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Visualizzazione dei post da dicembre, 2023

Tra Niccolò Ammaniti e Andrea Pazienza

 Rivisto "L'ultimo capodanno", film di Marco Risi tratto da un'idea di Niccolò Ammaniti. Uscito nel 1998, gli si farebbe un torto ancorandolo all'era berlusconiana, infatti la sua portata è maggiore, più radicale, tanto è vero che dopo 25 anni lo si rivede non dico volentieri, ma quasi. Ecco la non pornografica nudità di Monica Bellucci, impegnata casalinga; la mascherata sadomaso di Alessandro Haber ... L'unico che si salva dal botto finale * è un personaggio che a me pare tratto dalle storie disegnate di Andrea Pazienza ... Non mancano perle di rigetto giovanile intransigente (v. l'accenno a un "raduno di Subbiaco" per auto classiche) ... Lo stravolgimento percettivo - o trip - dell'unico che si salva di cui sopra - vedere in una riunione di famiglia con ospiti un manipolo di poliziotti pronti a sparare - mi ha fatto pensare a "L'inquilino del terzo piano" di Polanski ... Da ultimo, tornando ad Ammaniti, menziono l'antolog

Il nuovo romanzo di Alessandro Piperno

  Domani non leggerò l'anticipazione del nuovo romanzo di Alex Piperno che, servile, pubblicherà il supplemento domenicale del Corriere, né leggerò mai il romanzo, a meno di non trovarlo, esaurita la mia scorta, in una casa estranea e afflitta da lunghe giornate di pioggia estiva, quando puoi ridurti a leggere perfino Dacia Maraini, o le opere minori di Susan Tamaro. Una volta del Pip  trovai in uno scambio libri Con le peggiori intenzioni e tentai di leggerne qualche pagina che asfissiantemente mi ricordò Philip Roth, altro bel campione. 

Un modo di dire antipatico

 Già nel 2015 (29 Luglio) scrissi qui contro l'abuso del termine "scelta" e del termine "errore". Mi chiedevo ironico se "scelta" non fosse per caso diventato un modo di dire . Oggi lascio perdere la questione "scelta" - forse la parola è facile usarla perché inizia con "sc" come "scendere", che è più facile di salire. Mi concentro su "errore". In fatto di pratiche codificate si sbaglia, si commettono errori. Prova ad annodare il cavo rosso con quello blu ... a fare il pieno con il gasolio invece che con la benzina ... a montare il telescopio regalato dalla nonna con una lente sistemata alla rovescia ... Dante non nacque nel 1365, ma cento anni prima ... Mussolini non morì di varicella ... questi sono errori. Se accoltelli il fidanzato non è un errore, se avveleni il marito non è un errore, se prendi a calci un vecchio che porta fuori il cane senza guinzaglio non è un errore. Se imbrogli una vecchia signora e la

Appunti su alcune opere di Orhan Pamuk

Un nostro contemporaneo riscrive i brani - via via letti nell'originale - d'un manoscritto antico da lui trafugato. Ne risulta la storia d'un italiano fatto prigioniero per mare dai turchi e venduto, dopo un periodo di prigionia, come schiavo a un intellettuale con tendenze scientifiche. I due, schiavo e padrone, si assomigliano fisicamente. Il padrone nel corso dei due decenni abbondanti di convivenza con lo schiavo fa carriera alla corte del Sultano come astrologo, narratore di storie, scienziato e ingegnere militare. Ciò si riflette nella vita dello schiavo somigliante al padrone, anche lui portato alle scienze e al pensiero. I due, quindi, intercambiabilmente fanno carriera presso il Sultano. Il padrone, in una campagna bellica in Europa durante la quale si sperimenta una sua realizzazione balistica si stanca e si scoraggia, perciò abbandona lo schiavo mettendosi al suo posto e intraprendendo un viaggio nella patria di lui, l'Italia. Il gesto del padrone trasforma l

Grazie zia

Rivisto il film di Salvatore Samperi "Grazie zia" (1968), con Lou Castel, Lisa Gastoni e Gabriele Ferzetti. Tra i cultori di sinistra Lou Castel aveva sfondato pochi anni prima con il capolavoro di Bellocchio "I pugni in tasca"; il film di Samperi parve un abile sfruttamento della breccia creata da e per Lou Castel. Oggi considero tale probabile opera prima del giovane Samperi una realizzazione ottima - forse ragiono in modo paternalistico. Ottima l'antipatia colossale di Ferzetti, splendida Lisa Gastoni, ripetitivo Castel, eccellente il balletto di una sciocchina al suono dell'Equipe 84 ... "ad Auschwitz c'era la neve" ... Una trentenne eterna fidanzata si libera del non promesso sposo, del primario (è una dottoressa), del perbenismo domestico, grazie alle stramberie di un nipote ventenne che, gravemente nevrotico, simula una paralisi e mira semplicemente a farsi uccidere. Da lei.  L'immagine del 68 che dà Samperi è sgradevole, ma il 68 f