Un modo di dire antipatico

 Già nel 2015 (29 Luglio) scrissi qui contro l'abuso del termine "scelta" e del termine "errore". Mi chiedevo ironico se "scelta" non fosse per caso diventato un modo di dire. Oggi lascio perdere la questione "scelta" - forse la parola è facile usarla perché inizia con "sc" come "scendere", che è più facile di salire. Mi concentro su "errore". In fatto di pratiche codificate si sbaglia, si commettono errori. Prova ad annodare il cavo rosso con quello blu ... a fare il pieno con il gasolio invece che con la benzina ... a montare il telescopio regalato dalla nonna con una lente sistemata alla rovescia ... Dante non nacque nel 1365, ma cento anni prima ... Mussolini non morì di varicella ... questi sono errori. Se accoltelli il fidanzato non è un errore, se avveleni il marito non è un errore, se prendi a calci un vecchio che porta fuori il cane senza guinzaglio non è un errore. Se imbrogli una vecchia signora e la derubi non è un errore. Se non aiuti tua madre a sollevare il carrello della spesa lungo le scale di casa non è un errore. Se salti addosso a una jogger e la violenti non è un errore. Si tratta di crimini, di peccati, di malefatte direi io. In questione è il male. Ma che cosa è il male, e che cosa è il bene? Ecco, la faccenda si complica, allora per semplificare parliamo di "errori". Mentalità tecnicistica, digitale. Bisogna tornare all'analogico. 

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