L'estraneo

 Nel supplemento del Cds di domenica 1 Ottobre (La lettura) si dà notizia del lavoro di un paio di luminari sull'opera di Albert Camus. Costoro avrebbero sostenuto che AC, briccone,  non dà un nome agli arabi ben presenti in una sua celebre storia coloniale, L'étranger, e che nell'altrettanto celebre La peste, vicenda che si svolge nella città algerina di Orano, non si fa menzione di un solo arabo. E' vero! Il secondo dei due romanzi, noioso, fa riferimento a una "peste" che nella realtà storica non ha mai colpito Orano, ragione per cui bisogna far la fatica di leggerlo come una storia allusiva. A che cosa? Qui anni fa ho proposto che la "peste" sia la noia in colonia ... quanto all'eccellente Etranger tutti i guai interpretativi derivano dal non capire che tale parola bisogna intenderla nel senso dell'estraneità. All'estraneo, al sublime Mersault, non importa della madre morta, non importa di trasferirsi a Parigi, non sa che cosa voglia dire la parola "amore", non ha amici ma solo conoscenti, assomiglia al protagonista del romanzo di Handke, Prima del calcio di rigore. No, non assomiglia a Bartleby, di Melville, che sì è un estraneo, ma anche un disadattato, mentre Mersault è perfettamente inserito, lavora, ha una casa, una ragazza eccetera.

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