Un'anima in pene

Trovato in casa un bistrattato volume contenente i due tropici di Henry Miller, ho letto quello "del Capricorno", o forse riletto, non saprei. L'italiano della traduzione di Luciano Bianciardi, nonostante qualche maremmanismo di troppo, è splendido. Ho penato ad arrivare in fondo, anzi credo che il testo potrebbe continuare ancora o terminare prima e sarebbe lo stesso. L'avanguardismo di Miller, riferibile a vezzi francesi come surrealismo e dadaismo, oggi mi stucca. Miller dimostra inoltre che l'isteria riguarda anche gli uomini. Chi abbia letto Kerouak capirà da dove costui, Kerouak, abbia preso la verve che tanta discutibile fama gli guadagnò. Tornando a Bianciardi segnalo che uno "ziro" pieno di birra forse si capisce che cosa voglia dire se si è imparato a parlare nella provincia di Grosseto ...  nel Tropico del Cancro, che senz'altro devo aver letto da giovane, ho trovato invece una cantonata inerente la fellatio, che l'ottimo Luciano rende con il "soffiare". Il testo di Miller, anni Trenta, scandalizzò i lettori nei paesi di lingua inglese a causa dell'argomento sessuale, che la fa quasi da padrone. Logicamente oggi non scandalizza più. Che cosa rimane, allora? Rimane un fiume di parole, un vomito ininterrotto di chi, anima in pene, si rivela al lettore, che tuttavia non è l'analista di Miller. 

Commenti

Post popolari in questo blog

Un articolo di Maurizio Ferraris

Eca de Queiroz per principianti