Un americano a Parigi

 Devo aver letto Tropico del Cancro decine di anni fa e lo ho riletto in questi giorni mancante delle prime 120 pagine circa. Non so perché il volume le abbia perse, né come sia possibile un fatto del genere, comunque Henry Miller non credo che ne soffra. In scena sono giovani artisti o scrittori statunitensi a Parigi direi nei tardi anni venti, primi trenta, di solito poco dotati di pecunia e vogliosi di fare i debosciati in terra straniera, in lingua francese. Rispetto a Tropico del Capricorno questo Cancro qui è leggermente più narrativo e un po' meno sproloquiante, per cui si fa leggere con più facilità. E' probabile che i giovani statunitensi che passano mesi in Italia "per studiare", figli dei figli dei figli dei tipi alla Miller, intendano la vita nel vecchio continente come i debosciati del Cancro. Non male davvero il finale del libro, il protagonista e narratore convince un amico inguaiato in una prospettiva di nozze con una francese a tornare alla svelta negli Usa, e pare che ci riesca. Un lettore junghiano penserebbe che così il protagonista si liberi della sua parte psichica "ammalata" ... 

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