Metello

 Riletto dopo circa sessanta anni Metello, romanzo di Vasco Pratolini del 1952, trovato per caso in uno scambio libri. Racconta attraverso la storia di un giovane proletario l'andamento difficile di uno sciopero nell'edilizia avvenuto nel 1902 a Firenze. Allora i tempi erano duri per i lavoratori, infatti i loro padroni tendevano a pagarli il meno possibile e, quando si ribellavano, i lavoratori si trasformavano in carcerati e qualche volta in morti ammazzati. Oggi vale ancora la regola dello sfruttamento massimo possibile. Metello, il protagonista, partecipa allo sciopero e insieme si concede, uomo sposato, un'avventura erotica con una vicina di casa. Come tutto finisce, termina lo sciopero e l'avventura erotica. Pratolini negli anni sessanta aveva molto successo, ogni uscita di un suo nuovo romanzo era salutata da dibattiti qua e là in tutta Italia. Forse oggi è dimenticato, specialisti e vecchi lettori a parte. E' finito anche lui? Bisognerebbe fare la prova, andare in una libreria e chiedere se ne hanno un romanzo. Comunque sia il testo è ben costruito, la scrittura è agevole, i personaggi credibili, magari l'esser militante dell'autore può a tratti pesare un po', come può pesare il suo passo regolare, ragionevole, senza grilli letterari per la testa, molto "pane e salame" ... Da fiorentino devo stupirmi circa le distanze che i personaggi fanno agevolmente a piedi e alla svelta da una parte all'altra della città ... vedi caso l'amante di Metello, la quale aspira al rango piccolo borghese, prende invece il tram ... 

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