, peccato che, leggendo il programma, non si trovino accenni alle "scienze politiche", alla giurisprudenza, alla psicologia, alla filosofia, allo studio delle letterature, delle lingue, della storia, o alle "scienze della formazione". Ciò induce a pensare che, specialmente quelle facoltà universitarie umanistiche che si denominano con il sostantivo plurale "scienze", siano enti dediti all'autoillusione, all'autoinganno, oppure a chiedersi se tali facoltà umanistiche non intendano con il sostantivo di cui sopra qualcosa di diverso da quel che s'intende quando si parla di fisica, chimica, matematica, astronomia, medicina, farmacologia eccetera. Insomma: che cos'è scienza e che cosa non lo è? Ah, saperlo, saperlo... Personalmente, dedito come sono alle pratiche e allo studio di arte dei gi

Conosce le droghe?

Sguinzagliati dilettanti "cooperativi" fanno disinformazione sulla "droga" nelle scuole, pagati due lire, poveretti, erogano questionari da far riempire alle "famiglie" dei piccini: Conosce le droghe? Sì, lo vengo a dire a te, brutto analfabeta che altro non sei. Mettono sullo stesso piano il vermentino di Sardegna e la cocaina, la Winston blue e il crack, argomenti polemicamente efficaci: ma qui si rischia di rovesciare il discorso: cosa vuoi che sia il crack? E' come farsi un tiro di sigaretta, come bere un quartino.

Pulire cessi.

Far pulire i cessi, sporcati (ignoro come) da sconosciuti scolari, a tutti i bambini della scuola? E' il progetto di una direttrice didattica di Padova, osteggiato da alcuni genitori. Perché no?

L' Italiano è il ragionare.

Si prendono ripetizioni di matematica, d'inglese, di francese, di tedesco (e vabbè), di latino, di greco (e rivabbè) eccetera...ma d'italiano? L'Italiano è il ragionare, diceva Leonardo Sciascia. Chi non sa usare parlando scrivendo leggendo la sua lingua (almeno!) non riesce a ragionare.

Un vanto.

Il fatto che a distanza di trenta anni ancora si deprechino gli ope legis dell'epoca, responsabili del passaggio alla stabilità dei precari, todos sessantottini maledetti da dio e dai ruffiani, mi riempie di gusto e di orgoglio: il fatto di aver lavorato per tutti questi anni nell'università a dispetto dei ruffianissimi cultori dei concorsi truccati - la cosiddetta selezione - è un vanto.